ChatGPT come esperto di tecnologia fa abbastanza schifo

Gli utenti iniziano a preferire ChatGPT a Google per risolvere i problemi tecnologici, ma l'IA da spesso risposte inadeguate.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Google è il “salvavita” di tutti: si trovano risposte a praticamente qualsiasi domanda e, in ambito tecnologico, è perfetto per risolvere tutti i propri problemi. Oggi però sembra che le cose si stiano muovendo in una direzione diversa, complice ovviamente l’esplosione delle intelligenze artificiali: le persone non chiedono più a Google, ma a ChatGPT.

Un interessante sondaggio di Electric mette in luce come gli utenti non si affidino più alle ricerche su Google, ma chiedano consigli a ChatGPT per qualsiasi cosa riguardi la tecnologia. Nel campione di intervistati il 66% ha affermato di aver chiesto a ChatGPT come risolvere i problemi incontrati con il proprio PC, smartphone o altro dispositivo elettronico.

Da quanto emerso, molte delle domande fatte al chatbot sono basilari: gli utenti chiedono consigli su come sistemare un PC o una connessione internet lenti, un telefono che si surriscalda, uno schermo bloccato e così via. Tutte cose che fino a poco tempo fa si cercavano su Google, che come sempre offre un’enorme quantità di risposte adeguate.

Come prevedibile, l’intelligenza artificiale spopola tra i più giovani: all’interno del campione, l’83% degli appartenenti alla generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) ha ammesso di chiedere a ChatGPT anziché fare una ricerca su Google. La percentuale scende al 67% tra i Millennial (nati tra il 1981 e il 1996), per poi passare al 50% nella generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) e al 48% nei Baby Boomers, ossia i nati tra il 1946 e il 1964).

ChatGPT però è tutt’altro che infallibile, lo sappiamo, e in certi casi può anche essere pericoloso se pensiamo a quanto suona convincente anche quando da consigli sbagliati. Eletric ha chiesto a 200 professionisti del settore IT di giudicare i consigli dell’IA per quattro delle domande più ricercate negli Stati Uniti; il risultato? Una sonora bocciatura, con un totale di 39 punti su 100.

Possiamo spezzare una lancia a favore di ChatGPT dicendo che ha solo pochi mesi di vita, e che in alcune domande si è comportato bene, totalizzando per esempio 74/100 alla richiesta “come velocizzo la connessione internet?”. Come in molti altri scenari visti nelle scorse settimane, l’IA dimostra ancora una volta di avere grandi potenzialità, ma anche di avere ancora molto da imparare. Per il momento, se avete un problema con la tecnologia, continuate a chiedere la soluzione a Google.