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Microsoft: le chiavi di Skype e Outlook agli 007 statunitensi

Il Guardian torna a parlare del Datagate e del programma PRISM pubblicando alcuni dettagli sulla stretta collaborazione tra Microsoft, l'NSA e l'FBI.

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Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 12/07/2013 alle 09:04 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:46
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Microsoft ha collaborato in modo attivo con i servizi di intelligence degli Stati Uniti per consentire l'intercettazione delle comunicazioni dei propri utenti. Lo riporta il Guardian, sottolineando come la casa di Redmond avrebbe aiutato l'NSA (National Security Agency) ad aggirare i propri sistemi crittografici per facilitare il lavoro degli 007 del presidente Barack Obama.

Il quotidiano britannico avrebbe visionato infatti alcuni documenti (completi di date e citazioni), forniti dall'ormai nota "talpa" Edward Snowden, in cui si parla del rapporto tra Microsoft e le agenzie di intelligence negli ultimi tre anni. Tra le "accuse" mosse al colosso guidato da Steve Ballmer troviamo la collaborazione con l'NSA per consentire all'agenzia di tenere sott'occhio le chat su Outlook.com. L'NSA avrebbe anche avuto accesso alle email su Outlook.com, incluso il servizio Hotmail, prima che queste venissero codificate.

La casa di Redmond avrebbe inoltre lavorato insieme all'FBI per consentire all'NSA un accesso più semplice tramite il programma segreto PRISM - attivo dal 2007 - al servizio di archiviazione su cloud SkyDrive che conta oltre 250 milioni di utenti. Microsoft ha collaborato anche con la Data Intercept Unit dell'FBI per capire i potenziali problemi di una nuova funzione in Outlook.com che permetteva agli utenti di creare email "alias".

Nel luglio dello scorso anno, nove mesi dopo l'acquisto di Skype, Microsoft avrebbe permesso all'NSA di triplicare la quantità di videochiamate Skype "collezionate" tramite PRISM. In un documento si legge infatti che l'audio delle conversazioni era già stato fornito, ma mancava il video. Problema risolto in poco tempo.

L'azienda statunitense non ha chiaramente fatto mancare la propria risposta, sottolineando come "non concede e offre al governo nessun accesso diretto a nessuno dei suoi prodotti. […] Abbiamo chiari principi che guidano le nostre risposte alle richieste del governo per le informazioni sui consumatori". Ricordiamo che il caso PRISM è scoppiato a giugno, quando lo stesso Guardian svelò che "il Gotha del web" offriva all'NSA accesso indiscriminato ai propri server. 

Tra i nomi citati, oltre a quello di Microsoft, rientrano Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple. Tutte le aziende hanno chiaramente assunto posizioni difensive. Successivamente sono emersi dettagli sulle modalità con cui l'NSA portava avanti la sua opera di controllo (Obama rassicura: tranquilli, spio tutti tranne gli americani).

Snowden, la "talpa"

Shawn Turner, portavoce del direttore della National Intelligence, e Judith Emmel, portavoce della NSA, affermano che gli articoli del Guardian e di altre testate "descrivono ordini di sorveglianza decisi da un giudice e gli sforzi di un'azienda statunitense per conformarsi ai requisiti obbligatori per legge".

Tutto normale quindi? La discussione sui limiti delle agenzie di intelligence, e l'operato delle aziende che gestiscono i dati degli utenti su Internet, impazzerà ancora a lungo sul filo del legale o dell'illegale, del moralmente corretto e del riprovevole. Intanto secondo Chris Soghoian, esperto tecnologico della ACLU (American Civil Liberties Union), sarà difficile per Skype e Microsoft affrontare l'inevitabile calo di fiducia dei propri utenti a fronte di queste rivelazioni sullo strettissimo rapporto con l'NSA e i proclami sulla protezione della privacy fatti recentemente nelle campagne pubblicitarie contro Google.

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