Pechino allenta il guinzaglio alla stampa

Dalla sala stampa olimpica sarà possibile riaccedere ai siti censurati, ovviamente con qualche eccezione

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a cura di Dario D'Elia

La sala stampa olimpica non disporrà più di sistemi di censura web. Dopo le proteste per i blocchi riscontrati sui siti della Bbc, Wikipedia, dell'emittente americana Radio Free Asia e del quotidiano di Hong Kong critico nei confronti della Cina, Apple Daily, ecco ristabilita un'apparente normalità – e pseudo libertà di accesso all'informazione.

"L'uso di Internet da parte di giornalisti cinesi e internazionali per il loro lavoro di informazione è libero", ha dichiarato un portavoce del comitato organizzatore dei Giochi. "Il governo cinese regola Internet con le sue leggi e disposizioni". Insomma, il guinzaglio sarà leggermente più lungo, perche di fatto continuerà ad essere ostacolato l'accesso alle pagine web considerate illegali, quindi degli attivisti tibetani, di altri soggetti pericolosi come il Falun Gong e di Human Rights Cina.

"A volte succede nella vita di prendere decisioni senza rendersi esattamente conto della loro portata. Le autorità cinesi hanno mostrato di saper recepire delle giustissime proteste che sono state fatte da giornalisti e ambienti sportivi per questa misura, che anche per gli stessi cinesi si è poi rivelata ingiustificabile nel terzo millennio. Il fatto che sia stato revocato è un evento molto positivo", ha dichiarato l'ambasciatore italiano a Pechino, Riccardo Sessa.