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Spider-man: La storia della mia vita, la recensione di un Peter Parker incredibilmente umano

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Un'altra vita, lo stesso spirito, la stessa umanità. Spider-man: La storia della mia vita, il Tessiragnatle più umano e affascinante di sempre

Sin dalla sua prima comparsa, Spider-man si è contraddistinto come un supereroe differente rispetto al resto dei personaggi in calzamaglia, anche all’interno della stessa Marvel. Il giovane Peter Parker, specialmente nei primi tempi della sua vita editoriale, ha sempre mantenuto un certo distacco emotivo e a volte fisico dal resto della comunità metaumana della Casa delle Idee. Personalmente, ho sempre considerato Parker, assieme a Matt Murdock (alias Daredevil), il più umano degli eroi. Peter ha spesso sofferto la sua condizione di eroe, visto a volte come il nemico pubblico, è stato frainteso e ha sofferto, con addosso la sua maschera certo, ma sotto le lacrime erano incredibilmente umane, comuni. Questa sua caratteristica è diventata il fulcro emotivo di Spider-Man: La storia della mia vita, un volume che si presenta come una delle migliori proposte recenti Marvel.

Ricreare una vita per Spidey

Per anni ci siamo chiesti come sarebbe stata realmente la vita di un supereroe, se anche queste figure fossero soggette come noi al passare inesorabile degli anni. All’interno della Marvel Continuity sappiamo che è stato istituito una sorta di calendario, basato proprio sul celebre morso che ha reso Peter Parker l’Arrampicamuri, ma l’idea di vedere questi personaggi affrontare un aspetto così comune e mortale come il passare del tempo è sempre stata affascinante.

A dare concretezza a questa suggestione sono stati Chip Zdarsky e Mark Bagley, i due autori di Spider-man: La storia della mia vita. La coppia autoriale ha voluto dare vita ad un emozionante what if? in cui anche Peter Parker è costretto ad affrontare il passare inesorabile del tempo, un elemento che ha acuito l’aspetto centrale della personalità di Parker: la sua emotività.

Peter è sempre stato concepito come un personaggio border line, capace di lanciarsi in battutine e slanci divertenti indossando la sua maschera, ma che una volta privo di questo scudo mostra la sua fragilità. Non è un caso che alla nascita degli Avengers tutti i personaggi Marvel presenti venissero coinvolti nella supersquadra, tranne Peter, perché il suo carattere schivo era da proteggere, era il suo tratto distintivo che non si poteva rovinare con l’appartenenza ad un team eroistico. In gioco, infatti, c’era la sensibilità di questo ragazzo, che si trovava ad affrontare non solo supercriminali, ma anche i tipici problemi dell’adolescenza, come spesso accadeva ai supereroi marveliani (esempio classico, i giovani mutanti noti X-Men).

Conscio di questa profonda umanità di Parker, Zdarsky ha immaginato di riscrivere la sua storia lavorando proprio sulla complessità interiore, mostrandone l’evoluzione con il passare dell’età, eliminando quell’elemento di immobilità dell’assenza dell’invecchiamento, lasciando che anche la caducità dell’esser umano presentasse il conto al personaggio.

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Nel farlo, non si è minimamente privato Spider-man del suo carisma, ma anzi lo si è avvicinato ulteriormente ai lettori. Zdarsky segue la vita di Peter Parker quando il ragazzo è appena divenuto il Tessiragnatele, ci apre il suo cuore presentandoci quei dubbi e quelle perplessità tipiche degli albori del personaggio, ma lo inserisce maggiormente all’interno del contesto storico del suo Paese, andando a toccare ferite a lungo aperte per la società statunitense come il Vietnam.

Il mantra tipico di Spider-man (Da grandi poteri derivano grandi responsabilità) viene preso e reso il fulcro adamantino della crescita interiore di Peter Parker, in un’accezione sinora mai pienamente esplorata. Certo, condensare sessant’anni di vita editoriale in un volume non è un’impresa facile, ma la scelta di suddividere questo diario di una vita in capitoli che rappresentano i decenni della vita del personaggio è stata una trovata convincente.

Spider-man: La storia della mia vita, infatti, non solo riesce a riscrivere il mito del personaggio in modo credibile, rimanendo comunque fedele allo spirito autentico del personaggio, ma ha il merito di riuscire a creare un sottotesto narrativo che coinvolge anche altri volti noti della Casa delle Idee, andando a creare un mondo vivo e credibile che si evolve insieme al personaggio. Il tutto rispettando l’anima più autentica degli altri characters coinvolti, che mostrano quindi il loro lato autentico.

Zdarsky, ad esempio, coinvolge Iron Man e Capitan America nel conflitto del Vietnam, dando una loro versione intensa e che al lettore risulta facilmente identificabile con le caratteristiche, spesso antitetiche, dei due eroi Marvel. L’autore intelligentemente inizia a costruire le basi per quella che sarà un evento epocale per il mondo di Spider-man, un riflesso di quello che è accaduto ‘realmente’ nella continuity Marveliana.

La bravura di Zdarsky è racchiusa nell’avere adattato quelli che sono stati i momenti essenziali dell’evoluzione di Spider-man in questa sua nuova dimensione. Spider-man: La storia della mia vita, infatti, mette anche questo Peter Parker di fronte agli eventi che hanno contraddistinto i drammi personali del Tessiragnatele classico, non gli risparmia i dolori e gli insuccessi, ma li riscrive all’interno di un’esistenza che vede un ragazzo diventare uomo, invecchiando e dovendo affrontare sfide sempre più gravose sul piano emotivo.

Una nuova vita, vecchie ferite

Rivivremo la morte di Gwen Stacy, riavremo il clone di Peter, comparirà nuovamente un certo simbionte e verrà omaggiata una delle storie più appassionanti di Spider-man (quell’ultima caccia…), arrivando alla Civil War e all’epilogo di un’esistenza. In mezzo, però, ci sono le difficoltà di un uomo autentico, le sue speranza infrante e il suo adamantino senso di responsabilità che si tramuta presto in una maledizione, una forza che rischia di distruggere la sua vita anziché renderla piena. Zdarsky ci presenta un Parker autentico, forse mai così umano come in questo volume, costruendo un Marvel Universe intorno alla figura del Tessiragnatele meno super e molto umano.

La maturità emotiva dei personaggi che si accompagna al loro invecchiamento è una forza narrativa impressionante, appassiona e commuove nella semplicità con cui viene caratterizzata da Zdarsky, un impeto naturale e spontaneo che trasuda realismo in questo contesto solitamente percepito come irreale. Soprattutto, è un Parker capace di comunissimi momenti di ira, disperazione e rimpianto, libero anche di ferire i sentimenti altrui e di pentirsi subito dopo. Se nella tradizione del personaggio si è sempre respirato quel tocco di umanità spesso solo abbozzato in altri supereroi, in Spider-man: La storia della mia vita questo lato di Parker è la chiave di lettura di un’intera esistenza vissuta in bilico, tra senso del dovere e voglia di esser normale.

Sino alla fine, Zdarsky consente a Spidey di vivere appieno la sua esistenza, senza privarlo dei suoi trionfi e dei suoi dolori, arrivando al più umano degli epiloghi. Poetico, commovente ma soprattutto umano, perché come sosteneva un altro eroe marveliano di un altro universo, quello cinematografico

La fine è parte del viaggio

Un viaggio, quello raccontato in Spider-man: La storia della mia vita, ritratto in modo perfetto da Mark Bagley. Vecchia conoscenza dei lettori dell’Arrampicamuri, Bagley ritrae il viaggio di Peter con il giusto tocco di realismo e di supereroismo, lasciando trapelare le emozioni di Parker nei momenti più intesi con espressioni che colpiscono duro al cuore il lettore, che lo avvolgono in combattimenti ipercinetici ma che alla fine lo abbracciano con un finale che commuovendo ci ricorda chi è Spider-man, chi è Peter Parker.

Spider-Man: La storia della mia vita, ritratto autentico del Ragno

Spider-Man: La storia della mia vita è un atto di amore degli autori verso un simbolo della Casa delle Idee, un manifesto dell’animo più autentico del personaggio visto attraverso quell’umanità che ha sempre trasmesso, ma che non ha pienamente vissuto. Il regalo che Zdarsky e Bagley fanno a Parker, il donargli una totale e piena umanità, diventa al contempo un meraviglioso dono per gli appassionati del Tessiragnatele, l’occasione di vivere l’Uomo Ragno più autentico e puro mai letto sinora.

Panini ha pubblicato all'interno del proprio catalogo dedicato alla Casa delle Idee una nuova edizione di questa straordinario What if...?, arricchisce la storia di Zdarsky con un breve racconto extra dedicato a J.J. Jameson, personaggio da sempre profondamente legato alle vicende del Ragno, che ci viene presentato in una chiave differente, drammatica, ma perfettamente inserita in questa visione alternativa dell'Arrampicamuri.

Voto Recensione di Spider-man: La storia della mia vita



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Spider-man nella sua versione più umana e appassionante

  • - Lo spirito puro di Parker è rispettato ed esaltato

  • - Le tappe essenziali della vita di Spider-man sono presenti anche in questa sua nuova vita

Contro

  • - Chi non conosce bene la vita di Spider-man potrebbe sentirsi spiazzato

Commento

Spider-man: La storia della mia vita è il ritratto di un supereore che accoglie in pieno la sua umanità, rendendola la fonte del suo stesso eroismo. Zdarsky riesce a cogliere il fulcro della personalità di Parker, adattandolo ad una storia in cui la sua vita ripercorre le tappa conosciute, ma in un'ottica ancora più umana e appassionante

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Spider-man: La storia della mia vita