ATMOPC, il computer ecosostenibile con la pianta sopra

Un informatico e un falegname, cosa potrebbero fare assieme? Se sono dotati di inventiva e sensibilità ambientale fanno ATMOPC, un originale prodotto tutto italiano che unisce ecosostenibilità, artigianalità e tecnologia. Noi abbiamo intervistato Fabio e Filippo, i due ideatori.

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a cura di Alessandro Crea

Siete stufi del solito computer desktop e vorreste qualcosa di diverso dal solito? Siete preoccupati per l’impatto ambientale di tutta la tecnologia che utilizzate ogni giorno? Vorreste semplicemente abbassare i vostri consumi energetici? Per tutte queste esigenze c’è una risposta unica: ATMOPC, un originale mini computer messo a punto da Fabio e Filippo, un informatico e un falegname.

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Non solo infatti ATMOPC è diverso dal solito grazie all’idea di mettere il computer all’interno di un case realizzato completamente in legno, ma consuma anche pochissimo, rispetta l’ambiente, aiuta la riforestazione e ci fa vivere meglio, contribuendo ad ossigenare l’ambiente.

Incuriositi, abbiamo voluto fare una chiacchierata con i due progettisti, per capire meglio genesi e scopi del progetto.

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A chi è venuta questa idea e perché?

Fabio

Fabio. L’idea ci è balenata per scherzo durante una passeggiata lungo il fiume Sesia. Data la vicinanza a Novara sia io che Filippo portiamo spesso le nostre famiglie al parco delle Lame per rimanere un po’ a contatto con la natura. Durante questa passeggiata abbiamo ipotizzato la possibilità di unire le mie doti di informatico e quelle di falegname di Filippo e da lì il passo verso ATMO è stato breve.

Lo chiamate PC ecologico, quali sono le caratteristiche che lo rendono ecologico?

FabioFabio. ATMO è un computer a basso consumo energetico creato con lo scopo di preservare e migliorare l’ambiente. La caratteristica che subito balza agli occhi è sicuramente la pianta di “Peperomia Rotundifolia”. Partiamo quindi da qui. L’idea principale dell’inserire una pianta in un PC è stata basata sull’emissione di calore della CPU. Ne parleremo più approfonditamente a breve.

FilippoFilippo. Il case è costruito con legno pregiato ma di risulta. Nessun albero viene abbattuto ed ogni ATMO è quindi un’opera d’arte unica. Una volta terminato e riutilizzato questo tipo di legno utilizzeremo legname certificato FSC. Aiutiamo così a preservare le foreste. Inoltre ATMOPC si impegna a donare il 2% sui propri profitti alle associazioni che si occupano di rimboschimento.

FabioFabio. Il PC vero e proprio è un computer assemblato che non ha ventola ma solo modulo termico. Evita così polvere e consumi eccessivi dato che l’alimentatore di ATMO è da 10 Watt, consuma quindi circa un quarto rispetto ad un PC tradizionale. Consumando meno aiutiamo a diminuire la necessita di materiale fossile per produrre energia e quindi meno inquinamento atmosferico.

Ricordiamo le caratteristiche tecniche e il prezzo?

FabioFabio. ATMO monta una CPU Intel J1900 Bay Trail da 2.4 GHz e 4 GB RAM (espandibile fino a 8 GB) montati su motherboard certificata CE, e 500 GB di spazio di archiviazione. Dispone di audio HD Realtek e jack per microfono, un’entrata HDMI (può essere collegato sia al televisore che ad un monitor da PC grazie anche alla presa VGA). Una scheda per rete LAN, 4 USB 2.0 ed una USB 3.0. Wi-Fi integrato con antenna interna ed esterna per poter comunicare con ogni altra periferica ed una presa COM.

Il Sistema operativo scelto è Windows 10 (preinstallato con licenza). Inoltre sarà presente anche il Sistema Operativo Ubuntu, caricato su di una chiavetta USB personalizzata da ATMO. Tastiera Wireless e mouse sono inclusi.

Secondo queste caratteristiche tecniche il prezzo sembra un po’ alto, ma immaginiamo che anche il lavoro artigianale contribuisca a definire il prezzo finale.

FilippoFilippo. Sicuramente la parte a cui dedichiamo più tempo è il taglio, la rifinitura e l’assemblaggio delle parti in legno. Dobbiamo considerare che l’intera lavorazione è al momento svolta a mano dall’inizio alla fine. L’utente finale può ad ogni modo vantare un prodotto unico al mondo.

FabioFabio. Inoltre il consumo di ATMO è talmente limitato che in appena un anno si raggiunge il punto di pareggio rispetto ad un computer della stessa fascia di prestazioni. Oltre l’anno di utilizzo si risparmia elettricità in bolletta.

Una pianta su un PC, sembra un po’ azzardato, qual è l’utilità?

FabioFabio. “Perché non sfruttare il calore del PC per aiutare una pianta a crescere?” ci siamo detti. Nasce così la filosofia di ATMO.

Una pianta che cresce in un paio di mesi, dovrà poi essere rinvasata e così via, ciò creerà un fenomeno di “riforestazione casalinga”. La pianta, grazie alla luce ed al calore di ATMO, produrrà ossigeno durante la giornata, associando la possibilità di utilizzare il vano porta pietre come brucia essenze, ATMO aiuterà a portare a termine ogni “compito informatico” rendendo il lavoro piacevole e rilassante.

FilippoFilippo. Cinque o sei piante all’anno ogni ATMO. Considerando che i computer saranno più di due miliardi e mezzo entro il 2020 utilizzando la tecnologia che ATMO propone avremo ben riforestato una superficie grande come l’Italia in dieci anni.

Qual è il vostro obiettivo? Come vedete AtmoPC fra un anno?

FabioFabio. La nostra mission è in parte social ed in parte business, così come dovrebbero essere tute le mission aziendali all'alba del 2016. La nostra idea è stata di innovare immaginando una tecnologia in grado di restituire almeno in parte le risorse che prendiamo a prestito quotidianamente dal nostro pianeta. ATMOPC vuole limitare le emissioni inquinanti dovute all’utilizzo dei PC ed al contempo aiutare al rimboschimento in primis crescendo piante di per se e in secondo luogo utilizzando legno di risulta.

E’ difficile collocare ATMOPC a dieci anni da oggi dato che il settore tecnologico in cui operiamo è soggetto annualmente ormai a grossi passi avanti. Detto questo abbiamo in cantiere altre idee che, in cooperazione con aziende che vorranno collaborare ed integrare questo nuovo ramo della green economy, sicuramente risulteranno interessanti e futuribili.