Stallman ancora contro Microsoft: Secure Boot è illegale

Richard Stallman crede che Secure Boot porti troppe e intollerabili restrizioni nel mondo della tecnologia, sopratutto se si parla di piattaforma ARM. Secondo lui scelte come quella di Microsoft dovrebbero essere illegali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Per Richard Stallman Secure Boot è una minaccia alla libertà degli utenti. Non tanto per il concetto in sé, perché l'idea di rendere più sicuro il sistema è ben accetta. Il problema è che la nuova funzione voluta da Microsoft per Windows 8 non è precisamente avvio sicuro ma avvio ristretto, una differenza sottile ma rilevante.

"L'avvio sicuro è una funzione di sicurezza. Permette all'utente di controllare quali programmi si possono eseguire su una macchina ed evitare il malware imprevisto. Dobbiamo distinguere tra malware imprevisto come i virus e malware previsto come Windows, Mac OS, Flash Player e così via", ha affermato Stallman senza rinunciare a pungolare le grandi aziende del settore.  

Richard Stallman

Per Stallman Secure Boot non è un problema, sempre che sia l'utente a possederne le chiavi. Se però c'è una restrizione, come quella che Microsoft impone per Windows RT, allora "non è una funzione di sicurezza. È un abuso, e credo che dovrebbe essere illegale".

Migliore la situazione per quanto riguarda la piattaforma x86, cioè i tradizionali PC. "Se la macchina esegue solo una particolare versione di GNU/Linux, è una restrizione", ma le cose non stanno così. Per quanto ne sappiamo Secure Boot si potrà disabilitare, e gli utenti avranno libertà d'azione se la desiderano.

Il problema in ogni caso non riguarda solo Windows, ma tocca anche lo stesso Linux. Stallman cita come esempio gli smartphone Android, che spesso hanno un controllo hardware non dissimile da Secure Boot, che rende più difficile l'installazione di ROM alternative. Un'altra prova che la presenza di Linux non garantisce la libertà totale tanto amata da Stallman e dalla Free Software Foundation.

Infine ma non ultimo i blocchi a livello hardware sono una minaccia per l'ambiente, perché c'è il rischio che i dispositivi diventino obsoleti e si trasformino in rifiuti più rapidamente, cosa che invece è possibile evitare con prodotti aperti, sui quali sviluppare per renderli più longevi.

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Le parole di Stallman ormai non dovrebbero sorprendere chi segue il mondo della tecnologia. Quest'uomo si è fatto carico di un fardello pesante, cioè la difesa della libertà d'azione dell'individuo come priorità assoluta. Un compito difficile nel mondo moderno, che probabilmente impone posizioni radicali e dichiarazioni altisonanti come queste.

Vale però la pena porsi una domanda: attraverso la polvere sollevata da questi temi e dalle discussioni che nascono, è possibile vedere una luce in fondo al tunnel, una situazione in cui possano stare comodi sia i paladini del software libero sia i comuni cittadini? Questa visione manichea, con Microsoft ed Apple nei panni del drago e Stallman in quelli di San Giorgio, è davvero l'unica possibile?