The Beatles: Get Back: il nostro incontro con Peter Jackson

Abbiamo incontrato Peter Jackson, regista di The Beatles: Get Back, che ci ha raccontato la sua esperienza con la docuserie.

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a cura di Mabelle Sasso

The Beatles: Get Back, la docuserie evento sui Beatles, arriverà su Disney+ a partire dal prossimo 25 novembre. Il monumentale documentario che ripercorre la genesi dell’album Let It Be è stato curato da Peter Jackson, che nel 2017 ha avuto accesso a più di 150 ore di materiale audiovisivo mai visto prima, gelosamente custoditi negli archivi Apple Corps, l’etichetta fondata dai Beatles nel 1968 con lo scopo di gestire tutto ciò che riguardava la loro immagine e le proprietà intellettuali legate al quartetto di Liverpool.

Ciò che ne è scaturito è una docuserie in tre parti, che intende restituire al pubblico la testimonianza più autentica possibile di quel periodo particolare, durante il quale i quattro musicisti avrebbero dovuto affrontare una delle sfide più ardue della loro carriera: scrivere e realizzare quattordici nuove canzoni che sarebbero state suonate dal vivo durante un concerto televisivo. A corredo del concerto sarebbe stato realizzato anche uno special che avrebbe documentato la lavorazione, la registrazione dei nuovi brani e il dietro le quinte della produzione tv dell’evento.

The Beatles: Get Back si preannuncia quindi come un evento di una grande rilevanza e significato, non solo per i cultori dei Fab Four, ma anche per gli appassionati di musica che grazie al lavoro di Jackson potranno assistere al processo artistico del gruppo, che culminerà con le riprese della celebre esibizione live sul tetto del numero 3 di Savile Row.

A qualche giorno dal debutto sulla piattaforma Disney Peter Jackson ha incontrato la stampa insieme al conduttore radiofonico britannico Matt Everitt. Abbiamo avuto il grande onore di poter partecipare a questo incontro, quello che vi apprestate a leggere è il racconto della conversazione a cui Jackson ed Everitt hanno dato vita, in cui il regista ha raccontato la sua esperienza durante la lavorazione di Get Back.

Peter Jackson: l’uomo che ha fatto l’impresa

Per prima cosa occorre rispondere ad una domanda: perché Peter Jackson è stata la persona giusta per quest’impresa? Jackson è ovviamente un fan dei Beatles che, per via della sua età (il regista è del 1961), ha avuto modo di ascoltare la band fin da giovanissimo. I suoi genitori non erano però fan della band e tra i diversi dischi di casa Jackson nessuno era dei Beatles. Nel 1973 il giovane Peter, usando i suoi risparmi, riuscì a comprare il suo primo LP: il disco doppio Red and Blue album.

Jackson ritiene che la condizione di fan sia stato un requisito fondamentale, poiché la lavorazione di Get Back si basava su una mole di materiale incredibile tra registrazioni audio e riprese video. In particolare le registrazioni audio sono state prese ininterrottamente, quindi l’impressione generale era quella di origliare le conversazioni private di queste persone. Per Jackson è stato possibile comprendere il significato di questi discorsi solo in virtù del fatto che lui fosse un fan, potendo così cogliere il significato e le diverse sfumature di queste conversazioni.

Jackson ha dovuto destreggiarsi tra molteplici “storie nella storia”. Nel racconto di quei giorni significativi non vi è solo la testimonianza del processo creativo dei quattro musicisti, ma anche un ritratto onesto dei quattro componenti della band: il rapporto tra John e Yoko Ono e i vissuti personali di Paul, George e Ringo. Ma Get Back non racconta solo dei Beatles, la docuserie tributa i giusti meriti al regista Michael Lindsay-Hogg, inizialmente incaricato di realizzare lo special televisivo, includendolo così nel novero dei personaggi protagonisti di questa vicenda.

La genesi di un album mitico, nato tra contrasti e contraddizioni

Ciò che sconvolge di questa vicenda è come i Beatles siano stati in grado nel lasso di tempo di circa un mese, di lavorare a questo progetto, soprattutto alla luce del fatto che il contesto in cui l’album ha visto la luce era estremamente disorganizzato. La motivazione principale era dovuta al fatto che nel 1969 i Beatles, purtroppo, non potevano più avvalersi del supporto di Brian Epstein, il loro manager, scomparso nel 1967.

Era infatti Epstein a provvedere a tutti gli aspetti organizzativi della vita della band, come ad esempio le prenotazioni delle stanze di albergo, dei viaggi o della sala prove.Senza un manager che gestisse questo genere di questioni, nel girato emerge proprio questo loro limite ed è proprio per questo motivo che i Beatles si ritroveranno ad arrangiarsi, riutilizzando per le prove il teatro di posa affittato per girare il film con Ringo Starr Le incredibili avventure del signor Grand col complesso del miliardo e il pallino della truffa (The Magic Christian).

I Beatles realizzarono fin da subito i limiti di quel luogo come ambiente in cui creare nuove canzoni, nonché la sua terribile acustica. Questa consapevolezza porterà nella prima parte della lavorazione di Let It Be (qui trovate l'edizione speciale 50 Anniversary - Box Super Deluxe), a una certa qual insofferenza, accentuata anche dall’invadenza data dalla presenza costante di microfoni (anche nascosti) e telecamereGet Back sottolinea la straordinarietà della situazione: in condizioni normali i Beatles si sarebbero appoggiati agli studi di Abbey Road solo dopo aver completato la stesura dei brani e successivamente, per riprendersi dallo sforzo, si sarebbero concessi un periodo di vacanza.

Un aspetto che per Jackson è stato sorprendente è che dalla visione di tutto il materiale originale, e conseguentemente con la creazione della docuserie, è che i Beatles si mostrano in modo autentico come individui dalle personalità ben distinte, soprattutto alla luce delle tensioni, degli imprevisti e delle problematiche emersi durante questo ambizioso progetto.Per Jackson Get Back ha quindi rappresentato un’opportunità unica, che gli ha permesso di conoscere ulteriormente (e far conoscere) per come erano davvero, questi musicisti leggendari.

I Beatles su Disney+

Get Back sarà distribuito sulla piattaforma con una formula inconsueta: i tre episodi della docuserie saranno diffusi in tre giorni a partire dal 25 novembre. Questo renderà questa serie il primo contenuto diffuso sulla piattaforma in tre giornate consecutive.Jackson voleva evitare la distribuzione della serie in un’unica giornata, ma non voleva sottostare ugualmente alla distribuzione settimanale, con cui i contenuti sono solitamente diffusi sulla piattaforma.

Questa eccezione alla regola è stata possibile poiché la distribuzione del contenuto avverrà, in contemporanea globale, in concomitanza con la festa del Ringraziamento in modo da sfruttare così il weekend lungo di festa. Un altro aspetto su cui Disney ha dovuto accontentare Jackson e i Beatles è la presenza nel girato di linguaggio maturo, alcolici e fumo. Disney avrebbe voluto rimuovere le parolacce, tuttavia i Beatles sono stati irremovibili, poiché la docuserie avrebbe dovuto essere uno spaccato effettivo della loro esistenza.

In conclusione

Uno dei motivi per cui il materiale originale era rimasto in cassaforte per più di 50 anni è che i Beatles non avevano mai amato il lavoro svolto da Lindsay-Hogg. Questo presupposto aveva generato in Jackson certa preoccupazione nel doversi confrontare con Paul McCartney, Ringo Starr e Yoko Ono, poiché i Fab Four hanno sempre cercato di avere più controllo possibile sulla loro immagine. Fortunatamente le preoccupazioni del regista non si sono concretizzate, poiché i diretti interessati non hanno avuto alcuna obiezione sul risultato finale ottenuto da Jackson: secondo McCartney e Starr The Beatles: Get Back è un ritratto accurato e veritiero.

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