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Primo lavoro, l'IA ha cambiato la vita dei laureati

L'intelligenza artificiale trasforma il recruiting, ma le aziende continuano a cercare talenti umani di qualità

Avatar di Antonino Caffo

a cura di Antonino Caffo

Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 16/07/2025 alle 08:38 - Aggiornato il 21/07/2025 alle 16:00

La notizia in un minuto

  • Le posizioni entry-level per neolaureati sono diminuite di un terzo negli ultimi due anni e mezzo nel Regno Unito, con l'AI che accelera questa trasformazione combinandosi con fattori economici tradizionali
  • L'acquisizione di competenze AI è diventata essenziale per i giovani laureati: chi non ha utilizzato strumenti come ChatGPT rischia di essere escluso dai processi di selezione
  • Emerge un mercato nascosto di opportunità nelle piccole e medie imprese che rappresentano il 60% della forza lavoro britannica e sono alla ricerca di giovani con competenze AI

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il panorama lavorativo britannico, e i neolaureati si trovano al centro di questa trasformazione epocale. Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi due anni e mezzo, le posizioni entry-level sono diminuite di un terzo, creando quello che molti esperti definiscono il mercato del lavoro più difficile per i giovani dal 2018. Tuttavia, dietro questa apparente crisi si nasconde una realtà più complessa, dove opportunità e minacce si intrecciano in modi inaspettati.

Il Guardian ha condotto un'inchiesta approfondita coinvolgendo le principali agenzie di reclutamento del Regno Unito e esperti del settore occupazionale, per comprendere come l'intelligenza artificiale stia effettivamente impattando sulle prospettive lavorative dei giovani laureati. I risultati rivelano un quadro sfaccettato che va ben oltre la semplice sostituzione uomo-macchina.

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La situazione economica generale gioca un ruolo fondamentale in questo scenario. Kirsten Barnes, responsabile della piattaforma digitale di Bright Network, sottolinea che "qualsiasi cambiamento nel mercato del lavoro per laureati quest'anno - che tipicamente fluttua del 10-15% - sembra essere guidato da una combinazione di fattori, incluse le condizioni economiche più ampie e le usuali fluttuazioni nella domanda aziendale, piuttosto che da un impatto diretto dell'IA". Claire Tyler dell'Institute for Student Employers conferma questa visione, precisando che tra le aziende che assumono meno laureati "nessuna di loro ha detto che è a causa dell'IA".

Il recente aumento dei contributi previdenziali per i datori di lavoro ha ulteriormente complicato la situazione, rallentando le assunzioni di personale entry-level. Ed Steer, amministratore delegato di Sphere Digital Recruitment, ha osservato un crollo delle posizioni per laureati da 400 all'anno nel 2021 a 75 previste quest'anno, attribuendo il calo alla preferenza delle aziende per candidati più esperti che possano "fornire risultati ai loro clienti dal primo giorno".

L'accelerazione tecnologica e i suoi effetti immediati

Nonostante i fattori economici tradizionali, l'intelligenza artificiale rappresenta indubbiamente un elemento di disruzione crescente. Auria Heanley di Oriel Partners ha registrato un calo del 30% nelle posizioni entry-level quest'anno, dichiarando di non avere "alcun dubbio" che "l'IA combinata con l'incertezza economica più ampia, sta rendendo molto più difficile per i laureati trovare questi ruoli".

Felix Mitchell di Instant Impact identifica nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) quelli maggiormente colpiti dalla rivoluzione tecnologica. "Penso che le evidenze suggeriscano che l'IA sarà probabilmente un creatore netto di posti di lavoro, ma le perdite stanno accadendo più velocemente dei guadagni", osserva Mitchell, evidenziando il divario temporale tra distruzione e creazione di occupazione.

Le previsioni per il futuro si fanno ancora più drammatiche. Dario Amodei, CEO di Anthropic, ha avvertito che la tecnologia potrebbe eliminare la metà di tutti i lavori d'ufficio entry-level nei prossimi cinque anni. Grandi aziende tecnologiche come Microsoft stanno già implementando agenti IA - sistemi che eseguono compiti cognitivi di livello umano in modo autonomo - con early adopters che includono McKinsey e lo studio legale Clifford Chance.

"Questo è l'anno dell'IA... molte aziende stanno davvero raddoppiando gli investimenti"

James Reed, CEO dell'agenzia Reed, descrive il 2024 come un anno di svolta: "Questo è l'anno dell'IA... molte aziende stanno davvero raddoppiando gli investimenti. Sembra l'anno in cui l'AI sta realmente cambiando e si sta radicando - nel bene o nel male". Sophie O'Brien di Pollen Careers va oltre, prevedendo che "il mercato del lavoro potrebbe apparire vastamente diverso anche solo tra un anno".

Competenze AI: il nuovo imperativo professionale

In questo scenario di trasformazione accelerata, emerge chiaramente un nuovo imperativo: l'acquisizione di competenze IA non è più un'opzione, ma una necessità. David Bell della società di ricerca executive Odgers rivela che gli studi legali stanno ora richiedendo competenze IA dai laureati: "Come parte del processo di intervista per l'assunzione di laureati, stanno chiedendo loro della loro comprensione e utilizzo dell'IA. Chiunque non abbia utilizzato ChatGPT o l'equivalente avrà difficoltà a essere assunto".

James Milligan di Hays sottolinea l'importanza di questa seconda serie di competenze: "Se non hanno quel secondo set di competenze su come usare l'IA, allora saranno sicuramente svantaggiati. I lavori non muoiono, si evolvono e cambiano. Penso che siamo in un processo di cambiamento evolutivo in questo momento".

Paradossalmente, l'intelligenza artificiale sta anche creando nuove categorie professionali. Chris Morrow di Digitalent, agenzia specializzata nel reclutamento di ruoli legati all'IA, osserva che "sta aprendo finestre a lavori che non esistevano 12 mesi fa, come l'etica dell'IA e il prompt engineering. Nuovi ruoli stanno nascendo".

Il sistema educativo si trova ora sotto pressione per adattarsi rapidamente. Louise Ballard di Atheni.ai identifica un problema fondamentale: "Le competenze di alfabetizzazione IA di base non vengono insegnate nell'istruzione superiore. I giovani non stanno ricevendo la formazione di cui hanno bisogno. Le competenze richieste per essere bravi con l'IA non sono necessariamente le competenze accademiche che hai acquisito".

L'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel processo di candidatura stesso sta trasformando le dinamiche di assunzione. Bright Network riporta che l'uso dell'IA per le candidature è aumentato dal 38% dell'anno scorso al 50%. Teach First, un importante datore di lavoro per laureati, pianifica di accelerare l'uso di processi di selezione che non coinvolgono la scrittura per ridurre l'impatto delle candidature generate da computer.

Claire Tyler avverte che l'uso eccessivo dell'IA nelle candidature potrebbe portare i datori di lavoro a terminare anticipatamente le campagne di reclutamento, colpendo particolarmente i gruppi sottorappresentati. Curiosamente, James Reed nota come gli errori una volta considerati segnali d'allarme vengano ora reinterpretati: "Nei vecchi tempi eliminavamo i CV con errori ortografici perché pensavamo che la persona non prestasse attenzione ai dettagli. Ora se vedi un CV con un errore ortografico pensi: 'Wow, quello è davvero scritto da una persona - è autentico'".

Un'opportunità significativa emerge dalle piccole e medie imprese, che rappresentano il 60% della forza lavoro britannica. Sophie O'Brien sottolinea che "molte di queste aziende non sanno come usare l'IA, hanno paura dell'IA e c'è un'enorme opportunità per i giovani laureati di portare queste competenze in piccole aziende che stanno ancora assumendo". Dan Hawes del Graduate Recruitment Bureau conferma l'esistenza di "migliaia di datori di lavoro sotto il radar" che sono "disperati per individui brillanti", rappresentando un "mercato nascosto enorme" raramente considerato.

La vera sfida, secondo Chris Morrow, non è che l'IA prenda i lavori, ma che le istituzioni educative e le politiche governative non riescano a tenere il passo. "Le università devono incorporare l'apprendimento dell'IA in tutte le loro materie", conclude, delineando la strada verso un futuro dove l'adattamento, più che la resistenza, determinerà il successo professionale delle nuove generazioni.

Fonte dell'articolo: www.theguardian.com

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