Occhio a chi vi dà le notizie: questi video sono davvero inquietanti

La nuova trovata di chi crea deepfake è prendere conduttori di notiziari e renderli protagonisti di notizie false

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

A pensarci bene è strano che non sia successo prima, che qualcuno prendesse le immagini dei notiziari e usasse le tecniche deepfake per falsificarle. In particolare, uno degli ultimi ad averci pensato TikToker Krishna Sahay a farsi intervistare da un conduttore della CBS - una delle più importanti catene statunitensi. Sahay non è stato il primo, ma il pessimo gusto dei suoi video ha fatto scattare qualcosa negli osservatori. 

Il punto interessante tuttavia è un altro: come con chiunque altro, è possibile anche simulare un giornalista che riporta abitualmente le notizie in un notiziario televisivo. E posso fargli dire qualunque cosa, naturalmente, simulando anche la voce.

Una notizia falsa diffusa in questo modo sarebbe ancora più penetrante, e non è che le fake news già oggi abbiano bisogno di particolari spinte per circolare. Aggiungere l’autorevelozza di una fonte riconosciuta non può che peggiorare una situazione già estremamente complicata, come tutti abbiamo avuto modo di vedere in questi giorni riguardo alla situazione in Medio Oriente. 

I video con giornalisti riconosciuti che dicono e fanno cose del tutto false ormai non si contano più, e molti di essi diventano virali finendo per raggiungere milioni di persone. A volte nascono per scherzo, mentre altre volte l’intenzione è effettivamente di creare caos informativo, ma in pratica non c’è differenza: dopo qualche giorno la maggior parte delle persone li prende per veri - soprattutto chi vede i video su uno smartphone per pochi secondi. 

Dopodiché è difficilissimo, se non impossibile, spiegare come stanno veramente le cose - come purtroppo sanno bene molti debunker. 

Com'è facile far credere alla gente una bugia, e com'è difficile disfare quel lavoro! - Mark Twain

Le piattaforme ogni tanto fanno qualcosa per arginare il problema - per esempio Sahay è stato bandito da TikTok - ma in molti ritengono che non sia abbastanza. In questi giorni per esempio l’Unione Europea sta facendo pressioni a X e Meta (sicuramente toccherà anche a Google) affinché facciano di più per limitare la circolazione di informazioni false riguardo a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.

Le piattaforme ufficialmente non permettono di pubblicare deepfake non autorizzati, e in teoria obbligano anche a dichiarare se un contenuto è realizzato tramite IA. In pratica però non hanno il minimo controllo: se qualcuno fa un video simile e lo pubblica, ce ne accorgiamo solo a posteriori, probabilmente quando si realizza. 

Che lo si faccia con giornalisti riconosciuti poi aggiunge un ulteriore livello di complessità. Negli ultimi anni gran parte del pubblico ha perso fiducia in quella che alcuni chiamano “informazione main stream”. 

A volte è una reazione tutta politica: certi sentono che se un giornalista dice cose che non ti piacciono, allora tutto ciò che dice è falso. Una tendenza sposata anche da molti politici e personaggi famosi - valga l’esempio di Elon Musk. Altre volte lettori e spettatori notano errori da parte della stampa, più o meno gravi, che si accumulano. Che si tratti di errori veri e propri oppure di malafede il risultato non cambia: la fiducia si erode.

Quali che siano le ragioni, siamo ormai in uno scenario dove nessuno si fida più praticamente di nessuno. Le testate giornalistiche continuano a lottare per mantenere la loro autorevolezza e affidabilità, ma sono sempre meno le persone che riconoscono loro questi valori. Si crea così il terreno perfetto per la circolazione delle informazioni false, perché ognuno può scegliere personalmente che cosa è vero e cosa è falso. 

Allo stesso tempo, alcune voci non professionali hanno guadagnato la stima e la fiducia di piccoli gruppi di utenti: si sono create bolle più o meno grandi di seguaci di youtube, blogger, podcaster.. chi più ne ha più ne metta. Persone che a volte hanno le capacità e la volontà di fare bene, a volte sono semplicemente incompetenti, e altre volte (spesso) sono in malafede. Tutti, in ogni caso, costruiscono il proprio successo proprio su un’idea romantica che suona come di lui mi posso fidare perché è autentico, è uno di noi

La trasmissione di notizie false tramite giornalisti riconosciuti forse sta diventando una nuova estensione di un fenomeno noto, che si sta sviluppando da tempo ormai. La risposta potrebbe essere sviluppare meccanismi che tutelino l’immagine di certe specifiche persone, qualcosa come il Content ID di Youtube ma applicato a volti noti. Se carichi un video con la mia faccia e io sono un giornalista riconosciuto, allora il sistema ti blocca per un controllo più approfondito. O magari si può notificare qualcosa a chi detiene i diritti su quell’immagine. Realizzare un sistema simile sarebbe estremamente complicato, e non solo dal punto di vista tecnico.

Immagine di copertina: ferli