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Registrazione del tempo: per gli italiani migliora l'organizzazione delle attività e riduce il rischio di straordinari

Secondo un'indagine di SD Worx, per i dipendenti italiani la registrazione del tempo lavorativo migliora l'organizzazione dei compiti.

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Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

Pubblicato il 25/06/2024 alle 09:00

La registrazione del tempo lavorativo è diventato ormai lo standard per molti dipendenti italiani: secondo l'ultima indagine di SD Worx, fornitore europeo di soluzioni HR, il 58% dei lavoratori italiani (in linea coi risultati europei) dichiara di usare strumenti software per tenere traccia delle presenze e delle proprie attività, siano esse compiti esecutivi o riunioni.

Il 51% di chi utilizza questi strumenti ritiene che siano fondamentali per garantire una migliore organizzazione e pianificazione dei compiti, oltre che un mezzo per evitare o ridurre gli straordinari.

Pexels
ufficio

Il 38% dei lavoratori intervistati afferma che i tool di registrazione delle presenze e degli orari li aiutano a mantenere un buon equilibrio tra vita privata e lavoro, mentre il 48% dichiara che il time tracking fornisce una visione della propria efficienza operativa; nonostante ciò, un quinto degli intervistati percepisce la registrazione obbligatoria come fonte di stress, e un terzo sostiene che sia un segno di sfiducia da parte del datore di lavoro.

"I dipendenti spesso continuano a credere che la registrazione del tempo sia principalmente una questione di controllo, ma in realtà è uno strumento utile ad aumentare la consapevolezza di come si utilizza il proprio tempo. Aiuta i dipendenti a lavorare in modo efficiente, a sapere cosa è già stato fatto e a stabilire le priorità" afferma Bert De Vriendt, Country Leader di SD Worx Italy.

Il 37% degli italiani, in effetti, conferma di fare regolarmente gli straordinari. I motivi principali sono legati a un'elevata pressione lavorativa (35%), alla necessità di affrontare problemi imprevisti che richiedono uno sforzo supplementare (24%), alla mancanza di personale o di risorse (26%) e alla necessità di rispettare scadenze ravvicinate (21%).

È per questo che il 32% degli intervistati italiani afferma di registrare i propri orari di lavoro sia per evitare di fare gli straordinari, sia per evidenziare situazioni di overworking, contribuendo a migliorare la pianificazione dei carichi di lavoro.

Dall'altra parte, le aziende introducono questi sistemi di registrazione del tempo principalmente per ottimizzare le attività e aumentare la produttività (41%). Il 32% delle imprese riporta anche un miglioramento della fiducia dei dipendenti, l'eliminazione della percezione di controllo e la necessità di rispondere alle crescenti esigenze di lavoro flessibile come altri fattori che portano a questa decisione.

"Avere la giusta consapevolezza di come si utilizza il proprio tempo può inoltre supportare il raggiungimento di un buon equilibrio tra lavoro e vita privata: l’intero team lavorativo trae vantaggio dalle informazioni della time registration, in quanto i colleghi hanno una visione comune di qualsiasi pressione lavorativa e sono in grado di stabilire le priorità e supportarsi a vicenda, se necessario" conclude De Vriendt.

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