Intervista

Città con limite a 30 km/h, sei d'accordo o contrario?

Approfondiamo con l'Assessore Michele Campaniello l'andamento del progetto di Città 30 a Bologna, analizzandone i risultati e le criticità emerse.

Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

1

L'idea di imporre un limite di velocità generalizzato a 30 km/h nei centri urbani accende da sempre un vivace dibattito. Da un lato, la promessa di città più sicure, silenziose e pulite, dove pedoni e ciclisti possano muoversi con maggiore serenità; dall'altro, il timore di una mobilità rallentata, fonte di frustrazione per gli automobilisti e potenzialmente penalizzante per alcune categorie professionali. Uno scenario che per alcuni sembra utopico o addirittura controproducente, ma che per altri, specialmente chi vive la città senza l'auto, rappresenta una visione auspicabile del futuro urbano. 

Questa visione, però, non è più fantascienza: diverse città, anche in Italia, hanno iniziato a sperimentare questa trasformazione. Bologna è una delle pioniere più significative in questo senso e, a poco più di un anno dall'avvio del progetto "Città 30", abbiamo voluto approfondire l'esperienza direttamente con chi l'ha guidata: l'Assessore Michele Campaniello, responsabile per Nuova mobilità e infrastrutture, trasporto pubblico locale, Città 30 e sicurezza stradale. 

Andrea Ferrario
Assessore Campaniello, può spiegarci come funziona esattamente il progetto "Città 30" a Bologna, quali sono i suoi obiettivi e quali interventi concreti sono stati realizzati? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Il progetto "Città 30" è stato avviato ufficialmente dal Comune di Bologna il 16 gennaio 2024. Fondamentalmente, comporta l'introduzione di un nuovo limite di velocità generalizzato a 30 chilometri orari su gran parte del territorio urbano. Ma è molto più di una semplice modifica al codice della strada: lo consideriamo un vero e proprio cambiamento culturale.

L'obiettivo primario, che guida ogni nostra azione, è dare priorità assoluta alla sicurezza delle persone, con un focus specifico sulla protezione dei cosiddetti utenti deboli della strada, ovvero pedoni e ciclisti. Parallelamente, puntiamo a un miglioramento complessivo della qualità della vita urbana, attraverso la riduzione dell'inquinamento atmosferico e del rumore. Per sostenere questa trasformazione, non ci siamo limitati alla nuova segnaletica verticale e orizzontale; abbiamo messo in campo una serie di interventi infrastrutturali concreti e mirati; tra questi, l'installazione di numerosi attraversamenti pedonali rialzati, che fungono anche da moderatori di velocità, una riorganizzazione strategica di alcuni sensi di marcia per ottimizzare i flussi in questo nuovo contesto, e, aspetto cruciale, la creazione e il potenziamento di percorsi protetti e dedicati per pedoni e ciclisti, per rendere queste alternative all'auto sempre più sicure, comode e attrattive. 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
A distanza di poco più di un anno dall'avvio, è possibile tracciare un primo bilancio? Quali sono stati i risultati concreti osservati, in particolare sul fronte cruciale della sicurezza stradale? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
I risultati iniziali sono molto incoraggianti e, direi, significativi. Per la prima volta dal 1991 a oggi, nel 2024, abbiamo registrato zero pedoni uccisi sulle strade bolognesi. Questo è un dato di un'importanza straordinaria, che si accompagna a un'altra cifra rilevante: una riduzione del 49,8%, quindi possiamo dire quasi il 50%, degli incidenti mortali complessivi avvenuti in ambito stradale urbano. È fondamentale considerare che circa il 70% degli incidenti con conseguenze gravi o mortali avviene proprio all'interno dei centri urbani, e questa consapevolezza è stata una delle motivazioni principali che ci ha spinto ad adottare con decisione il progetto "Città 30".
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Nonostante questi importanti miglioramenti, è realistico pensare che gli incidenti non siano stati completamente azzerati. Questa persistenza è da attribuire principalmente al fatto che una parte dell'utenza non rispetta ancora i nuovi limiti di velocità, oppure entrano in gioco altre concause prevalenti? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
È vero, il progetto ha portato chiari miglioramenti ma l'obiettivo 'incidenti zero' è una meta ambiziosa. Purtroppo, spesso, anzi nella stragrande maggioranza dei casi, ci troviamo di fronte a condotte di guida sbagliate da parte degli utenti al volante. Tuttavia, la causa determinante che accomuna gran parte di questa incidentalità grave e mortale è sicuramente la velocità eccessiva o non adeguata alle condizioni. Quindi, il nostro approccio non si limita all'imposizione di divieti o all'installazione di cartellonistica. È un tema che affrontiamo con interventi fisici sulle infrastrutture stradali, ma soprattutto, lavoriamo per un'interiorizzazione, da parte di tutti gli utenti della strada, della consapevolezza della pericolosità intrinseca di determinati comportamenti alla guida 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Costruire una "Città 30" sembra quindi un processo complesso che va oltre la semplice modifica dei limiti. Come si articola questo processo di trasformazione dell'intera infrastruttura cittadina? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Costruire una "Città 30" non significa unicamente decidere dall'oggi al domani di abbassare i limiti in tutte le vie, bensì implica una revisione profonda del progetto dell'intera città. Dietro "Città 30" c'è uno studio approfondito, condotto da una società terza che abbiamo incaricato specificamente di analizzare, strada per strada, i livelli di incidentalità e di individuare gli interventi più efficaci per abbassare i limiti di velocità e, di conseguenza, ridurre la pericolosità.

Il passo successivo è stato l'adeguamento progressivo delle strade. È un percorso ancora in atto, perché intervenire sull'infrastruttura stradale non è un'operazione immediata, specialmente a Bologna, dove attualmente abbiamo numerosi cantieri attivi, inclusi quelli per la realizzazione di due nuove linee tranviarie che attraverseranno la città; questi cantieri hanno inevitabilmente rallentato alcuni aspetti della messa a terra del progetto "Città 30", ma il piano generale sta procedendo e sta dando i risultati attesi. Continueremo a implementare interventi fisici di traffic calming: allargamento dei marciapiedi, restringimento delle carreggiate, realizzazione di corsie ciclabili e attraversamenti pedonali protetti e rialzati, oltre a una serie di altre misure che sia gli esperti trasportisti sia lo studio di consulenza Polinomia ci indicano come utili per raggiungere i nostri obiettivi. 
Michele Campaniello
 C’è da dire che questo progetto non è qualcosa di unicamente italiano, anzi molte altre nazioni e città, prima di noi, hanno abbracciato questo progetto. Per citarne alcune, Bilbao in Spagna è stata la prima grande città europea ad adottare il limite dei 30 km/h su tutta l’area urbana, nel 2020. Dal 2021, quasi tutta Parigi è diventata “Città 30”, con poche eccezioni per grandi assi stradali. In Germania, pur non essendoci ancora una normativa nazionale uniforme, molte città stanno sperimentando zone 30 molto estese, spesso nei centri storici e nelle aree residenziali. Berlino ha introdotto anche "superblocchi" dove le auto non possono attraversare interi isolati. I Paesi Bassi sono storicamente all’avanguardia nella mobilità urbana. Amsterdam ha già introdotto limiti di velocità ridotti in gran parte della città, e sta lavorando per rendere i 30 km/h la norma, e i 50 km/h l’eccezione. Le città svizzere stanno introducendo sempre più aree “Città 30”, spesso accompagnate da interventi urbanistici e di arredo urbano per rallentare naturalmente il traffico. 
Andrea Ferrario
In un Paese come l’Italia, dove l’automobile è parte integrante della cultura nazionale, come è stata accolta questa rivoluzione della mobilità a Bologna? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
I dati che abbiamo sulla rilevazione della velocità media in città ci indicano che c'è stato un abbassamento generalizzato. Questo significa che i cittadini, nella pratica, stanno rispondendo correttamente alla misura che abbiamo adottato. Per quanto riguarda il livello di apprezzamento, i nostri colleghi di altre città dove la "Città 30" è una realtà da anni ci avevano anticipato che la prima reazione di una parte della cittadinanza è spesso negativa.

Quando si interviene sulle abitudini consolidate di vita e di guida, la risposta iniziale può non essere sempre positiva. Nonostante ciò, quando i pedoni iniziano a riconquistare spazio pubblico grazie all'aumento delle aree pedonali, quando i ciclisti dispongono di più piste e corsie ciclabili sicure, e soprattutto quando ci si rende conto che l'incidentalità diminuisce – un valore che, sottolineo, non ha prezzo – allora, piano piano, il consenso tende a crescere. Noi a Bologna ci troviamo ancora in questa fase intermedia, a circa un anno dall'inizio: la città è sostanzialmente divisa tra favorevoli e contrari. Proprio stamattina, la rassegna stampa riportava un articolo con interviste ai cittadini che fotografava esattamente questa spaccatura, con un equilibrio tra entusiasti della "Città 30" e persone ancora molto critiche. 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Parlando di infrazioni e controlli, quali sono le principali cause di incidenti e le violazioni più comuni riscontrate a Bologna nell'ultimo anno? E come si collocano queste infrazioni rispetto al nuovo limite dei 30 km/h? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Nel corso del 2024, abbiamo effettuato 166 giornate di controlli con pattuglie su strada, per un totale di 322 turni di servizio, controllando 14.193 veicoli ed elevando 2.046 sanzioni. Analizzando queste sanzioni, quelle specificamente comminate per il superamento del limite dei 30 km/h sono 89, mentre quelle per il superamento dei 50 km/h sono 217. È interessante notare che in testa alla classifica delle infrazioni più comuni troviamo il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, con 363 sanzioni. Al secondo posto c'è la mancata revisione del veicolo (259 sanzioni) e al terzo il passaggio con semaforo rosso (153 sanzioni).

Queste sono tutte condotte di guida sbagliate, sanzionate dal codice della strada, che ci restituiscono una fotografia di un problema che è, a mio avviso, più culturale che legato specificamente al nuovo limite. Infatti, da questi dati emerge che la maggior parte delle infrazioni non è direttamente legata all'abbassamento del limite a 30 km/h. Le infrazioni dovute alla velocità sono una minoranza e, all'interno di questa, sono più numerose quelle per il superamento dei 50 km/h. Sembra quasi dire che chi ha l'abitudine di guidare in modo sconsideratamente veloce lo fa indipendentemente dal limite specifico, e sarebbe stato in violazione anche senza questo cambiamento. 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Come vengono effettuati specificamente i controlli sulla velocità, considerando anche il dibattito normativo e le direttive governative sugli strumenti utilizzabili? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Su questo tema c'è stata una discussione significativa. Il governo ci ha posto delle limitazioni, specificando, ad esempio, che non possiamo utilizzare gli autovelox fissi per il controllo del limite dei 30 km/h. Per quanto riguarda gli autovelox mobili, come i telelaser, il codice della strada prevede che, per il loro impiego, le strade debbano avere determinate caratteristiche e che ci sia una distanza specifica tra la segnalazione del posto di controllo e il punto effettivo di rilevazione. Di conseguenza, non tutte le strade cittadine si prestano a questo tipo di verifiche con la strumentazione mobile. 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Oltre alla sicurezza, un altro obiettivo dichiarato del progetto "Città 30" è quello di rendere le città più silenziose e con una migliore qualità dell'aria. Quali risultati avete osservato a Bologna sotto questi due aspetti? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Abbiamo due dati interessanti da condividere. Il primo riguarda i fattori inquinanti: le centraline ARPAE hanno registrato un abbassamento del biossido d'azoto (NO2), uno dei principali indicatori dell'inquinamento atmosferico. È un dato particolarmente rilevante se consideriamo che Bologna si trova nel bacino padano, una delle aree più inquinate d'Italia, e siamo praticamente l'unica città in controtendenza su questo parametro. 

Riteniamo che ciò sia legato al fatto che con la "Città 30" il traffico tende a scorrere in modo più fluido: è noto che i picchi di inquinamento si verificano quando le auto sono ferme in coda o soggette a continue frenate e accelerazioni. Una frenata improvvisa, ad esempio, contribuisce all'emissione di polveri sottili. Un flusso di traffico più costante, come quello favorito da velocità moderate, inquina sicuramente di meno. È, quindi, possibile sostenere che questo miglioramento delle condizioni ambientali sia stato agevolato anche dal progetto "Città 30". 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Guardando a modelli urbani forse più radicali, come quelli di alcune città nordiche che hanno quasi bandito le auto private dai centri, qual è la sua opinione personale sulla fattibilità di un futuro simile per le città italiane? Sarebbe ipotizzabile un divieto quasi totale di accesso alle auto? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
C'è un tema fondamentale da considerare: se vogliamo chiedere ai cittadini di rinunciare al mezzo privato a favore del trasporto pubblico, dobbiamo prima essere in grado di offrire una rete di trasporto pubblico che sia realmente efficace, efficiente e, soprattutto, capillare. Una volta raggiunto questo standard qualitativo dell'offerta pubblica, sono convinto, osservando anche le esperienze di altre città, che l'abbandono del mezzo privato diventerà un processo quasi naturale.

A Bologna, ad esempio, abbiamo candidato diversi progetti per la realizzazione di una rete tranviaria che ha l'ambizione di coprire circa un terzo dell'attuale fabbisogno di trasporto pubblico, offrendo ai cittadini certezza sui tempi di percorrenza e una maggiore velocità, poiché il tram viaggia per gran parte del suo tragitto su una sede dedicata, non subendo le interferenze del traffico veicolare privato, a differenza del trasporto pubblico su gomma. Quando saremo riusciti a mettere a terra capillarmente questa rete di trasporto pubblico che abbiamo in mente, credo che l'abbandono progressivo dell'auto sarà una diretta conseguenza. Solo allora potremo iniziare a ragionare su ulteriori misure, ma fintanto che non avremo realizzato queste infrastrutture fondamentali, porsi in termini di divieti totali sarebbe, a mio parere, un approccio sbagliato nei confronti della cittadinanza. 
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Un progetto come "Città 30", focalizzato sulla sicurezza di pedoni e ciclisti, sarebbe stato forse più complesso da attuare solo pochi anni fa, quando la micromobilità era meno diffusa. Qual è stato il ruolo e l'impatto della micromobilità (bike sharing, monopattini, ecc.) a Bologna in questo contesto? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Anche qui abbiamo un dato molto significativo: abbiamo registrato un aumento del 69% nell'utilizzo del servizio di bike sharing, un dato davvero impressionante. È cresciuto anche l'utilizzo del car sharing, un servizio già consolidato da anni a Bologna. Oltre a ciò, è aumentato il numero di persone che scelgono di spostarsi a piedi: un recente sondaggio ci dice che muoversi a piedi è il secondo modo preferito dai bolognesi per spostarsi all'interno della città, subito dopo il trasporto pubblico. L'automobile, in questa classifica di preferenze, si colloca al terzo posto.
Michele Campaniello
Andrea Ferrario
Infine, una categoria professionale direttamente toccata da questi cambiamenti è quella dei tassisti. Come hanno reagito all'introduzione della "Città 30"? Ci sono state ripercussioni sui tempi di percorrenza, sui costi per i clienti o sul loro lavoro in generale? 
Andrea Ferrario
Michele Campaniello
Devo dire che, all'inizio, i tassisti hanno manifestato una certa ostilità verso il progetto "Città 30". Ci sono stati anche alcuni ricorsi al TAR da parte di alcuni di loro contro questa iniziativa. Sarei curioso di vedere, magari tra un altro anno, quindi a due anni di distanza dall'avvio, quale sarà il loro livello di apprezzamento attraverso un sondaggio mirato, perché occorre dare tempo a questi cambiamenti per essere assimilati e valutati appieno.
 
Personalmente, l'altro giorno ho preso un taxi e ho avuto la fortuna di incontrare un tassista, forse una 'mosca bianca', che si è dichiarato molto contento della "Città 30", soprattutto perché abbiamo discusso in termini di sicurezza stradale. E ho notato che quando si sposta il dibattito dall'ideologia al concreto, e si parla di sicurezza stradale, non c'è più divisione: siamo tutti d'accordo sull'importanza di questo valore.
Michele Campaniello
Ringraziamo l'Assessore Michele Campaniello per la sua disponibilità e per aver condiviso dati e riflessioni dettagliate sull'esperienza bolognese con la "Città 30". Un progetto che, come abbiamo avuto modo di scoprire, sta producendo risultati significativi ma che continua a essere oggetto di dibattito e di un processo di adattamento da parte dell'intera comunità. Invitiamo i nostri lettori, specialmente chi vive o conosce Bologna, a condividere la propria esperienza e opinione nei commenti: considerate la "Città 30" un buon progetto? Quali vantaggi o svantaggi avete riscontrato? Quali problematiche ritenete debbano ancora essere risolte? 

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

1 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


0
Con cambio automatico problemi non c'è ne sono, ma con cambio manuale e più complicato tenere i regimi bassi
Mostra altro Mostra meno

Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.