Soundreef, una spallata al monopolio Siae

Grazie all'accordo con l'associazione no-profit LEA, Soundreef può oggi operare in Italia per la raccolta dei diritti d'autore, cominciando a scardinare il monopolio Siae. Ne abbiamo parlato con Davide D'Atri, uno dei due fondatori della startup.

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a cura di Saverio Alloggio

La sfida tra Soundreef e Siae per la raccolta dei diritti d'autore in Italia si è recentemente arricchita di una nuova puntata. La startup fondata a Londra nel 2011 ha infatti trovato un accordo con LEA, associazione no-profit costituita da una serie di autori, editori e professionisti italiani del settore musicale. Una partnership che apre inevitabilmente a nuovi scenari, di cui abbiamo discusso con Davide D'Atri, uno dei due fondatori di Soundreef.

"Lavoreremo in Italia insieme all'associazione no-profit LEA, costituita di recente da un gruppo di autori, editori e professionisti del settore.  Gli oltre 11 mila autori ed editori nostri iscritti saranno rappresentati ed intermediati in Italia da LEA rientrando così nel perimetro delineato dall'art.19 del decreto fiscale (148/2017) collegato alla Legge di Stabilità 2018", ha dichiarato Davide D'Atri.

Davide D'Atri
Davide D'Atri, amministratore delegato e co-founder di Soundreef

Si perchè la questione può essere compresa a pieno solo facendo riferimento alla normativa. All'interno del decreto fiscale approvato a novembre 2017, è stata inserita una direttiva che ha di fatto aperto il mercato dei diritti alle sole società di raccolta senza scopo di lucro, ma non a quelle private for-profit, com'è appunto Soundreef. 

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In particolare, tutto ruota attorno alla distinzione tra organismi di gestione collettiva (su base associativa e senza scopo di lucro) ed entità di gestione indipendenti (private e a scopo di lucro). Ecco dunque che l'accordo con LEA consente a Soundreef di aggirare questa nuova normativa, ma la partita con Siae è tutt'altro che chiusa.

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"L'accordo con LEA prevede il riconoscimento di un aggio verso questa associazione, che sarà ovviamente a carico di Soundreef e non degli autori. In ogni caso, tutto questo rappresenta solo un primo passo verso il completo superamento del monopolio Siae, che passerà anche dalla possibilità di riuscire ad operare sul mercato italiano a pari condizioni", ha precisato Davide D'Atri.

Potrebbe dunque volerci un ulteriore intervento da parte del legislatore e, in tal senso, le prossime elezioni politiche potrebbero rappresentare una tappa fondamentale, in un verso o nell'altro. Peraltro occorre sottolineare come Soundreef abbia deciso di farsi carico dell'aggio da riconoscere a LEA, con un netto aumento dei costi per la start-up.

Una scelta di rottura, evidentemente necessaria per tentare di scardinare l'attuale sistema italiano per la raccolta dei diritti d'autore. In ogni caso,  la linea di Soundreef continuerà ad essere la medesima intrapresa nel lontano 2011, anno della fondazione, ovvero quella della completa digitalizzazione.

Fedez Soundreef
Fedez durante la firma del contratto con Soundreef

"Le novità tecnologiche che abbiamo apportato alla gestione dei diritti d'autore hanno rappresentato un buon 50% del successo ottenuto da Soundreef in questi ultimi anni. Ci hanno consentito infatti di tutelare maggiormente i piccoli autori, che costituiscono la vera base fondamentale del mercato discografico. Tutto questo ha generato interesse verso la nostra realtà da parte di nomi di spicco come Fedez, Gigi d'Alessio, J-Ax, solo per citarne alcuni", ha dichiarato Davide D'Atri.

Proprio grazie alla completa digitalizzazione nella gestione dei diritti d'autore, Soundreef è riuscita a introdurre delle vere e proprie rivoluzioni: iscrizione totalmente gratuita senza tasse annuali, rendiconto all'autore dopo appena 7 giorni da un evento dal vivo con il relativo pagamento emesso a 90 giorni (contro i rendiconti a 12-18 mesi e i pagamenti a 18-24 mesi delle collecting normali), la completa tracciabilità dei diritti, con l'autore che può visualizzare esattamente dove la sua musica viene suonata, quanto ha guadagnato e quando verrà pagato dal proprio profilo online.

Gigi D'Alessio
Gigi D'Alessio, uno degli artisti passati a Soundreef

In relazione alla strategia di continuare a puntare sull'innovazione, Soundreef non ha intenzione di fermarsi. Un team di ingegneri, come chiarito dallo stesso D'Atri, è perennemente a lavoro per apportare novità e miglioramenti ai sistemi di raccolta dei diritti d'autore.

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"Uno dei miei sogni è quello di mettere in rete tutte le discoteche, ovvero realizzare un sistema digitale in grado di ottimizzare la rendicontazione dei diritti d'autore rispetto a quanto avviene oggi. Chissà, potrebbe essere una delle grandi novità che in futuro introdurremo con Soundreef", ha dichiarato Davide D'Atri.

Soundreef Siae

Staremo a vedere quello che accadrà. La sensazione comunque è che il mercato dei diritti d'autore in Italia sia destinato a mutare ulteriormente, e magari proprio il 2018 potrebbe rappresentare il vero spartiacque. In ogni caso, la partita tra Soundreef e Siae è destinata a far discutere ancora a lungo.