Mediaset: YouTube e gli altri del Web sono dei parassiti

Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri sostiene che gli operatori statunitensi del Web abbiano costruito rendite parassitarie senza contribuire in alcun modo al finanziamento di contenuti originali di qualità. Il riferimento implicito ovviamente è a YouTube, quindi Google.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ieri ha deciso di alzare i toni del confronto con i colossi statunitensi come YouTube. Durante la presentazione del sistema integrato multimediale TgCom24, presso il Collegio dei Membri dell'Associazione delle Televisioni Commerciali Europee a Bruxelles, c'è stato spazio anche per considerazioni sul Libro Verde dedicato alla convergenza tra TV e Internet presentato dalla Commissione UE.

"È uno strumento che può promuovere la ricerca di soluzioni concrete per riequilibrare il quadro normativo e le attuali asimmetrie regolamentari", ha dichiarato il presidente. "Asimmetrie che hanno permesso un ingente drenaggio di risorse dai produttori di contenuti a beneficio di operatori tecnologici d'oltreoceano che hanno costruito rendite parassitarie senza contribuire in alcun modo al finanziamento di contenuti originali di qualità".

Fedele Confalonieri

Il tema è caldissimo, e com'è risaputo riguarda anche gli operatori di telecomunicazioni. Ma in abito televisivo preoccupa sempre di più il conflitto tra il vecchio e il nuovo che avanza. "Ci sono diverse questioni politiche da risolvere. Non ultimo, il fatto che alcuni player, come i broadcaster, devono rispondere a molti requisiti o sono sottoposti a forme di protezione che non riguardano i nuovi operatori", ha ricordato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Europea. "C'è il problema reale di come assicurare una concorrenza leale, tanto più che i confini tra i diversi settori sono ormai confusi".

Non meno importante la tutela della produzione di opere originali europee rispetto a quella statunitense. "In quasi 25 anni di politiche volte a legittimare e promuovere l'eccezione culturale, i broadcaster europei hanno contribuito attivamente al finanziamento e alla promozione della diversità culturale nel settore audiovisivo", ha aggiunto Confalonieri. "La nostra capacità produttiva deve essere promossa come un asset prezioso e tutelata da business model basati esclusivamente su tecnologie che sfruttano l'investimento produttivo altrui".

Non a caso recentemente il Commissario alla Cultura Andreoulla Vassiliou ha ricordato come i "broadcaster esercitano un ruolo chiave, fornendo investimenti per un valore pari all'80% dell’intera produzione in contenuti europei".