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The Gentleman's Hotel, recensione: il weird western di Sergio Bonelli Editore

The Gentleman's Hotel, la narrativa di Joe R. Lansdale diventa nuovamente un fumetto di Sergio Bonelli Editore.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

The Gentleman's Hotel, la narrativa di Joe Lansdale diventa un fumetto di Sergio Bonelli Editore

La parola west in casa Bonelli viene tradizionalmente associata al nome di Tex Willer, il più noto e longevo dei personaggi dell’editore milanese. Una lunga cavalcata, quella del ranger e dei suoi pards, ma le piste calcate da Aquila della Notte in anni recenti sono state battute anche da altri personaggi, che ne hanno respirato la stessa polvere. A partire dal mai troppo celebrato Magico Vento, abbiamo avuto modo di vedere diverse declinazioni della Frontiera bonelliana, arrivando al sodalizio artistico tra la Bonelli e Joe R. Lansdale, romanziere americano che di saloon e revolver ha fatto una professione. Dopo l’ottimo risultato della miniserie di Deadwood Dick, questa collaborazione ha portato alla nascita di un volume in cui il mito della frontiera e le gelide atmosfere dell’horror trovano una felice crasi: The Gentleman’s Hotel.

Ispirato all’omonimo racconto di Landsdale, The Gentleman’s Hotel è un ottimo esempio di come sia possibile adattare al contesto fumettistico storie nate su un media differenti senza privarli della loro autenticità, ma anzi arricchendoli di una nuova linfa. Lo stile narrativo di Lansdale mira a dare le giuste vibrazioni al lettore affinchè diventi parte integrante della definizione del suo immaginario, utilizzando con personalità elementi essenziali per costruire a livello emotivo la tradizione del western. Che si tratti di un linguaggio assodato come tipico del periodo, ricco di termini divenuti simbolo del west, o di guidare il nostro sguardo all’interno di saloon e praterie utilizzando un vernacoliere mai scontato ma dal sapore familiare. Un’abilità che traspare anche nelle pubblicazioni a tema bonelliane, dove la lunga avventure della Frontiera ha contribuito a creare una lingua intima tra autori e lettori, inconfondibile e immediatamente riconoscibile.

The Gentleman's Hotel, la narrativa di Joe Lansdale diventa un fumetto di Sergio Bonelli Editore

Questo tratto comune tra Lansdale e gli autori bonelliani è il trait d’union che consente di trasporre, con quanta più fedeltà possibile, l’opera del narratore americano in fumetto, preservandone lo spirito autentico, che trova facile dimora nella padronanza del genere da parte degli sceneggiatori dell’editore meneghino. Una comunione di intenti che diviene la colonna portante della trasposizione a fumetti di The Gentleman’s Hotel, storia breve con protagonista Jebediah Mercer. Non un semplice pistolero, ma un uomo che vaga per il west affrontando con i suoi revolver minacce sovrannaturali, unendo la visione tradizionale del west a una caratterizzazione mitologica, dove il folklore ibrido tra le credenze dei nativi americani e le leggende dei coloni creano un corpus di leggende che ha suggestionato più di un autore, portando alla nascita di opere come Jonah Hex (Lansdale ha anche scritto avventure del personaggio DC Comics) o il recente Two Moons, e ispirato anche autori nostrani, come Valerio Evangelisti con il suo Pantera. Una tradizione letteraria che viene perfettamente trasposta in The Gentleman’s Hotel.

Jebediah Mercer, durante i suoi viaggi, giunge nel paese di Falling Rock. Speranzoso di trovare ristoro dopo un lungo viaggio, Mercer scopre presto che il paese sembra esser abbandonato, rinvenendo tracce di una colluttazione che ha coinvolto una carrozza, in cui ha trovato rifugio la bella Mary. Dalla voce della donna scopre che Falling Rock è stata attaccata da creature mostruose, inarrestabili, che hanno brutalmente ucciso tutti gli abitanti, una mattanza a cui è sfuggita respingendo l’attacco di una di queste creature con il suo ombrello. Stupito dal racconto, Mercer conduce Mary all’interno del Gentleman’s Hotel, il bordello del paese, dove la donna avrebbe dovuto prendere servizio, dove viene svelato un’altra verità: i fantasmi dei cittadini uccisi sono tutti prigionieri all’interno del locale. Dalla voce di uno di esse, Mercer e Mary scoprono quale terribile maledizione si sia abbattuta su Falling Rock, scoprendo che ora anche la loro vita è in pericolo.

The Gentleman’s Hotel è una lettura affascinante perché riesce a conciliare in modo sublime le atmosfere western e la componente horror, grazie a una sinergia perfetta tra le due componenti. Pur tributando alla narrativa di Lansdale il merito di questa felice combinazione, non si può fare a meno di apprezzare il lavoro di Luca Crovi nell’adattare l’opera del romanziere americano al contesto fumettistico. Adattato in accordo con l’autore, The Gentleman’s Hotel riesce a convogliare alla perfezione lo spirito della frontiera e il crescendo emotivo della componente horror, grazie a un linguaggio che si fa interprete di queste due tensioni narrative, tanto nel racconto didascalico, dove i pensieri di Mercer mostrano un’eloquenza tipica del contesto western, ai dialoghi, in cui gli scambi tra i personaggi hanno una vivacità arricchita da ironia e personalità. Accompagnata da una stupenda caratterizzazione visiva, la scrittura di Crovi è testamento della cura con cui lo sceneggiatore si è avvicinato all’opera originale, facendo propria non solamente propria la dinamica narrativa di Lansdale, ma calandola anche all’interno di un immaginario western che, anche verbalmente, accolga il lettore in un’ambientazione familiare, ma capace di mostrare una propria personalità.

A mettere su tavola The Gentleman’s Hotel è Daniele Serra, che mostra una padronanza assoluta della storia, sia per il ritratto emotivo dei personaggi che per la costruzione dell’impianto visivo. Le prime tavole di The Gentleman’s Hotel sono già rivelatrici della vitalità dell’interpretazione di Serra: silenziose, ma capaci di suscitare nel lettore la sensazione di percepire il vento che solleva le foglie o il rumore degli zoccoli del cavallo che lentamente avanza lungo il sentiero. Una scansione dei tempi impeccabile, in cui l’occhio del lettore viene guidato su una sequenza di immagini che sembra mutuata dal cinema di genere, indugiando prima sugli occhi del misterioso cow-boy e infine sulla sua figura, salvo poi mostrarlo mentre esplora la cittadina deserta, coltivando visivamente la necessaria inquietudine.

Tra western e horror

Serra trova un perfetto equilibrio in questa predominante bicromia bianco e nero, che viene adatta per offrirci personaggi dalle espressioni nette, inseriti in un contesto che trasuda inquietudine e decadenza. Mercer ha un’espressione sempre intensa, valorizzata da un attento gioco di ombre che tende a coprirne lo sguardo, lasciandolo emergere solo nei momenti più intesi. La dinamicità della storia viene interpretata con la medesima cura, lavorando ottimamente nel rendere la mostruosità delle creature animalesche come fossero gigantesche macchie di oscurità, trasmettendo al lettore una sensazione epidermica di pericolo e morte.

Nella sua interezza, The Gentleman’s Hotel rappresenta una lettura avvincente e ricca. L’adattamento del racconto di Lansdale diviene un fumetto horror-western credibile e ben strutturato, interprete inappuntabile di una storia weird appagante. A Bonelli va riconosciuta, oltre alla felice intuizione dell’operazione, anche l’aver profuso una cura editoriale di ottimo livello. Il volume viene presentato nell’oramai consueto formato da libreria, quindi con generose dimensioni, ed impreziosito da un’intervista a Lansdale, utile sia per comprendere l’essenza della lettura appena terminata che per scoprire la visione narrativa di un romanziere d’eccellenza.

Voto Recensione di The Gentleman's Hotel



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Adattamento del racconto di Lansdale convicente

  • - Storia avvincente e dal ritmo ben scandito

  • - Disegni di Daniele Serra suggestivi

  • - Edizione di Sergio Bonelli Editore pregevole

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Nella sua interezza, The Gentleman’s Hotel rappresenta una lettura avvincente e ricca. L’adattamento del racconto di Lansdale diviene un fumetto horror-western credibile e ben strutturato, interprete inappuntabile di una storia weird appagante. A Bonelli va riconosciuta, oltre alla felice intuizione dell’operazione, anche l’aver profuso una cura editoriale di ottimo livello. Il volume viene presentato nell’oramai consueto formato da libreria, quindi con generose dimensioni, ed impreziosito da un’intervista a Lansdale, utile sia per comprendere l’essenza della lettura appena terminata che per scoprire la visione narrativa di un romanziere d’eccellenza.

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