Logo Tom's Hardware
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Tom's Hardware Logo
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Forum
  • Sconti & Coupon
Offerte di Natale
Accedi a Xenforo
Immagine di Microsoft -3%, colpa dell'AI che non fa abbastanza soldi
Business
Immagine di Detesto Windows con IA ma la strada è segnata (ed è quella giusta) Detesto Windows con IA ma la strada è segnata (ed è quella...
Immagine di Conto aziendale online per PMI e freelance: come Vivid semplifica la gestione finanziaria e valorizza la liquidità Conto aziendale online per PMI e freelance: come Vivid sempl...

Microsoft -3%, colpa dell'AI che non fa abbastanza soldi

Microsoft ha ridotto gli obiettivi di crescita delle vendite per la piattaforma Azure AI Foundry, un tool enterprise, dopo che i clienti aziendali hanno frenato gli acquisti di soluzioni AI considerate non ancora mature e con ROI incerto.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 04/12/2025 alle 13:07
Quando acquisti tramite i link sul nostro sito, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più

L'ottimismo che ha spinto il titolo Microsoft a livelli record ha subito una battuta d'arresto il 3 dicembre 2025: la compagnia ha registrato un calo azionario tra il 2% e il 3%. Magari può non sembrare molto ma è un segnale importante, una risposta ai report che segnalano una domanda più lenta del previsto per i suoi prodotti di Intelligenza Artificiale destinati al segmento enterprise. 

Il focus della questione è Foundry, la piattaforma Azure pensata per lo sviluppo e la gestione di agenti AI automatizzati e tool per sviluppatori. In sostanza, gli obiettivi di vendita non sono stati raggiunti, e il target per il prossimo trimestre è stato ridotto del 50%. 

AI Week
Codice sconto copiato!
AI Week Logo

Se l'Intelligenza Artificiale è il tuo futuro, iscriviti subito alla AI Week 2026 per approfondire tutti questi temi con gli esperti.

  1. Utilizza il codice sconto esclusivo per i lettori di Tom's Hardware:
  2. Acquista il tuo biglietto prima che sia troppo tardi!
    Iscriviti ora!

In altre parole, arriverà la metà del denaro (forse anche meno) proprio da quella parte di azienda che prometteva i maggior profitti nel breve termine. 

Siamo, tra l’altro, nello stesso territorio in cui si sta muovendo Amazon, che a re:Invent 2025 sta proponendo una piattaforma di Agentic AI imponente. Sembra però che le aziende del mondo non siano ancora pronte a investire grossi budget in AI. Una cautela tutto sommato comprensibile, visto che ad oggi non è ancora chiaro come avere un ROI interessante da questi investimenti. Allo stesso tempo, la spinta della FOMO si sta affievolendo ogni giorno che passa. 

I team di vendita non raggiungono il target

La ragione dietro l'aggiustamento è schietta e pragmatica: i team di vendita di Azure negli Stati Uniti non sono riusciti a centrare gli obiettivi di crescita fissati per l'anno fiscale terminato a giugno 2025. Meno del 20% dei venditori aveva raggiunto il target iniziale del 50% di crescita delle vendite per prodotti AI enterprise, tra cui Foundry. 

Forse chiedere di raddoppiare le vendite era semplicemente una follia, ma sta di fatto che il risultato ha costretto la compagnia a un'azione interna, rara per la sua storia recente: a luglio 2025, gli obiettivi di crescita per Foundry sono stati drasticamente ridotti, passando dal 50% al 25%. Si tratta di una mossa che riflette una disconnessione tra le ambizioni di business del colosso di Redmond e la reale disponibilità dei manager aziendali a investire massicciamente nell'automazione avanzata.

Passare a un obiettivo più modesto è una scelta radicale e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Fissare un obiettivo del +50% forse però non era corretto, e se quella decisione era sbagliata - e oggi è ovvio - sembra che un +25% potrebbe essere un altro errore. Forse fra tre mesi ci toccherà pubblicare lo stesso articolo, oppure MS rivedrà gli obiettivi di nuovo. Se i suoi clienti sono prudenti nello spendere, com’è evidente, forse il vendor dovrebbe essere ancora più prudente nel prevedere profitti. 

Il focus della questione è Foundry, la piattaforma Azure pensata per lo sviluppo e la gestione di agenti AI automatizzati e tool per sviluppatori.

Il nodo del ROI per l'impresa

I clienti enterprise hanno mostrato una marcata riluttanza ad aumentare i budget per soluzioni basate su agenti AI, le quali non offrono ancora un ritorno sull'investimento (ROI) facilmente misurabile e dimostrabile. In questo senso, la questione non è nuova per il settore: anche l'adozione di modelli open source come Llama di Meta ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine e sul fatto che gli investimenti in Intelligenza Artificiale rappresentino ancora un costo più che un generatore di profitto.

Laddove l'AI generativa orientata al consumer (come Copilot) trova un'adozione più rapida, i tool complessi per sviluppatori, che richiedono un'integrazione profonda e un reskilling delle risorse interne, impongono una maggiore cautela. Come avevamo analizzato, senza la GenAI non si va avanti ma il ROI resta una scommessa.

Gli obiettivi di crescita per Foundry sono stati drasticamente ridotti, passando dal 50% al 25%.

La grande domanda sull'onda dell'AI

L'episodio di Foundry, per quanto circoscritto, solleva la grande domanda che deve attraversare ogni analisi del settore: l’AI è una bolla oppure no? Siamo arrivati al punto in cui gli investimenti (che almeno in parte sono pericolose operazioni circolari) non riescono più a nascondere il poco interesse dei clienti? E che dire di quei clienti che hanno deciso di investire e non hanno ancora visto un ritorno? 

L'onda dell'Intelligenza Artificiale è entusiasmante per le opportunità che offre, ma i risultati di Microsoft mostrano un'incrinatura: l'innovazione non si traduce automaticamente in fatturato finché le aziende non vedono un vantaggio competitivo chiaro e un impatto sui KPI. 

E per ottenere tale impatto forse ci vorrà più tempo del previsto, perché non è facile smettere di subire l’AI e iniziare a usarla a proprio vantaggio. Le sfide da vincere infatti non sono solo tecnologiche, e il tipo di formazione necessario per rendere l’AI davvero utile non è un semplice corso da poche ore. 

Upskilling e reskilling restano parole chiave in questo scenario, ma forse non abbiamo ancora capito quanto profondo deve essere il cambiamento. E quanto deve essere strutturato il percorso di formazione. 

Ma stiamo iniziando a capire che non è una bacchetta magica, se i manager resistono a stanziare i fondi. Forse significa che il lavoro di traduzione tra la meraviglia tecnica e il risultato aziendale è ancora incompleto, che ci sono ancora cose che dobbiamo capire. Che non basta scrivere AI e vedere il fatturato decollare.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite . Vuoi accedere?

Invia

Per commentare come utente ospite, clicca cerchi

Cliccati: 0 /

Reset

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.

Segui questa discussione

Ti potrebbe interessare anche

Conto aziendale online per PMI e freelance: come Vivid semplifica la gestione finanziaria e valorizza la liquidità

Sponsorizzato

Conto aziendale online per PMI e freelance: come Vivid semplifica la gestione finanziaria e valorizza la liquidità

Di Massimo Costante
Detesto Windows con IA ma la strada è segnata (ed è quella giusta)

Business

Detesto Windows con IA ma la strada è segnata (ed è quella giusta)

Di Valerio Porcu
AWS usa l’IA per "uccidere" Windows (e azzerare i costi di licenza)
1

Business

AWS usa l’IA per "uccidere" Windows (e azzerare i costi di licenza)

Di Valerio Porcu
Obbligare Big Tech a pagare per l'infrastruttura elettrica, un'idea sensata?

Business

Obbligare Big Tech a pagare per l'infrastruttura elettrica, un'idea sensata?

Di Valerio Porcu
Chat Control (CSAR): il compromesso europeo e le incognite ancora aperte

Business

Chat Control (CSAR): il compromesso europeo e le incognite ancora aperte

Di Avv. Giuseppe Croari
Footer
Tom's Hardware Logo

 
Contatti
  • Contattaci
  • Feed RSS
Legale
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Cookie
  • Affiliazione Commerciale
Altri link
  • Forum
Il Network 3Labs Network Logo
  • Tom's Hardware
  • SpazioGames
  • CulturaPop
  • Data4Biz
  • TechRadar
  • SosHomeGarden
  • Aibay

Tom's Hardware - Testata giornalistica associata all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013 - Direttore: Andrea Ferrario

3LABS S.R.L. • Via Pietro Paleocapa 1 - Milano (MI) 20121
CF/P.IVA: 04146420965 - REA: MI - 1729249 - Capitale Sociale: 10.000 euro

© 2025 3Labs Srl. Tutti i diritti riservati.