Ottimizzare server e storage va bene, ma gli endpoint?

L'infrastruttura ottimizzata è condizione sine qua non per un IT efficiente. Ma il punto critico sono gli endpoint. IGEL e Ready hanno risolto il problema

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a cura di Giuseppe Saccardi

La virtualizzazione dell'infrastruttura di base dell'IT e l'evoluzione in atto verso il software defined è di certo di aiuto nel rendere più efficiente il sistema informativo nel suo complesso, garantire la continuità operativa e, in combinazione con il cloud, sinonimo di fruizione  dell'IT come servizio,  abilitare una  consistente riduzione di Capex e Opex.

Ma basta questo per garantire l'efficienza e la sicurezza delle applicazioni e della gestione degli utenti? Non è detto, mette in guardia Simon Richards, Managing Director di IGEL Technology, società fortemente impegnata nello sviluppo di soluzioni ad alta efficienza per  endpoint.

SimonRichards

Simon Richards

Uno degli aspetti più critici per gli endpoint, si tratti di uno smartphone o di un notebook,  è ad esempio il sistema operativo.

Un sistema operativo  non adatto, o un insieme di sistemi operativi che non garantiscono sicurezza e intercomunicabilità può creare una situazione  ingestibile ai margini della rete IT, portare  a  un eccesso di spese per le licenze,  creare difficoltà gestionali e causare   criticità nella  sicurezza dei dati e delle applicazioni.

Per risolvere il problema alla radice  IGEL ha sviluppato un sistema operativo  universale  con cui si è proposta di ottenere come obiettivi: il controllo granulare degli endpoint dal centro; nessun costo di licenza;  spazio di lavoro familiare  reso sicuro da un adeguato controllo  a livello di backend;  una sicurezza  basata sulla tecnologa Trusted Execution; un file system a sola lettura  e funzioni di autoconfigurazione volte ad assicurare  il boot-up.

L'insieme di un sistema operativo comune a tutti gli endpoint e l'efficienza della gestione, ha evidenziato IGEL, ha ad esempio permesso  a ABC Inc. di ottenere  una diminuzione dei costi energetici del 20%, dei costi hardware del 45% e dei costi amministrativi del 75%.

Un sistema operativo su misura degli endpoint

La chiave di volta  dell'approccio IGEL alla ottimizzazione  degli endpoint è costituito dal software thin client Universal Desktop Converter 2 (UDC2), che  costituisce l'alternativa ideata da IGEL ai tradizionali software.  

Può essere installato come sistema operativo su Pc, portatili e thin client selezionati, trasformando l'hardware in un thin client basato sul software che permette l'accesso sicuro alle infrastrutture IT centralizzate.

Una volta installato, ha osservato il manager, gli utenti vengono a disporre di  un accesso stabile e affidabile a servizi aziendali o  nel cloud, ad applicazioni di Server Based Computing e di virtual desktop. 

In pratica,  i sistemi operativi  di varia natura e con caratteristiche diverse presenti in modo nativo sugli endpoint vengono ad essere sostituiti  ( ma non eliminati)  da un sistema operativo  standardizzato e unificato  che ne permette la gestione centralizzata tramite  il software Universal Management Suite di IGEL.

Va osservato che ai fini dell'investimento da affrontare  il software UDC2 da installare sugli endpoint  è offerto  con la formula dell'acquisto diretto mentre il software di gestione UMS è  compreso nella fornitura e scaricabile  via rete.

La soluzione è disponibile in diverse modalità sotto forma di Thin Client, Zero Client, All in one.

IGEL HW

l Thin Client di IGEL

Un Client  portatile su chiavetta USB

Alle versioni  disponibili IGEL ha aggiunto di recente  anche una soluzione portatile sotto forma di chiavetta USB, fruibile tramite  qualsiasi  dispositivo  sia dotato di una porta USB avviabile.

Una volta inserita nel dispositivo il sistema operativo nativo viene sostituito da quello universale presente sulla chiavetta. Quando si rimuove la chiavetta il dispositivo ritorna poi al suo stato originale.

E' questo un approccio, evidenzia l'azienda, che permette sia la portabilità estrema di un dispositivo virtuale che di utilizzare  dispositivi  obsoleti o il cui sistema operativo nativo  non sia più supportato.

In pratica, oltre a un incremento della flessibilità si può prolungare la vita di piattaforme hardware ancora valide e funzionali che andrebbero altrimenti sostituite  a causa di politiche commerciali e di supporto delle release da parte dei costruttori.

Il sistema operativo Linux residente sulla chiavetta ha poche esigenze. Richiede sul dispositivo  di utente la presenza di un processore X86 a 64-bit e di 2 GB di RAM.

Dispone di una memoria di 8 GB e una interfaccia USB3, il tutto in un  contenitore metallico di dimensioni ridottissime. La soluzione  dispone poi dei certificati  CE, FCC, BSMI, RCM, KC.

Ampio lo spettro di utilizzatori per cui la soluzione, osserva Simon Richards, si rivela molto utile. Tra questi, utenti BYOD che si desidera unificare come supporto e gestione, lavoratori Home-Office, collaboratori o fornitori aziendali o consulenti finanziari/assicurativi in mobilità, oppure personale di magazzino senza un'area di lavoro fissa o postazioni condivise in ambienti call center.

IGEL USB3 PNG

Il virtual desktop sempre con te

Una partnership con Ready Informatica

Per la distribuzione in Italia della soluzione di virtual desktop, IGEL ha siglato un accordo con  Ready Informatica,  che ha evidenziato come la soluzione si integri bene nel suo portfolio e  vada incontro alle esigenze  del mercato italiano.

Si tratta di una soluzione, ha osservato Terenzio Preda, direttore commerciale di Ready Informatica, che cambia profondamente l'approccio al mercato del Thin Client, perché svincola completamente dall'hardware esistente.

PREDA Protrait

Terenzio Preda

Non si tratta più di  vedere che hardware o sistemi operativi sono in azienda e con un piccolo investimento per  macchina  permette di  dare nuova vita all'hardware e creare una infrastruttura virtuale gestibile in modo  omogeneo che dal data center si estende sino a livello di dispositivo di utente.