Video-sharing di Google Italia sotto processo

Rinvio a giudizio per i dirigenti Google, a causa della pubblicazione online di un video shock su un ragazzo Down

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La Procura di Milano ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati la dirigenza di Google. L'accusa è di diffamazione e violazione della privacy: reati penalmente rilevabili, che si sarebbero concretizzati con la pubblicazione online, nel novembre 2006, di un video che ritraeva quattro giovani studenti di Torino alle "prese" con un ragazzo con sindrome di Down.

La denuncia di due anni fa dell'associazione Vividown, oggi è responsabile del rinvio a giudizio di alcuni dirigenti del colosso statunitense. Al centro della questione sia le responsabilità di Google nella supervisione dei contenuti pubblicati online, che le responsabilità correlate alla sua attività online - spesso assimilabile alla "pubblicazione cartacea, secondo quanto stabilito esplicitamente dall'articolo 1 della legge 62/2001".

Il dibattito online ovviamente si è infiammato, soprattutto considerando gli eventuali effetti collaterali di una condanna: secondo alcuni gli aggregatori (di video ed altro) potrebbero diventare direttamente responsabili dei contenuti condivisi dagli utenti. Al momento alle piattaforme online viene richiesto solo di adeguarsi alle richieste delle autorità giudiziarie. Un'indicazione che è contenuta anche nella nuova direttiva europea sul commercio elettronico 2000/31/CE.