McAfee: non è cybercrime ma guerra spionistica

Il rapporto McAfee sulla Criminologia Virtuale delinea uno scenario da 3° Guerra Globale.

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a cura di Dario D'Elia

L'ultimo report McAfee sulla Criminologia Virtuale ha senza dubbio sconcertato la stampa specializzata. In base ai dati rilevati il web si starebbe distinguendo come un terreno privilegiato per gli attacchi spionistici. Fino ad ora sarebbero state non meno di 120 le nazioni ad avere intrapreso operazioni di questo genere. Fra gli obiettivi preferiti: reti elettriche, sistemi aeroportuali, istituzioni finanziarie, imprese, etc.

"La battaglia contro il cybercrime è una lotta globale senza tregua, ed è ben lontana dall’essere finita", dichiara nella prefazione del documento Dave De Walt, Presidente e CEO di McAfee.

Il problema come al solito è legato alla difesa. "Il nostro studio conferma come siano ancora numerose le società che faticano a trovare le risorse idonee a implementare le proprie iniziative di sicurezza. Ed è un problema difficilmente risolvibile a breve", ha sottolineato Fabio Merello, responsabile del dipartimento Technology and Security Services.

Russia e Cina continuano a distinguersi negativamente in qualità di rampe di lancio per gli attacchi informatici. Ormai sempre più sofisticati ed invasivi, per soddisfare le esigenze spionistiche.

A questo punto per McAfee l'unica soluzione è nella collaborazione fra i governi. "La collaborazione globale per combattere il crimine informatico è ancora difficile e costosa: la NATO e il Comando della Forza Aerea degli Stati Uniti sono stati specificamente coinvolti per supervisionare le minacce, ma la diffusione del cybercrime deve ottenere una maggior attenzione a livello internazionale", suggerisce il documento.