Se il 2024 è stato l’anno della fascinazione collettiva per l’Intelligenza Artificiale Generativa, il re:Invent 2025 di Las Vegas segna il passaggio alla fase operativa, quella "noiosa" ma incredibilmente redditizia per le aziende: l’era degli agenti. Non stiamo più parlando di chatbot che scrivono poesie, ma di software progettati per agire, prendere decisioni e integrarsi nei processi aziendali critici. La mossa di Amazon Web Services è chiara e sposta la conversazione dal "cosa può fare l'IA" al "quanto ci fa risparmiare".
Amazon dunque rinnova e rinfresca la narrativa che conosciamo, quella secondo cui l’AI ci fa lavorare più in fretta e in modo più efficiente, aumentando i profitti ed eliminando i problemi. Se cerchiamo di tenere i piedi per terra, tuttavia, capiamo facilmente che gli agenti attuali non possono veramente prendere decisioni e la loro capacità di agire è limitata.
Resta però il fatto fondamentale: L’AI moderna è una questione di agency e in ambito professionale e aziendale questa capacità di agire senza un punto di svolta assoluto. Gli agenti faranno la differenza.
AI Agentica: da chatbot a forza lavoro
Il punto centrale di Re:Invent 2025 è la nuova strategia "agent-first". Con il lancio di AgentCore, AWS non si limita a fornire potenza di calcolo, ma tenta di standardizzare il modo in cui le aziende costruiscono e, soprattutto, controllano i propri agenti digitali. AgentCore è in un certo senso un ambiente che ospita e amplifica le possibilità di Model Context Protocol.
La promessa è quella di un runtime persistente con memoria e osservabilità, capace di trasformare un modello linguistico in un impiegato virtuale affidabile.
Prima di impegnare un budget, tuttavia, bisogna prendere in considerazione anche il tema
Tuttavia, per il manager che deve firmare il budget, la questione non è tecnica ma di governance. Come evidenziato dalle nuove funzionalità di sicurezza per AgentCore, la vera sfida è garantire che questi agenti operino entro policy deterministiche. Se un'IA ha il potere di modificare un database di produzione o inviare ordini ai fornitori, il margine di errore deve essere zero. Amazon sembra aver compreso che senza "controlli di qualità misurabili", l'adozione enterprise rimarrebbe un miraggio.
Mentre il software diventa più "intelligente", l'hardware deve diventare più efficiente. Ed è questa la necessità che informa la creazione dei processori Graviton5 e dei server Trainium3 UltraServers, per ridurre l'OpEx. In un contesto in cui i costi energetici e di calcolo minacciano di erodere i margini operativi, la promessa di massimizzare l'efficienza energetica per carichi di lavoro IA non è solo un claim ecologista, ma una leva strategica per il CFO.
L'infrastruttura diventa così il vero vantaggio competitivo nascosto. Non basta addestrare un modello; bisogna poterlo eseguire ("inferenza") miliardi di volte senza mandare in rosso i conti. Le nuove opzioni di Database Savings Plans confermano questa tendenza: la flessibilità contrattuale è importante quanto la potenza bruta.
Sovranità dei Dati e "AI Factories"
Un altro tassello fondamentale è la gestione del dato proprietario. Con Nova Forge e le AI Factories, AWS offre alle aziende la possibilità di addestrare modelli privati ("Novella") integrando i propri dati aziendali direttamente nei checkpoint di training.
Questo approccio ibrido, che permette di distribuire infrastrutture gestite anche in data center privati, risponde alle ansie europee sulla data residency. Per le PMI italiane e le grandi corporate, questo significa poter sfruttare la potenza dei foundation model di Amazon (come il nuovo Nova 2) senza dover necessariamente spostare i dati sensibili fuori dal perimetro di sicurezza aziendale.
Riflessioni finali
Siamo di fronte a una democratizzazione della potenza di calcolo o a una nuova forma di lock-in tecnologico? La visione di AWS è seducente: un futuro in cui agenti autonomi gestiscono la complessità, ottimizzati da chip proprietari e governati da policy automatizzate. Resta però una domanda aperta, che ogni CTO dovrebbe porsi: delegare l'operatività a una "forza lavoro" digitale richiede una fiducia nei sistemi di controllo che, ad oggi, dobbiamo ancora costruire pienamente. Siamo pronti a gestire i colleghi che non dormono mai?