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Il verdetto di Tom's Hardware
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Marte in questi giorni è di grande attualità, grazie anche alla missione ExoMars dell'ESA che sta tenendo l'Europa con il fiato sospeso per la sorte del lander Schiaparelli. Coincidenza vuole che proprio oggi arrivi in vendita un libro che ho avuto modo di leggere di anteprima, e che voglio proporvi perché nello sconforto di ieri sera (e di stamattina) mi ha ridato un po' di ottimismo.
Si tratta di "Progetto Marte. Storia di uomini e astronavi" ed è un libro davvero speciale per molti aspetti. Innanzi tutto l'autore, il grande Wernher von Braun, è uno scienziato di grande spessore che ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo della missilistica in Germania e negli Stati Uniti. La NASA lo definì "indubbiamente il più grande scienziato della tecnica missilistica e aerospaziale della storia", Oltreoceano è considerato il capostipite del programma spaziale americano.
Fu lui che progettò il Saturn V, che ebbe un ruolo fondamentale per la missione dell'Apollo 11, e che ricevette una standing ovation dal Congresso degli Stati Uniti. Giovanni Bignami nella prefazione ricorda un aneddoto molto significativo al riguardo: dopo l'applauso, avviò una presentazione in cui dimostrò che avremmo potuto mandare una spedizione umana su Marte nel 1982. Un dato significativo per lo spessore del personaggio, alla luce dei progetti per sbarcare su Marte nel decennio del 2030.
Pochi sanno che quest'uomo - non uno scrittore, ma uno scienziato con una preparazione tecnica di altissimo livello - nel 1949 si dilettò a scrivere il libro che vi propongo oggi, e che è rimasto finora inedito. Dobbiamo ringraziare Giovanni Bignami se da oggi tutti potranno leggerlo, con la sua traduzione puntuale e di alta qualità.

Conoscendo lo spessore dell'autore, io l'ho letto con la stessa meraviglia con cui un appassionato di Spazio potrebbe sfogliare il piano di volo dell'Apollo 11, con lo stesso fascino di chi non vede l'ora di commuoversi davanti alla diretta TV in cui si vedrà decollare il razzo per Marte, e con lo stesso amaro in bocca che sento quando penso che su Marte l'uomo avrebbe potuto già esserci andato.
Non si tratta però di una bozza di progetto nuda e cruda, anzi: ci sono dei personaggi (anche ben caratterizzati fra l'altro), c'è una narrazione avvincente, e un contenuto che ha quel che di fantascientifico e visionario che conoscono bene gli appassionati dei romanzi di Jules Verne e quella vena fra il realistico e il sognante tipica di Arthur C. Clarke.
Curiosa, anzi, eccezionale, anche la capacità di questo straordinario personaggio storico di "vedere avanti", e immaginare con la competenza scientifica più che con l'immaginazione, cose che abbiamo oggi come una stazione spaziale. Con finalità e scrupoli morali molto differenti dalla nostra ISS, ma del resto stiamo parlando di un racconto immaginario. Forse.