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Dylan Dog 411: Il Terzo Giorno, la recensione

La notte per Dylan Dog e Mana Cerace sta per volgere al termine nel terzo giorno di buio e nell’ultima parte di questa incredibile trilogia firmata Chiaverotti.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

In sintesi

La notte per Dylan Dog e Mana Cerace sta per volgere al termine nel terzo giorno di buio e nell’ultima parte di questa incredibile trilogia firmata Chiaverotti.

Il Sole arriva sempre a illuminare una notte che è durata troppo, che si è rivelata dura e piena di incubi. Così gli incubi si sciolgono come neve al Sole e si concludono come era inevitabile anche per questa nuova trilogia del buio di Dylan Dog, che per tre mesi ci ha accompagnato riportando nelle pagine del nostro mensile preferito la nemesi di Mana Cerace creata da Claudio Chiaverotti.

Infatti, Il Terzo Giorno chiude questo miniciclo di avventure dell’inquilino di Craven Road, con una Londra in preda alla furia omicida di Mana Cerace e del suo antico amore Kimberly Adams, stretta a lui per l’ultimo tragico abbraccio: l’Amore e la Morte saranno i veri avversari del Buio. Riusciremo a vedere la luce?

Dylan Dog, il Terzo giorno

Come abbiamo potuto vedere nel primo albo della trilogia Ritorno al Buio e nella seconda parte La Notte Eterna, le origini di Mana Cerace sono state riscritte. Abbiamo conosciuto la sua adolescenza, l’amore non ricambiato di Kimberly, la sua personalità già deviata e spaventosa e l’incontro con lo spirito maligno di suo padre in carcere, che gli offre l’eredità e l’immortalità del buio: diventare Mana Cerace.

In questa genesi scritta da Chiaverotti, ci viene raccontato in alcune vignette che Mana Cerace viene sconfitto da Dylan quando ancora è un agente della polizia di Scotland Yard, ma questo nuovo percorso storico non vuole negare del tutto il passato delle vecchie storie aventi il mostro del buio come protagonista. Il legame col passato resta con la condivisione delle sue vittime, apparse anche negli albi storici di Dylan. Eppure, si avverte per tutta la durata dei tre albi l’esigenza di voler raccontare qualcosa di nuovo, far vedere la mostruosità di Crane sotto una luce diversa.

E questa volontà si concretizza proprio con il Terzo Giorno, ultimo atto di questa trilogia.

Gli albi precedenti hanno introdotto Badland come cliente, che per come ci viene presentato era abbastanza facile intuire il suo ruolo nella storia. Resta invece avvolto nel mistero il vero ruolo di John Ghost in questo nuovo universo: in questa saga sorprendentemente fa le veci del trapassato Lord Wells, aiutando l’indagatore dell’incubo, ma non si riesce a capire quando i due si sono incontrati né tantomeno il fine del miliardario. Tuttavia, il rapporto tra i due non si può definire del tutto amichevole e resta abbastanza spigoloso.

La storia ha un ottimo ritmo, alternando scene serrate a quelle splatter: l’intenzione è quella di voler raccontare una storia a tratti quasi pulp, vecchio stampo, quasi a voler confezionare un classico film horror senza pretese, dove anche il mostro alla fine piange e il finale edificante lo dimostra. Quello che viene messo in scena, quindi, è una nuova versione di Mana Cerace, che non si ferma soltanto a uccidere per il puro gusto di farlo, ma è alla ricerca di riscatto e di quell’amore che non ha mai avuto.

Passando a Dylan, il nostro investiga, improvvisa e viene tirato in ballo quel quinto senso e mezzo che, già da qualche albo, pare venga proposto come una sorta di telepatia congiunta al vecchio universo concluso col numero 400. Sensazioni, déjà vu di una vita passata… con buona probabilità si tratta di un nuovo elemento ricorrente di questo nuovo canone.

Mana Cerace cede alla luce

Questo ciclo dedicato a Mana Cerace offre un quadro completo del personaggio, mettendo in chiaro un profilo assai più complesso di come veniva mostrato in passato. La difficoltà di questa trilogia sta proprio nel spiegare tutti i tratti del mostro del buio, pur proseguendo con una narrazione classica e senza pretese. Un’impresa abbastanza ardua.

Abbiamo apprezzato moltissimo l’atmosfera apocalittica di una Londra dominata dal buio (è incredibile come possa cambiare una città avvolta nel buio o senza corrente elettrica; anche qui c’è una buona contaminazione delle pellicole catastrofiche n.d.r.). Mana Cerace e la sua Kimberly diventano i protagonisti indiscussi, mentre tutti i personaggi secondari vengono molto poco approfonditi nonostante i tre albi a disposizione: i ruoli di Ghost e del Dr. Hicks sono chiari, ma meritavano forse maggiore spazio. Li rivedremo ancora?

Il mostro alla fine perde contro tutti: con Dylan non riesce ad avere la sua rivincita, l’amore gli viene negato dalla morte stessa della donna che ha sempre amato, il suo grande amore di sempre, e diviene chiaro che forze come l’amore e la morte sono molto più potenti dell’odio e del buio di Philip Crane.

Le tavole sono ancora una volta disegnate da Piero Dall’Agnol – storico disegnatore dell’albo Il Buio dove Mana Cerace fa la sua prima apparizione – insieme a Francesco Cattani, eppure anche stavolta si nota una forte eterogeneità dei disegni, alcuni scenari completamente assenti o anneriti che potevano rendere meglio (sì, anche se il buio la fa da padrone), mentre in alcune scene Mana Cerace è riprodotto in modo troppo minimale o sbrigativo. La cover resa sempre da Gigi Cavenago, ci regala il miglior duello di sempre tra Dylan e Mana Cerace.

Se state cercando un Dylan Dog vecchio stampo, senza tante sorprese pur con quel pizzico di evoluzione che contraddistingue il nuovo canone, Chiaverotti non vi deluderà nemmeno stavolta. Ci accodiamo al consiglio del curatore Roberto Recchioni, per una lettura accompagnata dall’ascolto di Fear of the Dark degli Iron Maiden pubblicato nel lontano 1992.

Cari ritornanti e affezionati dei dintorni di Craven Road,

lunedì 7 dicembre alle ore 21:00 sul canale Twitch di Cultura Pop di Tom's Hardware Italia, parleremo di Dylan Dog, della trilogia di Mana Cerace appena conclusa, ma troveranno spazio tante altre cose che hanno a che fare col mondo dell'incubo!

https://www.twitch.tv/culturapopita

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Voto Recensione di Dylan Dog #411 – Il terzo giorno



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Un quadro inedito e completo di Mana Cerace;

  • - Introduzione di due personaggi storici con ruoli chiave nella storia;

  • - Sembra di assistere a un classico film horror;

Contro

  • - Tavole non sempre all’altezza;

  • - Alcuni personaggi tarscurati;

  • - L’evoluzione “umana” di Mana Cerace non piacerà a tutti.

Commento

Il miniciclo di Mana Cerace si conclude regalando ai lettori una storia vecchio stampo. Un film horror con qualche stereotipo, senza pretese, ma che regala anche un quadro completo e inedito di uno degli storici nemici di Dylan. Chiaverotti vuole raccontare un Mana Cerace leggermente differente e ci riesce in pieno, partendo dalla sua genesi fino ad arrivare al suo inevitabile epilogo, che lo mostra inaspettatamente più umano di ciò che ha sempre mostrato. Avremmo gradito un maggiore approfondimento di alcuni personaggi (Ghost e Hicks) che con ogni probabilità arriverà nelle prossime storie, tracciando la leggera e sottile continuity instaurata con il ciclo 666 e con questo nuovo universo dylandoghiano. Peccato per le tavole, non sempre all’altezza, nonostante la presenza di Dall’Agnol, mentre Gigi Cavenago ci regala il miglior duello di sempre tra Dylan e L’uomo del Buio.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Dylan Dog #411 – Il terzo giorno

Dylan Dog #411 – Il terzo giorno