Per l'effetto Lytro Camera basta una qualsiasi reflex

The Chaos Collective ha sviluppato uno strumento web per produrre immagini con la messa a fuoco dinamica della Lytro Camera, usando però una qualsiasi reflex in grado di riprendere filmati

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a cura di Francesco Pignatelli

The Chaos Collective ha sviluppato un sistema che permette di ottenere con una qualsiasi reflex dotata di funzioni video lo stesso effetto di messa a fuoco dinamica anche dopo lo scatto che caratterizza la Lytro Camera.

Il principio alla base del "trucchetto" con cui si ottiene questo risultato è capovolgere il modello di funzionamento della Lytro Camera: invece di riprendere più immagini nello stesso momento per analizzare il "light field" della scena fotografata, le si riprende in successione nel tempo. The Chaos Collective è un gruppo di designer, programmatori e in generale "maker" di qualunque cosa possa essere innovativa che ha già attivi diversi progetti in campo digitale.

Il punto di partenza per la realizzazione di quelle che The Chaos Collective definisce come fotografie "a profondità di campo variabile" è stato analizzare il sistema su cui si basa la Lytro Camera. In questa c'è una matrice di microlenti che riprendono nello stesso momento la scena inquadrata: l'insieme delle immagini passa al cosiddetto "light field engine" che confronta tutti i loro punti di vista e ne deriva le informazioni necessarie a cambiare il punto di messa a fuoco anche dopo lo scatto.

Per fare una cosa simile senza light field engine e senza matrice di microlenti, ma con un normale obiettivo, The Chaos Collective ha ribaltato l'approccio "tante foto in un solo istante" convertendolo in "una foto per volta in più istanti molto molto vicini". Che, banalmente, è quello che si fa quando si riprende un filmato con una reflex.

Per avere tutte le informazioni relative ai piani di messa a fuoco basta variare la focheggiatura mentre si riprende il video, mettendo a fuoco prima il punto più lontano e man mano avvicinando il piano di messa fuoco usando la focheggiatura manuale. 

Il set di esempio utilizzato da The Chaos Collective: diversi soggetti ben individuati su vari piani di messa a fuoco

Il filmato deve essere breve: in primo luogo perché un filmato lungo è un filmato ingombrante e le foto a fuoco variabile devono passare attraverso Internet per essere rifinite (vedremo come); in secondo luogo non serve che il filmato sia lungo perché una ripresa di un paio di secondi ai classici 30 fps ci fornisce già 60 frame e quindi 60 piani di messa a fuoco.

Una volta realizzato il filmato, nell'approccio di The Chaos Collective la scena inquadrata è stata divisa in una matrice 20 x 20 per identificare 400 riquadri attivi: cliccando in una di queste regioni l'immagine varia in modo da mettere a fuoco proprio quella (nella pratica, si recupera dal filmato il fotogramma che aveva a fuoco la regione selezionata).

A gestire questa immagine dinamica c'è un software sviluppato ad hoc da The Chaos Collective, che però si può usare tranquillamente caricando il proprio video in questa pagina, dove ci sono alcuni esempi (non funzionano con tutti i browser) e qualche istruzione in più.