La Commissione Europea ha formalizzato la strategia Apply AI nell'ottobre 2025, integrandola come l'elemento esecutivo dell'AI Continent Action Plan. Questa iniziativa, rivolta ai governi nazionali e al tessuto industriale europeo, stabilisce una roadmap chiara per l'adozione su larga scala dell'Intelligenza Artificiale (IA).
L'obiettivo fondamentale è duplice: rafforzare la competitività economica del blocco e garantire che l'espansione tecnologica avvenga nel pieno rispetto dei valori europei, elevando l'etica a standard industriale. Il piano sposta il focus dalla legislazione (l'AI Act) all'implementazione pratica, definendo di fatto cosa comporta per i paesi membri a livello operativo e strategico.
Il progetto europeo si basa sul principio di creare un ecosistema di "eccellenza e fiducia", ma la pressione per l'adozione su larga scala solleva immediatamente la questione critica di come conciliare la velocità dell'innovazione con la meticolosa governance richiesta dal legislatore. Dopotutto un sistema molto regolato difficilmente può essere anche un sistema veloce.
L'UE introduce il concetto di "AI First Policy", che invita tutte le organizzazioni a considerare l'IA come la soluzione potenziale di default per ogni decisione strategica, imponendo implicitamente un ritmo che non ammette rallentamenti.
La roadmap per i paesi membri
La strategia si traduce per gli Stati membri in una road map settoriale focalizzata su undici aree chiave, tra cui la sanità, la mobilità, la manifattura e l'energia. Questo approccio a "settori faro" (sectoral flagships) richiede agli Stati membri e alle loro industrie un'immediata mobilitazione di risorse.
Per mitigare le barriere all'adozione, il piano impone ai paesi membri di potenziare le infrastrutture condivise: la trasformazione dei centri esistenti in Experience Centres for AI e il sostegno alle AI Factories servono da snodi di accesso all'innovazione e al testing. L'impatto più stringente sui governi nazionali e sulle aziende è, tuttavia, legato al fattore umano: il piano richiede investimenti massicci nel reskilling della forza lavoro. Non è una soluzione a lungo termine, ma nell'immediato non possiamo farne a meno.
La pressione all'adozione è particolarmente forte sulle Piccole e Medie Imprese (PMI), che spesso faticano a integrare le tecnologie avanzate. Questa attenzione è necessaria poiché l'uso efficace dell'IA nella produttività quotidiana è ancora disomogeneo, come dimostrano le analisi settoriali che rivelano come soltanto una minoranza delle aziende usi l'IA "Il 43% delle PMI usa l'Intelligenza Artificiale nella produttività quotidiana".
Impatto normativo e gestione del rischio
L'impatto più significativo per gli Stati membri e le loro istituzioni è la gestione della conformità normativa. Apply AI si basa sul presupposto che il rischio sia gestibile solo attraverso una supervisione rigorosa, demandando alle autorità nazionali il compito di vigilare sull'adesione all'AI Act. Per garantire coerenza tra i 27 Stati, la Commissione ha istituito l'AI Act Service Desk e l'Apply AI Alliance, un forum di coordinamento che deve assicurare che le politiche locali siano allineate con le direttive centrali.
Questa governance si estende alla gestione del rischio di sicurezza. L'IA è una tecnologia a doppio taglio: se da un lato aiuta a difendersi, dall'altro facilita l'escalation della criminalità.
Il piano deve quindi affrontare le nuove sfide che l'Intelligenza Artificiale pone anche al settore della sicurezza digitale, un rischio in continua evoluzione di cui abbiamo parlato nell'articolo IA e crimine: nuove sfide per la sicurezza digitale. Il successo di Apply AI dipenderà dalla capacità dei singoli paesi di trasformare l'onere della conformità in una cultura della governance interna che eviti la delega cieca della responsabilità agli algoritmi.
Il piano Apply AI non chiede agli Stati membri di limitarsi a finanziare, ma di integrare l'IA nel proprio DNA economico e pubblico sotto una supervisione centralizzata. Il piano mobilita oltre un miliardo di euro di investimenti, e sottolinea che la vera scommessa dell'Europa non è solo fare più IA, ma farla meglio e con maggiore responsabilità. La questione cruciale che rimane aperta è se il rigore normativo, pur necessario, riuscirà a muoversi alla velocità richiesta dalla competizione globale, o se l'Europa sarà condannata a essere il laboratorio etico mondiale che arriva sempre in ritardo sul mercato.