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Strani cieli sopra Berlino Est, recensione: misteri alieni durante la Guerra Fredda

Jeff Loveness e Lisandro Estherren firmano Strani cieli sopra Berlino Est: se un alieno avesse deciso le sorti della Guerra Fredda?

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Strani cieli sopra Berlino Est: se un alieno avesse deciso le sorti della Guerra Fredda?

In un modo diviso in due blocchi in uno stato di perenne, latente contrasto, cosa può spingere due mentalità radicalmente diverse e indottrinate all’odiare l’altro a trovare un punto di contatto? Cinicamente, potremmo dire che nulla aiuta a superare, seppure momentaneamente, i contrasti personali come un nemico comune. O ancor meglio, una paura condivisa, scaturita da una presenza inquietante e invisibile che minaccia di sconvolgere ciò che si ritiene caro, che si tratti della propria esistenza o del mondo civilizzato. Un’idea intrigante che, plasmata dalla creatività di Jeff Loveness, assume i toni di una coinvolgente amalgama di spy story e fantascienza, dando vita a Strani cieli sopra Berlino Est, proposta della scuderia Boom Studios! portato in Italia da saldaPress.

Nuovamente, saldaPress mostra di avere un occhio di riguardo per la ricerca di storie che sappiano andare oltre un approccio tradizionale, offrendo ai lettori una gamma narrativa capace di stuzzicare diversi gusti. Con Strani cieli sopra Berlino Est si manifesta nuovamente questa attenta selezione, che nel caso in oggetto consente di godere di un’avventura che, pur muovendosi tra due generi fortemente codificati, trova una sinergia narrativa tutt’altro che banale, soprattutto considerato il periodo storico in cui viene ambientata la storia. La Guerra Fredda, per quanto apparentemente lontana agli occhi della società contemporanea, è stata una parentesi della storia contemporanea che ha fortemente impattato sulla società non solo del periodo, ma anche nella consapevolezza delle generazioni successiva, che, anche a livello inconscio, sono rimaste impressionate da quello che, a tutti gli effetti, erano un modo diviso in due.

Strani cieli sopra Berlino Est: se un alieno avesse deciso le sorti della Guerra Fredda?

Sono diverse le storie che hanno fatto di questa separazione un elemento cardine di avventure che hanno spiazzato dallo spionaggio tradizionale, vedi Atomica Bionda o i primi film di James Bond, alle dinamiche più fantasiose, come il fumetto nostrano K-11. Si potrebbero citare decine di esempi, ma l’aspetto rilevante è che questo complesso arco storico si è rivelato uno strumento affilato per raccontare non solo la storia ‘ufficiale’, ma soprattutto un contesto in cui inserire spunti narrativi che sondavano la quotidianità e l’impatto che questa separazione nei due blocchi imponeva all’uomo comune. Strani cieli sopra Berlino Est si ricollega a questa dimensione, evitando di inserirsi in un discorso prettamente politico, ma cercando di utilizzare la meglio l’elemento fantascientifico come medium di un contatto con la parte più intima di personaggi che sono, più che protagonisti, vittime della loro stessa esistenza.

1973 . La spia americana Herring, infiltratasi tra le fila della temuta polizia segreta di Berlino Est, la Stasi, sta cercando di favorire la fuga di alcuni dissidenti politici verso Berlino Ovest, superando il famigerato Muro. Mentre questa operazione di salvataggio sta per completarsi, agenti della stasi guidati da Keiner, il famigerato cacciatore di spie, piombano sulla scena. Durante il tentativo di cattura, tutti rimangono stupefatti nel vedere una scia luminosa solcare i cieli, rapendo l’attenzione dei presenti per la sua eccezionalità. Cogliendo l’occasione, Herring riesce a fuggire, ma scampare a questa cattura non lo conduce alla salvezza, bensì a un nuovo, pericoloso incarico: scoprire cosa fosse realmente la causa di quella misteriosa scia.

L’oggetto che ha causato il fenomeno si è schiantato in territorio sovietico, rendendo quindi necessaria una pericolosa missione di infiltrazione in un’installazione sovietica, dove Herring, sotto mentite spoglie, dovrà scoprire cosa i russi sappiano abbiano scoperto. Chiuso in un bunker, circondato da soldati nemici, Herring dovrà compiere il suo dovere, riuscendo a preservare i propri segreti, nonostante la poco provvidenziale comparsa di Keiner nella stessa installazione. La scoperta che nel bunker russo sia nascosto un alieno giunto sul nostro pianeta in risposta alle prime, temerarie esplorazioni del cosmo avviate subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasforma in una missione congiunta tra gli agenti dei due blocchi, dove la voce insistete di questa creatura spaziale sembra essere una minaccia inarrestabile: Non potete uccidere la verità.

Strani cieli sopra Berlino Est è frutto di una delicata calibrazione tra elementi spionistici e fantascientifici, dove questi ultimi sono trattati più come casus belli che non come vero fondamento della storia. la presenza dell’elemento alieno, infatti, serve a dare consistenza a uno dei motti della storia, una frase pericolosa all’interno di un mondo in cui a tirare le fila dei giochi politici sono le spie: la verità ti trova. Il fulcro emotivo di Strani cieli sopra Berlino Est è proprio il dualismo di una vita passata nella menzogna, dove la fedeltà a un ideale porta a compromessi morali che, a lungo andare, segnano pesantemente l’animo umano, arrivando al punto di far sorgere dubbi anche al più integerrimo degli agenti. La potenza della storia di Loveness, infatti, non è tanto nell’aver trovato una giusta calibrazione tra spy story e fantascienza, quanto l’aver reso questi due generi così diversi una coppia di lenti di ingrandimento perfette per dare risalto a un’indagine interiore particolarmente lucida e coinvolgente. Dove il contesto spionistico è la causa del complesso dramma interiore dei personaggi, la componente sci-fi è l’elemento catartico che completa la disamina umorale dei protagonisti, lasciando emergere la vera anima di questo fumetto: eliminare le nostre illusioni, vedendo chi siamo realmente.

La presenza dell’elemento alieno diviene la chiave di volta per un edifico narrativo solido ed emozionante, in cui le anime di personaggi, apparentemente condannati a un’esistenza che sia la resa dei conti delle proprie scelte o delle angherie subite, trovano una redenzione che consente loro di avviarsi su una strada differente. La voce della creatura diviene un monito tremendo, in un mondo di spie in cui le menzogne sembrano essere l’unico dogma: aprite la porta, fate uscire la verità. Una richiesta che diventa rapidamente imposizione, portandoci ad assistere a una sorta di terapia di gruppo in cui tre anime apparentemente lontane nei loro intenti si mostrano incredibilmente simili, colpite da ferite dell’anima inferte dalla vita, che si tratti di scelte personali o di eventi drammatici che ne hanno plasmato in modo netto l’esistenza. Non tutti avranno la possibilità di uscire da questo incredibile incontro con una rinnovata coscienza di sé, ma la scelta di Loveness di dare questa chance al personaggio apparentemente più duro e spietato, dopo avere svelato il tragico passato, conferisce a Strani cieli sopra Berlino Est il tono di una storia di redenzione.

Condensare questa ricchezza emotiva all’interno di una storia autoconclusiva non era semplice, considerato che il periodo storico scelto da Loveness nasconde diverse insidie, cui si poteva sfuggire solo prendendosi il giusto tempo per contribuire a ritrarre al meglio gli anni in cui Herring opera a Berlino. La ricostruzione storica è bene delineata, sviluppata intelligentemente tramite un ritratto narrativo anziché nozionistico, privilegiando il piano emotivo, dove le didascalie che veicolano i turbamenti interiori dei personaggi. La definizione emotiva degli attori di questo dramma viene resa tramite una felice sinergia tra il racconto intimo racchiuso dalle didascalie e la sontuosa interpretazione grafica di Lisandro Estherren.

La verità è una scelta

L’apprezzato disegnatore di Redneck presta la sua sensibilità a Strani cieli sopra Berlino Est, costruendo un impianto visivo in cui la valorizzazione emotiva dei personaggi è sempre al centro delle tavole. Nella prima parte della storia, dove la predominanza narrativa è riservata al contesto spionistico, Esterrhen costruisce un impianto visivo che ricorda la tradizione del racconto spionistico, con incontri clandestini interpretati magistralmente, dando risalto ad espressioni taglienti inserite in vignette rapide e che tradiscono un senso di segretezza, di pericolo imminente, che si tratti di un rendez vouz segreto sotto un ponte o di una sequenza di rapidi scorci sui meccanismi del mondo dello spionaggio. Una progressione emotiva che lascia poi spazio ad altre dinamiche, tipiche di una fantascienza in cui l’alieno è il pericolo che rischia di spezzare il mondo come lo conosciamo. Esterrhen si muove con personalità in questa ricchezza di suggestioni, adeguando il dinamismo delle tavole in base all’esigenza del momento, lasciandosi ispirare all’occorrenza da classici del cinema, come La Cosa. Una cura visiva che viene impreziosita dalla colorazione di Patrizio Delpeche, capace di creare delle sinfonie cromatiche in cui le diverse tensioni emotive della storia vengono pienamente raccolte, andando a infondere ulteriore spessore all’impianto visivo di Strani cieli sopra Berlino Est.

Strani cieli sopra Berlino Est viene presentato da saldaPress in quello, che oramai, potremmo definire il formato saldaPress: volume brossurato, con alette in cui sono contenute sinossi e breve biografie degli autori, con il sempre gradito comparto di ricchi extra. Per un lavoro come Strani cieli sopra Berlino Est era interessante comprendere il percorso creativo che ha condotto alla realizzazione di questo racconto, soprattutto sul piano della ricostruzione storica. All’interno degli extra del volume, fortunatamente, sono presenti i bozzetti e gli studi preliminari di Estherren, che consentono di apprezzare la cura con cui il disegnatore si sia approcciato non solo alla definizione dei personaggi, ma anche degli ambienti in cui si muovono Herring e gli altri attori di questa avventura.

Strani cieli sopra Berlino Est, forte della sua struttura narrativa e dell’intrigante intreccio tra spy story e fantascienza, si presenta come una lettura affascinante, in cui le diverse componenti si intersecano per offrire una visione affascinante di come il peso delle scelte compiute, sia per scelta che per costrizione, possano condurci a crearci visioni fuorvianti, ma che infine dovranno comunque confrontarsi con la verità, spingendoci a prenderne coscienza e scegliere infine chi siamo realmente. Magari, senza aspettare l’arrivo di un alieno dalle profondità dello spazio.

Voto Recensione di Strani cieli sopra Berlino Est



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia originale e coinvolgente

  • - Perfetta sintesi tra fantascienza e spy story

  • - Disegni evocativi

  • - Cura editoriale impeccabile

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Strani cieli sopra Berlino Est, forte della sua struttura narrativa e dell’intrigante intreccio tra spy story e fantascienza, si presenta come una lettura affascinante, in cui le diverse componenti si intersecano per offrire una visione affascinante di come il peso delle scelte compiute, sia per scelta che per costrizione, possano condurci a crearci visioni fuorvianti, ma che infine dovranno comunque confrontarsi con la verità, spingendoci a prenderne coscienza e scegliere infine chi siamo realmente. Magari, senza aspettare l’arrivo di un alieno dalle profondità dello spazio.

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