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Le campagne pubblicitarie online basate sui video aumenteranno, cambieranno stile e verranno profilate con maggiore attenzione per andare a "colpire" target diversi.

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a cura di Dario D'Elia

"Le agenzie pubblicitarie dovrebbero lanciare le loro campagne contemporaneamente sia online che offline, ma su Internet sfruttarne magari solo i blooper delle versioni originali", ha dichiarato Gokul Rajaram, product manager di Google AdSense.

Google, non a caso, ha lanciato recentemente il click-to-play video ad, che permette agli inserzionisti di fornire immagini statiche e video correlati, da inserire nel programma AdSense.

Al momento, alcuni contenuti premium di Google Video dispongono di video pubblicitari post-roll e mid-roll. Gli utenti possono vedere nella barra di streaming quando è il momento dello spot e, volendo, decidere se saltarlo – nel qual caso l'inserzionista non paga alcuna commissione a Google. Inoltre, i video-spot sono contestualizzati come i normali link sponsorizzati che compaiono accanto ai risultati del motore di ricerca. 

E se qualcuno pensa che si tratti di un business riservato solo alle corporation, si sbaglia. Turn Here, ad esempio, è una start-up californiana che creerà spot da 45/120 secondi per piccole e grandi imprese. Prezzi stracciati: si partirà da circa 300 dollari per lavori semplici e poco articolati.

eMarketer ha stimato che la spesa per il video-spotting online, entro la fine dell'anno, toccherà quota 410 milioni di dollari (4,2% della pubblicità online); nel 2007, invece, saranno sfiorati i 775 milioni di dollari. "Il video adverstising crescerà più velocemente di quanto abbia fatto quello grafico-testuale", ha confermato David Hallerman, analista di eMarketer. "Il suo potenziale supera l'efficacia di quello televisivo, e se non lo fa economicamente risulta tale considerando tutte le implicazioni interattive".

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