Sbronzo alla guida, salvato dalla fortuna più che dalla sua Tesla

Il guidatore ha perso conoscenza mentre la sua Tesla procedeva ad alta velocità in modo autonomo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Alexander Samek, 45 anni, ha bevuto troppo e poi si è messo alla guida della sua Tesla, arrivando a circa 110 Km/h. Si è addormentato, ma fortunatamente non ci sono stati incidenti. La polizia si è accorta di cosa stava succedendo, e usando due auto gli agenti sono riusciti a far fermare in sicurezza il veicolo.

Le indagini sono ancora in corso, ma sembra molto probabile che la funzione Pilota Automatico fosse attiva. Diversamente, non si spiegherebbe come si sia evitata una disgrazia, e soprattutto gli agenti abbiano potuto fermare la Tesla "semplicemente" mettendosi davanti ad essa e rallentando fino a farla fermare.

L'ipotesi che Autopilot fosse attivo è quindi piuttosto concreta, e di conseguenza possiamo dedurre che Samek abbia bevuto davvero parecchio visto che né gli allarmi interni dell'auto (che scattano se non rilevano il contatto delle mani sul volante) né le sirene della polizia sono bastate a svegliarlo.

La vicenda è uno spunto per riflettere sulle tecnologie di guida autonoma, sotto diversi punti di vista. In primo luogo si può affermare che Autopilot ha effettivamente evitato un incidente: non sappiamo per quanto tempo il guidatore sia rimasto incosciente, ma è un fatto che nessuno si sia fatto male. E possiamo anche affermare che proprio il sistema automatico ha permesso alla polizia di fermare l'auto in sicurezza.

Non si possono però prendere le rose senza le spine: la vicenda mette in luce anche il fatto che le Tesla non hanno un sistema di controllo adeguato. Bastava una videocamera per verificare lo stato del guidatore, e portare l'auto ad arrestarsi in sicurezza in un'area di sosta o lungo la corsia di emergenza. E magari avrebbe anche potuto chiamare soccorsi. È una soluzione tecnica semplice da realizzare e non costerebbe molto.

Altri produttori hanno sistemi simili, alcuni molto sofisticati, progettati per garantire che il guidatore sia vigile e stia prestando assistenza alla guida. Succede, probabilmente, solo perché le leggi europee sono un po' più rigide rispetto a quelle statunitensi quanto a sistemi autonomi; Tesla può comunque vendere le sue auto con Autopilot installato e utilizzabile, e il rispetto della legge è delegato al proprietario.

Stupisce comunque che l'auto tecnologica per antonomasia non integri un sistema di sicurezza tanto semplice, a maggior ragione considerato che altri ce l'hanno. Anche perché il caso di Samek è, alla fine, una questione di pura fortuna. Il mese scorso infatti i Euro NCAP ha dimostrato che i sistemi autonomi non sono abbastanza affidabili: se questa volta non è successo niente di grave, dunque, probabilmente non significa  proprio nulla.