Star Trek Lower Decks Stagione 2, recensione: ritorno sulla Cerritos

Star Trek Lower Decks Stagione 2 ci riporta a bordo della U.S.S. Cerritos.

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a cura di Manuel Enrico

Che l’equipaggio della U.S.S. Cerritos fosse una ventata di novità all’interno di un franchise con un’importante storia come Star Trek era sicuro, motivo per cui Star Trek Lower Decks è stata accolta con particolare curiosità da parte della comunità trekkie. In un periodo in cui sono attraversati momenti di contrasto relativi alla caratterizzazione della galassia futura vista in Star Trek Discovery e altri di adorante venerazione per il ritorno di uno dei capitani più amati della saga in Picard, Star Trek Lower Decks aveva terreno fertile per diventare una visione atipica capace di accontentare tutti i fan. La sua prima stagione aveva saputo destreggiarsi a dovere tra citazionismo e libertà narrativa, mostrando al pubblico il lato meno avventuroso e eroico della Federazione.

O almeno questa era l’illusione che ci era stata data in pasto. Sin dalle sue prime battute, Star Trek Lower Decks ha saputo invece giocare abilmente sugli stereotipi tipici della narrazione di Star Trek, affidandosi alla presentazione di un aspetto mai elaborato in precedenza, ossia la presenza di ufficiali di grado inferiore e le loro esistenze. La plancia e gli ufficiali di comando sono sicuramente più avvincenti, ma come viene spesso detto dai giovani protagonisti di Star Trek Lower Decks, senza i ponti bassi (da cui il titolo della serie) nessuna astronave della Federazione potrebbe funzionare.

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Star Trek Lower Decks Stagione 2: c'è vita nei ponti inferiori

L’anteprima della seconda stagione della serie, di cui vi avevamo già parlato grazie ad Amazon Prime Video, ci aveva convinti del fatto che Mike McMahan e la sua squadra avesse fatto tesoro dell’esperienza con la prima stagione per garantirci un nuovo blocco di episodi all’altezza delle nostre aspettative. Sia chiaro, non ci troveremo mai di fronte a episodi ricchi di pathos come La pelle del male o Uccidere per amore, ma quello che spesso viene identificato dagli appassionati come ‘spirito trekkie’ non manca mai di comparire all’interno di Star Trek Lower Decks Stagione 2. Ogni episodio, infatti, ha una sua peculiare maniera di andare a toccare quelle che sono le tematiche care alla creatura di Roddenberry, utilizzando in modo naturale le caratteristiche dei giovani protagonisti.

Partendo dal finale della precedente stagione, in cui il gruppetto composto da Boimler, Mariner, Rutherford e Tendi veniva separato dal trasferimento di Boimler a bordo della U.S.S. Titan, abbiamo ora la possibilità di vedere come sia cambiata la vita dei cadetti. Mariner sembra avere apparentemente trovato un nuovo equilibrio con la madre, capitano della U.S.S. Cerritos, mentre Tendi deve convivere con l’amnesia di Rutherford, che non ricorda più il loro reciproco affetto. Il povero Boimler, invece, fa parte dell’equipaggio comandato da Will Riker, una realtà differente rispetto alla meno impegnativa vita a bordo della Cerrito.

Una lontananza momentanea che viene gestita con intelligenza da parte degli sceneggiatori. Questo distacco viene vissuto da Boimler come una nuova prospettiva sulla sua carriera, uno stimolo che cambia la sua percezione e che, in un certo senso, lo porta a vedere diversamente il passato sulla sua vecchia nave. Un paragone che diventa centrale per il personaggio nella seconda stagione di Star Trek Lower Decks Stagione 2, soprattutto quando, in seguito a un incidente di teletrasporto, Boimler ottiene un suo doppio, nella migliore tradizione trekkie, la cui esistenza spinge il giovane guardiamarina a richiedere di esser nuovamente assegnato alla Cerritos.

Questo dettaglio diventa centrale nel corso degli episodi, considerato che Boimler sarà portato sempre a fare un paragone tra i due equipaggi, a volte anche incontrando il dissenso da parte dei suoi amici, specialmente di Mariner. In realtà, come scopriremo, questa esperienza diventa per Boimler uno stimolo a migliorarsi, a essere l’ufficiale modello senza comprendere come questa sua ossessione rischi di compromettere la sua crescita come individuo, prima che come ufficiale. La definizione interiore dei personaggi della serie è il motore principale di questa seconda stagione, scelta intelligente e che trova in alcuni episodi, come Avremo sempre Tom Paris o Wej Duj, una particolare forza narrativa.

Pur muovendosi con ironia e attraverso situazioni a volte volutamente paradossali, Star Trek Lower Decks Stagione 2 ha il merito di non perdere di vista l’essenza della narrativa trekkie. Il confronto con il diverso, l’accettazione di sé e le altre tematiche care a Star Trek sono riconoscibili nelle avventure dei quattro cadetti, che hanno modo di confrontarsi con le sfide vissute dai più celebri ufficiali delle serie di Star Trek, ma vivendole con la leggerezza e la spontanea quotidianità di individui comuni.

Se in The Next Generation eravamo testimoni di momenti di grande rettitudine morale di Picard e soci come veicoli per una morale, in Star Trek Lower Decks Stagione 2 i giovani protagonisti sono dei tramiti attraverso cui dare diversi punti di vista agli spettatori, passando da momenti di fragilità o mostrando i loro fallimenti. Non c’è traccia di idealismo, anzi si vuole anche demolire parte della monolitica impostazione di impeccabilità della Flotta Stellare vista nelle serie precedenti, raccontando di capitani facili all’ira o di ufficiali che sanno come aggirare impunemente il regolamento.

Giovani ufficiali ricchi di fascino e ironia

Alla base di Star Trek Lower Decks, infatti, c’è la voglia di far emergere il lato nobile di Star Trek passando attraverso un meccanismo di derisione di alcuni tratti stantii e, a esser onesti, eccessivamente stereotipati delle precedenti produzioni. Sarcasmo e ironia sono armi perfette in mano agli sceneggiatori di Star Trek Lower Decks, che sanno come inserire una battuta a effetto o ricreare situazioni familiari ai trekkie per creare un background comune su cui andare a fare un’intelligente disamina emotiva dei personaggi e, sovente, delle basi stesse di Star Trek.

Intento lodevole e perfettamente riuscito, che si inserisce al meglio anche all’interno di una continuity narrativa, abbozzata ma sufficiente a fare da legame tra i diversi episodi, che prediligono uno sviluppo verticale. Come intuibile, Star Trek Lower Decks Stagione 2 è rivolta ai fan della galassia creata da Gene Roddenberry, che ritrovano nelle avventure di questi quattro giovani ufficiali una divertente declinazione del mondo di Star Trek.