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a cura di Andrea Balena

La comicità, in ogni sua forma e su ogni medium, è da sempre uno dei campi minati della scrittura creativa. Scrivere battute e raccontare situazioni per suscitare una risata nello spettatore è uno dei lavori più difficili per qualsiasi scrittore, specialmente perché bisogna prevedere in anticipo la reazione e il gusto di chi ci ascolterà. Magari a qualcuno una battuta a sfondo sessuale farà morire dalle risate, altri invece si limiteranno ad inarcare il proprio sopracciglio per nascondere il disappunto.

Per questo, da quando esiste la televisione, molti autori e produttori adoperano lo stratagemma delle famigerate risate registrate in sitcom per coprire dialoghi non propriamente brillanti o senza coraggio, che mantengono lo spettatore nella sua zona comfort senza il rischio di perderne l'approvazione. Ma i veri comici studiano la propria audience e sanno perfettamente quali tasti premere, sono capaci di liberarsi di qualsiasi orpello sonoro e possono creare una punchline o una situazione talmente divertente con la mimica del corpo da assicurare risate fragorose.

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Ricky Gervais è probabilmente uno dei comici più sboccati e politicamente scorretti attualmente in circolazione, noto non solo per la lingua tagliente e senza peli - a dimostrarlo vi è il recente spettacolo stand up Humanity, presente su Netflix - ma anche per aver lavorato su un tipo di umorismo agli antipodi rispetto a quello a cui siamo soliti vedere in televisione: questa è la genesi di The Office, una delle comedy più cattive e allo stesso tempo intelligenti comparse sui nostri schermi.

Dopo due annate della versione britannica, in cui recitava lo stesso Gervais, il format fu acquistato dal network americano NBC per farne una propria versione, il che permise al comico di sbarcare nel Nuovo Continente. E lì la mania di The Office è esplosa clamorosamente, più di quanto gli addetti ai lavori potessero immaginare. La base narrativa è semplice ma molto efficace: tramite l'obiettivo di un finto documentario (mockumentary) entriamo nell'ufficio di Scranton della Dundler Muffin, sezione comandata da Michael Scott (Steve Carrell), l'amato (poco) e odiato (tantissimo) boss locale. I suoi poveri dipendenti sono oggetti dei suoi scherzi stupidi e le sue battute sessiste e di cattivo gusto, sono costretti a sopportarlo per tenersi stretto il lavoro e spesso l'unica risposta che possono dare è volgere lo sguardo in camera per comunicare il loro disagio a noi spettatori.

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L'umorismo della serie si distacca nettamente dalle altre comedy proprio perché non si fonda su linee comiche più o meno indovinate, e preferisce rappresentare situazioni assurde e le reazioni dei protagonisti a tali situazioni, magari con un veloce zoom sul loro volto, le loro risposte sagaci o anche solamente gli imbarazzati silenzi. Michael e il suo sottoposto Dwight sono gli elementi estranei nell'ambiente, i weirdo - alcuni anni prima che The Big Bang Theory ne sdoganasse la tipologia - che per orgoglio, incapacità e mancanza totale di empatia non sanno "leggere" le situazioni in cui si trovano o che loro stessi creano. Ed è qui che intervengono personaggi come Jim e Pam (o tutti gli altri impiegati), che approfittano delle circostanze per farsi una risata.

L'umorismo è sempre cattivo e scorretto, talvolta volutamente infantile allo scopo di creare quella sensazione di imbarazzo nello spettatore. Eppure funziona, anche con pochissime battute ricorrenti ("that's what she said" è il tormentone ricorrente) e in un certo senso la stessa sceneggiatura fa autocritica e riflette su come una battuta troppo spinta o razzista possa influire sull'ambienta lavorativo. Michael è un boss inetto, superficiale, spesso e volentieri bigotto, ma dimostra nel privato - rappresentato da finte interviste singole - quanto a suo modo ci tenga alla sua famiglia aziendale e soffra quando è costretto a licenziare per volontà dei suoi superiori.

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Andata avanti per ben 9 stagioni, The Office ha rappresentato una delle comedy americane più di successo degli ultimi anni, che ha ottenuto apprezzamento per il suo tipo di comicità alternativa apprezzata, dati alla mano, dai più giovani. Questo cringe humour, come è stato definito, risulta più vicino al tipo di comicità che gli under 30 preferiscono, e ne è una prova la quantità sconfinata di citazioni, immagini gif o video rimontati che circolano sul web dedicate a The Office, anche a distanza di anni dalla sua conclusione.

Se volete recuperare uno degli show iconici della TV americana dello scorso decennio e probabilmente una delle poche volte che un remake americano supera la controparte britannica, potete trovare tutte le stagioni su Amazon Prime Video.


Tom's Consiglia

Se vi piace avere il cofanetto fisico di una serie, potete trovare The Office in edizione Blu-Ray.

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