Blade Runner 2019: Los Angeles, ritorno nel futuro dei replicanti

Blade Runner 2019 racconta la Los Angeles distopica immaginata dal celebre film cult vedendola da un nuovo, entusiasmante punto di vista

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a cura di Manuel Enrico

L’uscita di Blade Runner nel 1982 rivoluzionò completamente il modo di percepire la fantascienza. Fu una rivoluzione non solo visiva, complice l’incredibile rappresentazione della Los Angeles ‘futura’, ma anche narrativa, mettendo in risalto il confronto tra umano e sintetico, tra vita artificiale e vita naturale. Considerato che la scintilla vitale di questo caposaldo della fantascienza era frutto dell’inventiva di un rivoluzionario della sci-fi come Philip K. Dick, la rielaborazione di Scott era destinata a diventare una delle ambientazione fantascientifiche più amate degli appassionati, venendo espansa anni dopo con un seguito e esplorato in altri media, come videogiochi e, ovviamente, fumetti. E in quest’ultimo ambito si colloca Blade Runner 2019, nuova proposta edita da Panini Comics.

Ampliare il mito di Blade Runner

Pur adorando la Los Angeles creata da Scott, bisogna riconoscere che il film era giustamente focalizzato sulla missione di Rick Deckard, relegando la città e il contorno sociale ad una componente secondaria della storia. Eppure, il melting pot apprezzato in Blade Runner si presentò al pubblico come una brulicante società in cui potevano nascondere decine, centinaia di storie che arricchissero questo cupo mondo del domani. Un domani che oggi è il presente, ma che ha mantenuto inalterato il suo fascino, come conferma la nuova serie a fumetti Blade Runner 2019, edita oltre oceano da Titan Comics.

Affrontare questo promettente universo narrativo, per quanto suggestivo e stimolante, era una sfida non semplice. Inutile negarlo, per molti Blade Runner è sinonimo di Deckard e Batty, tutto ruota attorno alla mitologia scaturita da quel monologo nella pioggia e dal finale dalle tinte misteriose. Blade Runner 2049, data la sua natura, era il seguito di quella storia, adattato ad un mondo che si è evoluto e con personaggi nuovi che hanno mantenuto una linearità con quanto amato anni prima. Ma come sviluppare una storia che fosse contemporanea alla prima avventura di Deckard?

Con questa domanda hanno vissuto i due sceneggiatori di Blade Runner 2019, Michael Green e Mike Johnson. Green è un nome profondamente legato al mito di Blade Runner, dato che ha partecipato alla creazione di Blade Runner 2049, oltre ad aver messo la sua firma a film come Logan – The Wolverine o Assassinio sull’Orient Express. Johnson, dalla sua, ha una buona esperienza nel mondo del fumetto e dei videogiochi, avendo lavorato con grandi nomi del mondo del fumetto, come Star Trek o Transformers.

Dalla sinergia tra queste due menti è nata una storia che rende omaggio allo spirito autentico del mondo di Blade Runner, approfondendo la vita della Los Angeles distopica del 2019 conosciuta quasi quarant’anni fa.

Replicanti, potenziati e misteri nella Los Angeles di Deckard

Aahna ‘Ash’ Ashina è una blade runner, una cacciatrice di replicanti, una delle migliori del dipartimento di Los Angeles. La sua abilità nello scovare e ritirare i lavori in pelle è rinomata, ma pochi sanno che dietro questa sua attività si nasconda un segreto. La blade runner, infatti, ha bisogno di costante denaro per mantenere in funzione il supporto meccanico che le consente di lavorare, che supplisce ad una sua grave problematica di salute. Un’esigenza che Ash affronta rivendendo sul mercato nero organi strappati ai replicanti che cattura.

Questa sua disperata ricerca di fondi la porta ad accettare un’offerta di lavoro privata. Il magnate Alexander Selwyn richiede l’abilità di Ash per ritrovare la moglie e la figlia, Isobel e Cleo, sparite misteriosamente gettando l’uomo nella disperazione. Un’occasione per la blade runner di incassare una bella somma per le proprie necessità.

Ma cosa si nasconde dietro questa misteriosa scomparsa?

Oltre i film: il mondo di Blade Runner

Blade Runner 2019 non è solamente la risposta a questa domanda, ma è una storia che rispetta quanto creato a suo tempo da Scott, portandolo ad una nuova definizione, mutuando questa ambientazione in modo perfetto nel medium fumetto.

Ricreare l’atmosfera della Los Angeles distopica non era semplice. Limitarsi a copiare alcune scene graficamente non sarebbe stato sufficiente, e trovare il giusto equilibrio narrativo che non trasmettesse una sensazione di deaj vù era altrettanto complicato.

Johnson e Green hanno compreso questa difficoltà, riuscendo a creare una tensione narrativa che fosse in linea con quanto vissuto al cinema, ma che si discostasse dalla semplice copia, diventando invece un’ottima variazione sul tema che consenta di approfondire quegli elementi che il film aveva solo accennato. La costruzione della cultura losangelina è ben strutturata, amplia la percezione che aveva offerta l’avventura di Deckard mostrandoci nuovi luoghi e dando una diversa connotazione alla difficile convivenza tra sintetico e organico.

Blade Runner 2019 amplia il concetto di rivalità sintetico-organico visto nel film, introducendo ulteriori elementi, che hanno una maggior attinenza con la moralità e l’etica. La vita di Ash è totalmente diversa da quella di Deckard, scelta che consente di affrontare in modo diverso i bassifondi di Los Angeles e il modo in cui i replicanti vivono in una società che li disprezza e li teme. Se al cinema abbiamo visto i replicanti come una sorta di creature braccate, in Blade Runner 2019 abbiamo l’occasione di esplorare il modo anche dal loro punto di vista, condividendone le fatiche e la disperazione, ma anche la speranza e la voglia di essere umanamente felici.

Per dare forma a questa ricchezza di spunti, Johnson e Green scelgono di mantenere alcuni elementi della narrazione di Scott, soprattutto nei richiami alle storie noir e al loro linguaggio. Ispirandosi ad una delle versioni del primo Blade Runner, Blade Runner 2019 utilizza le didascalie come condivisione dei pensieri di Ash, aiutandoci ad entrare in sintonia sia con il personaggio che con il mondo in cui si muove. Contribuisce non poco il comparire di nomi familiari del mito di Blade Runner, inseriti in modo intelligente e mai forzatamente solo per fanservice.

Il ricreare le atmosfere iconiche del capolavoro di Scott passa anche per l’ottimo lavoro svolto dal disegnatore Andres Guinaldo e dal colorista Marco Lesko.

Los Angeles viene riprodotta con fedeltà, inserendo dei piccoli richiami all’iconografica classica del film di Scott. Dagli spinner ai dirigibili che reclamizzano le colonie extramondo, Guinaldo inserisce nelle sue splendide tavole dei punti di contatto con l’immaginario del lettore, creando un’empatia tra protagonisti e lettori grazie alla sensazione di condividere un’atmosfera comune.

Sensazione acuita dal dinamismo con cui Guinaldo illustra l’indagine di Ash. Dalle scene d’azione agli attimi più personali, il tratto del disegnatore interpreta al meglio la storia, sostenuto da una colorazione incredibile, capace di ricreare le atmosfere scure della Los Angeles cinematografica, ricreando anche degli effetti visivi che hanno reso celebre la pellicola di Scott, rendendoli magnificamente su carta.

Il primo volume di Blade Runner 2019, Los Angeles, è un ottimo inizio per questa serie. Panini ha presentato l’arco narrativo dei primi quattro numeri in unico volume di pregevole fattura, che oltre alla storia raccoglie anche una serie di interessanti extra, dalle copertine variant ai bozzetti di lavorazione di tavole e personaggi. La lettura di Blade Runner è raccomandata a tutti gli appassionati del mito dei replicanti, ma si presenta come un’originale storia di fantascienza anche per i neofiti del mondo dei replicanti.