Nel 2025, WordPress si conferma ancora una volta come il CMS più utilizzato al mondo: alimenta oltre il 43% dei siti web esistenti. Una popolarità che, se da un lato conferma la sua flessibilità e potenza, dall’altro lo espone inevitabilmente a essere uno dei bersagli preferiti dagli attacchi informatici. Minacce come SQL injection, malware, attacchi brute force o plugin vulnerabili sono ormai all’ordine del giorno, soprattutto per quei siti che non vengono aggiornati regolarmente o sono configurati in modo poco sicuro.
La buona notizia è che difendersi si può. E non servono competenze da hacker o budget enormi: spesso bastano buone abitudini, strumenti adeguati e un po’ di attenzione in più.
In questo articolo vedremo insieme quali sono le insidie più comuni che colpiscono i siti WordPress e quali strategie, tecniche e organizzative, possiamo adottare per proteggerli in modo efficace nel 2025.
Le principali minacce WordPress nel 2025
I cybercriminali non stanno mai fermi: evolvono costantemente, affinano le tecniche e sfruttano ogni spiraglio di vulnerabilità per colpire. Per questo è fondamentale conoscere le minacce più diffuse che, ancora oggi, mettono a rischio migliaia di siti WordPress.
Tra le cause principali delle compromissioni troviamo plugin e temi vulnerabili: secondo numerosi report di settore, oltre il 90% degli attacchi avviene proprio a causa di estensioni non aggiornate o provenienti da fonti poco sicure.
Non mancano poi gli attacchi brute force, che consistono in milioni di tentativi automatizzati per indovinare username e password. Sono semplici da realizzare ma, se il sito non è adeguatamente protetto, possono portare facilmente a un accesso non autorizzato.
Un’altra tecnica piuttosto comune è il Cross-Site Scripting (XSS), dove l’aggressore inietta uno script maligno all’interno di form o sezioni commenti che non filtrano correttamente l’input dell’utente. Da lì può compromettere sessioni, rubare dati o reindirizzare gli utenti.
Segue l’SQL Injection, un attacco che manipola le query al database tramite campi di input non sanificati: se non trattati con attenzione, questi possono diventare la porta d’accesso all’intero archivio del sito.
Infine, non mancano malware e backdoor, spesso nascosti in file apparentemente innocui all’interno del core o dei plugin. Una volta installati, consentono agli hacker di mantenere un accesso persistente e invisibile.
Secondo il report Wordfence 2025, gli attacchi brute force hanno registrato un aumento del 37% rispetto all’anno precedente, con particolare incidenza sui siti aziendali che utilizzano ancora login standardizzati (come il classico /wp-login.php) e non adottano misure di sicurezza avanzate.
Le 10 buone pratiche per mettere al sicuro WordPress
Per proteggere un sito WordPress nel 2025 non servono competenze da hacker etico, ma consapevolezza, metodo e costanza. Ecco le buone pratiche essenziali per ridurre drasticamente il rischio di attacchi:
- Aggiornamenti costanti. Il primo scudo è la prevenzione: mantenere sempre aggiornati il core di WordPress, i temi e soprattutto i plugin. Basta un’estensione obsoleta per aprire la porta a un attacco. Automatizzare gli aggiornamenti, dove possibile, è oggi una strategia consigliata.
- Scegliere plugin affidabili: evita soluzioni poco conosciute o con valutazioni scarse. Opta per plugin ben documentati, regolarmente aggiornati e con un team di sviluppo attivo alle spalle. La sicurezza passa anche dalla qualità delle dipendenze.
- Protezione con Web Application Firewall (WAF): un WAF è il primo baluardo contro traffico malevolo. Soluzioni come Wordfence, Sucuri o Cloudflare filtrano le richieste sospette prima ancora che raggiungano il tuo server.
- Limitare i tentativi di login: bloccare i tentativi ripetuti di accesso protegge dai brute force. Plugin come Limit Login Attempts Reloaded o i servizi WAF stessi permettono di configurare limiti e blocchi temporanei in modo semplice.
- Autenticazione a due fattori (2FA): un must per gli account amministrativi. Implementare la 2FA con plugin come WP 2FA, Duo o Google Authenticator aggiunge un secondo livello di sicurezza al login.
- Backup regolari e verificati: effettuare backup frequenti è essenziale, ma lo è anche testarli periodicamente. Strumenti come UpdraftPlus, BlogVault o backup automatizzati lato server sono ottimi alleati.
- Disabilitare l’editor di file dal backend: per evitare modifiche potenzialmente dannose o non autorizzate al codice, inserisci nel file wp-config.php questa riga di protezione: define('DISALLOW_FILE_EDIT', true);
- Nascondere la pagina di login: spostare /wp-login.php su un URL personalizzato riduce l’esposizione agli attacchi automatici. Plugin come WPS Hide Login lo rendono un’operazione immediata.
- Permessi corretti su file e cartelle: anche i permessi a livello di filesystem contano: imposta 644 per i file e 755 per le cartelle. È una regola semplice ma spesso trascurata.
- Monitoraggio costante delle attività: tenere traccia di login, modifiche ai file e altre attività sensibili aiuta a identificare tempestivamente eventuali problemi. Plugin come Activity Log offrono una panoramica completa e notifiche in tempo reale.
Con queste misure basilari ma efficaci, è possibile costruire una difesa solida contro la maggior parte degli attacchi comuni su WordPress, senza compromettere la gestione quotidiana del sito.
Plugin consigliati per la sicurezza WordPress
Per mettere in sicurezza un sito WordPress in modo efficace, esistono plugin dedicati che offrono strumenti avanzati per la prevenzione e la difesa attiva. Ecco una selezione dei più affidabili e diffusi nel 2025:
- Wordfence: uno dei plugin più completi: integra un firewall per applicazioni web, una scansione automatica dei malware e un sistema di blocco IP per attività sospette.
- iThemes Security: offre una protezione solida contro attacchi brute force, supporta l’autenticazione a due fattori e propone numerose misure di “hardening” (indurimento) del sistema.
- Sucuri Security: si distingue per il monitoraggio continuo dei file, l’integrazione con blacklist di sicurezza e un firewall cloud che protegge prima ancora che le richieste raggiungano il server.
- WP Cerber: ottimo per gestire l’accesso in modo sicuro: protegge il login, filtra lo spam e permette di limitare il numero di tentativi di accesso o azioni sospette.
- MalCare: punta tutto sulla semplicità d’uso: rileva e rimuove malware in automatico, eseguendo le scansioni off-site per non rallentare il sito.
Consiglio utile: evita di installare più plugin di sicurezza contemporaneamente. Possono generare conflitti, rallentamenti o falsi positivi. Meglio scegliere una soluzione completa e ben configurata piuttosto che accavallare più strumenti.
Cosa succede se ignori la sicurezza?
Trascurare la sicurezza di un sito WordPress può avere conseguenze gravi, sia in termini tecnici che di immagine. Un attacco riuscito può causare:
- Interruzioni di servizio, con il sito offline per ore o giorni, danneggiando la reputazione e la fiducia degli utenti.
- Penalizzazioni SEO, perché Google tende a de-indicizzare i siti compromessi o a segnalarli nei risultati di ricerca con avvisi di malware.
- Furto di dati e accessi non autorizzati al pannello di controllo, con potenziali violazioni della privacy e della normativa vigente.
- Costi economici significativi per bonificare il sito, ripristinare i backup e riparare i danni d’immagine.
Per chi gestisce un progetto web professionale, la sicurezza non è più un’opzione, ma una responsabilità concreta. Meglio investire oggi in prevenzione, che pagare domani le conseguenze di una falla trascurata.
Sicurezza WordPress nel futuro: zero trust, AI e automazione
Nel 2025, la sicurezza WordPress continua a evolversi, spinta da nuove esigenze e tecnologie emergenti. Tra i trend più interessanti troviamo:
- Zero Trust Architecture, un approccio che prevede accessi minimi e controlli costanti, riducendo drasticamente la superficie d’attacco.
- Strumenti basati su intelligenza artificiale per il rilevamento delle anomalie, capaci di individuare comportamenti sospetti in tempo reale.
- Hardening automatico offerto da alcuni servizi di hosting avanzati (come Kinsta o SiteGround), che implementano protezioni proattive già a livello server.
- Plugin “intelligenti”, in grado di aggiornarsi autonomamente e ripristinare la versione precedente in caso di problemi, riducendo al minimo il rischio operativo.
Un aspetto importante è che oggi sicurezza e usabilità non sono più in contrasto: è possibile proteggere un sito senza compromettere l’esperienza utente. Anzi, una sicurezza ben integrata è parte fondamentale di un’esperienza digitale affidabile e professionale.
Conclusione
Nel 2025, proteggere un sito WordPress significa adottare una strategia consapevole, utilizzare strumenti aggiornati e soprattutto coltivare una cultura della prevenzione. Non è necessario essere specialisti in cybersecurity per garantire la sicurezza del proprio sito: bastano scelte informate, una manutenzione regolare e l’impiego di plugin affidabili.
Ogni sito non protetto rappresenta una porta aperta verso potenziali minacce. La sicurezza, oggi più che mai, è una responsabilità quotidiana: sta a noi decidere se tenerla socchiusa… o chiuderla definitivamente.