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a cura di Valentina Acri

Il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in occasione dell’assemblea dell’Associazione logistica dell’Intermodalità sostenibile ha mostrato la sua contrarietà verso la nuova proposta, presentata dalla Commissione Europea, riguardante nuovi standard per le emissioni dei veicoli Euro 7 e che dovrebbe entrare in vigore già a partire da luglio 2025 per auto e furgoni e da luglio 2027 per i veicoli pesanti.

Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha, dunque, deciso di recarsi a Bruxelles per incontrare i colleghi europei anche per portare avanti la battaglia contro il cosiddetto integralismo pseudo-ambientalista.

Non si può imporre alle aziende di vendere solo Euro 7 diesel da luglio 2025 quando già dici che le auto a combustione interna saranno fuori legge dal 2035. È chiaro che significa legarsi mani e piedi all’industria cinese. Ogni tanto mi viene il dubbio che a Bruxelles ci sia qualcuno a libro paga non dei cittadini europei, ma della Repubblica popolare cinese, altrimenti non si spiegherebbero certe scelte economiche assolutamente suicide, ha commentato il ministro Salvini.

A Bruxelles, Salvini ha pertanto sottolineato l’importanza di dover rivedere modi e tempi dell’attuazione di alcune politiche, dato che vietare auto a benzina e diesel dal 2035, chiedendo allo stesso tempo di passare all’Euro 7 dal 2025, non ha nessun senso economico, ambientale e sociale. Secondo il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, infatti, una simile decisione avrebbe come conseguenza il lasciare in mezzo alla strada decine di migliaia di operai.

Nel frattempo, Matteo Salvini ha colto l’occasione per ricordare che il rapporto fra Italia e Francia è strategico e che ci sarà il piacere di lavorare insieme su alcuni dossier particolarmente rilevanti come Tav e produzione dei motori tradizionali.

Per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto, la Commissaria ai Trasporti Adina Valean apre agli aiuto Ue:

Dopo 54 anni di mancati sforzi l’attuale Governo ha tutta l’intenzione di avere un collegamento stabile fra Sicilia e Calabria, fra Italia ed Europa, per il completamento di quel corridoio scandinavo-mediterraneo che avrebbe così l’anello mancante.