La Cina sta producendo così tante elettriche che ha bisogno anche di nuove navi per spedirle

La Cina avvia la creazione di nuove rotte commerciali per veicoli elettrici destinati a formare la quarta flotta più grande al mondo.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il settore automobilistico cinese sta vivendo una fase di espansione significativa, specialmente nel mercato dell'esportazione di veicoli elettrici. L'ambizione di vendere centinaia di migliaia di questi veicoli oltre i propri confini sta spingendo le aziende cinesi a cercare soluzioni logistiche su grande scala, delineando un'imminente trasformazione nel panorama del trasporto marittimo globale.

La Cina, già posizionata come l'ottava più grande flotta di navi a livello mondiale con 33 navi porta-auto, si appresta a rivoluzionare quest'ambito con un piano d'espansione ambizioso. Dati forniti da Veson Nautical, una società di consulenza navale, evidenziano il dinamismo cinese rispetto ai giganti consolidati del settore, come il Giappone, attualmente al primo posto con 284 navi, seguito da Norvegia e Corea del Sud. La strategia prevede l'inserimento di ulteriori 47 navi nella flotta cinese, che rappresentano un quarto dell'intero volume di ordini a livello globale. Tra gli acquirenti spiccano nomi noti dell'industria automobilistica cinese, come SAIC Motor, Chery, BYD, oltre a colossi del trasporto marittimo quali COSCO e China Merchants.

Nuove navi che però, presto, dovranno diventare anch'esse più green
Ciò che emerge è un quadro in cui, attraverso queste acquisizioni, la flotta controllata dalla Cina vedrà un incremento dal 2,4% all'8,7% del totale mondiale, segnando l'avvio di nuovi corridoi commerciali pensati specificamente per i produttori di automobili cinesi (OEM). Andrea de Luca, analista di Veson, sottolinea l'importanza di questa trasformazione che non solo migliorerà la capacità di esportazione del paese ma contribuirà alla creazione di rotte commerciali innovative.

Il successo delle esportazioni automobilistiche cinesi è già evidente, con BYD che si distingue per aver esportato oltre 240.000 veicoli lo scorso anno, pari a circa l'8% delle sue vendite globali. L'ambizione per l'anno in corso è quella di esportare fino a 400.000 EVs. Il gigante degli EV ha già messo in acqua una nave costruita appositamente con capacità di 7.000 unità EV e ha piani per aggiungerne altre sette nel giro di due anni.

Questo fervore nell'espansione della flotta si verifica mentre la Commissione Europea esamina le pratiche cinesi di sovvenzione alle esportazioni di EV verso l'Europa, con attenzione anche da parte degli Stati Uniti. La combinazione di sussidi statali e la pressione economica ha generato un eccesso di offerta, spingendo le aziende cinesi a cercare sbocchi all'estero per i loro prodotti. Ciò ha portato a un afflusso di EV economici nel mercato europeo, anche se ostacoli tariffari significativi rimangono alle frontiere europee.

È da notare, inoltre, come il settore della spedizione marittima si trovi di fronte alla necessità di una decarbonizzazione radicale nei prossimi anni, per allinearsi agli obiettivi climatici di Parigi. Attualmente, il trasporto marittimo rappresenta il sesto più grande emettitore di gas a effetto serra a livello mondiale, una posizione che lo colloca tra le emissioni totali di nazioni come il Giappone e la Germania.