Unica Testimone: la recensione del nuovo thriller di Tami Hoag

Tami Hoag ritorna nella celebre campagna Cajun in Louisiana con Unica Testimone, il thriller più crudo ed enigmatico mai realizzato dalla scrittrice.

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a cura di Giovanni Arestia

La scrittrice Tami Hoag è divenuta celebre in tutto il mondo con opere come La ragazza N°9, Indizio N°1, Alibi di ferro e Vittima senza nome che sono stati tradotti in più di trenta Paesi e hanno venduto oltre quaranta milioni di copie in tutto il mondo. L’autrice americana ritorna nei luoghi simbolo dei suoi romanzi più noti, quali il triangolo francese della Louisiana e la campagna Cajun, con il nuovo grande thriller Unica Testimone.

Un thriller cruento e contorto

Unica Testimone è il romanzo più brutale ed enigmatico realizzato dalla Hoag e vede come protagonisti Nick Fourcade e la moglie Annie Broussard, una coppia di detective uniti anche nel lavoro. La storia ha inizio con il tragico omicidio di un bambino di sette anni davanti alla madre lasciata misteriosamente ed inspiegabilmente illesa. Non c’è alcun movente e soprattutto non si riesce a capire chi possa mai uccidere un bambino decidendo di lasciare in vita l’unica testimone. Quando, però, scompare pure la babysitter dodicenne della giovane vittima, l’intera cittadina di Bayou Breaux entra nel vortice della paura di un possibile maniaco che minaccia la vita dei bambini. L’opinione pubblica incalza i due detective che in fretta e furia si ritrovano a vagliare tutti gli indizi e scavare nel passato torbido della madre del bambino.

La trama, quindi, prende fin da subito strade differenti che vanno poi ad intrecciarsi verso il finale. Da un lato ci sono i due detective che devono riuscire a svolgere in maniera ottimale il loro lavoro cercando di mettere da parte la loro vita privata caratterizzata da un matrimonio non propriamente ottimale. Dall’altro lato vi è un efferato omicidio commesso ai danni di un bambino e una madre dal passato tormentato. In mezzo a tutto questo si inseriscono i cittadini del piccolo paesino della Louisiana che, a causa della loro crescente paura, tormentano continuamente i due detective e lo sceriffo. La storia è quindi ricca di colpi di scena, molti dei quali davvero inaspettati che si inseriscono perfettamente in ognuna delle piccole e grandi sottotrame presenti.

Tutto il romanzo è, poi, un connubio di sentimenti distruttivi che coinvolgono sia i protagonisti del racconto, sia il lettore. Unica Testimone è infatti pervaso da amore e dolore, aggressività e biasimo, rabbia e sgomento. Tami Hoag è anche famosa per arricchire i suoi romanzi di dettagli, in particolar modo nelle ambientazioni che lei stessa conosce perfettamente. Questo porta ad un climax crescente della tensione che finisce per esplodere in scene agghiaccianti e incredibili che persistono per tutta la durata della lettura. Lo stile narrativo è in linea con i romanzi thriller più famosi, ma l’autrice riesce a metterci un pizzico della sua originalità riuscendo a renderlo ancora più affascinante e coinvolgente.

Unica Testimone: la caratterizzazione dei personaggi

Man mano che si dipana la matassa, si inseriscono al suo interno altri personaggi ognuno con un pesante carico di vita passata e importante per risolvere l’efferato delitto. Tutti quanti i personaggi presenti in Unica Testimone hanno una ragione per essere presenti in un determinato luogo e in un preciso momento, pertanto non sono inseriti a caso. I protagonisti, Annie e Nick, sono, per ovvi motivi, coloro i quali ricevono un focus descrittivo e narrativo più marcato, ma stupisce la volontà di porre anche i personaggi più di contorno sullo stesso piano dei principali.

Annie a Nick sono due ottimi protagonisti che rispecchiano alla perfezione il detto “gli opposti si attraggono”, ma che proprio per questa ragione rischiano di diventare stereotipati. Annie, infatti, è una persona molto estroversa e gentile che sa molto bene come mettere a proprio agio le persone e farle testimoniare. È quindi una donna grintosa, ma coraggiosa nel portare avanti le proprie idee. Nick, invece, è un tipo volubile e a dir poco aggressivo e iracondo. Molto meticoloso nel lavoro che svolge, ma anche estremamente orgoglioso ed incline a svolgere ogni incarico autonomamente. Entrambi, come accennato brevemente poco sopra, vivono un matrimonio sul filo del rasoio che si rafforza grazie al doloroso caso che li spinge a promettere di non tirarsi mai indietro anche nei momenti più tristi e cruenti.

Il personaggio di Genevieve, nonché la madre del bambino, è invece una sorta di antagonista anomala, ovvero uno di quei personaggi negativi per cui si prova un briciolo di empatia e tristezza. È infatti una donna che nel corso della sua vita ha commesso innumerevoli errori e scelte sbagliate e la stessa vita l’ha punita rendendogliela ancora più complicata. Dopo tanti anni passati a nascondere le sue verità, provando vergogna per ciò che era, per ciò che aveva fatto e per quello che le era stato fatto, decide di sfogarsi in un momento incredibilmente errato, ma coerente con l’intero racconto. Provarsi a mettersi nei suoi panni viene quasi naturale, ma quando si prova ad immaginare di vivere le sue situazioni e la sua vita, si rischia di entrare in un tunnel doloroso difficilmente ritrovabile in altri racconti del genere.

Un finale sorprendente

Non è facile realizzare un finale ad effetto quando la stessa narrazione presenta numerosi colpi di scena, ma quello di Unica Testimone è riuscito anche in questa difficile impresa risultando tanto sconvolgente quanto difficile da sopportare. Uno shock incredibile che arriva dopo lo scioglimento di tutti i nodi ma che, nonostante varie briciole lasciate dall’autrice nel corso della storia, non ci si aspetterebbe. Duro, cruento come il resto della storia e memorabile perché entra nel cuore, nella mente e nell'anima del lettore.