OpenAI si trova al centro di un acceso dibattito dopo che alcuni utenti hanno condiviso screenshot che sembravano mostrare pubblicità integrate in ChatGPT. La questione ha sollevato interrogativi sulla direzione commerciale del chatbot AI più diffuso al mondo, spingendo diversi dirigenti dell'azienda a intervenire pubblicamente per chiarire la situazione. Il caso evidenzia la tensione tra monetizzazione e fiducia degli utenti che caratterizza l'intero settore dell'intelligenza artificiale generativa, dove i modelli di business sostenibili restano ancora da definire chiaramente.
Nick Turley, responsabile di ChatGPT presso OpenAI, ha categoricamente smentito la presenza di test pubblicitari attivi sulla piattaforma. In un post su X, Turley ha dichiarato che non esistono test in corso per implementare annunci pubblicitari e che qualsiasi screenshot circolato online risulta o contraffatto o frutto di un'errata interpretazione. La precisazione arriva in risposta a un'immagine condivisa dall'ex dipendente di xAI Benjamin De Kraker, che mostrava un suggerimento per fare acquisti presso Target all'interno di una conversazione con ChatGPT.
La confusione nasce da una funzionalità legittima ma comunicata in modo poco chiaro. Daniel McAuley di OpenAI ha spiegato che lo screenshot non raffigura un annuncio pubblicitario ma un'integrazione con applicazioni di terze parti, capacità annunciata ufficialmente dall'azienda lo scorso ottobre. Questa funzione permette a ChatGPT di suggerire azioni contestuali collegandosi a servizi esterni, una forma di deep linking che però può apparire indistinguibile da contenuti sponsorizzati agli occhi degli utenti meno esperti.
Il responsabile della ricerca ha riconosciuto che qualsiasi elemento che assomigli a pubblicità richiede un'attenzione particolare nella progettazione e nell'implementazione. Chen ha confermato che OpenAI ha temporaneamente disattivato questo tipo di suggerimenti mentre lavora per migliorare la precisione del modello nell'identificare quando le integrazioni risultano effettivamente utili. L'azienda sta inoltre sviluppando controlli più granulari che permetteranno agli utenti di ridurre o disabilitare completamente queste funzionalità se non le ritengono pertinenti.
Il sospetto di una possibile introduzione pubblicitaria non nasce dal nulla. A novembre scorso, alcuni sviluppatori hanno individuato riferimenti espliciti agli annunci pubblicitari nel codice di una versione beta dell'applicazione Android di ChatGPT, alimentando le speculazioni su un cambio di strategia monetaria. OpenAI attualmente si finanzia principalmente attraverso abbonamenti a pagamento come ChatGPT Plus e ChatGPT Team, oltre ai contratti enterprise per l'accesso alle API, ma la pressione per aumentare i ricavi è evidente considerando i costi computazionali monumentali dell'addestramento e dell'inferenza dei modelli linguistici di grandi dimensioni.
Nonostante le smentite sull'attuale presenza di pubblicità, Turley ha lasciato aperta la possibilità futura con una formulazione diplomatica: "se dovessimo perseguire la strada pubblicitaria, adotteremo un approccio ponderato".
Il dirigente ha sottolineato che la fiducia degli utenti in ChatGPT rappresenta un asset fondamentale e che qualsiasi iniziativa commerciale sarà progettata per rispettare questa relazione. La dichiarazione riflette la consapevolezza che l'introduzione di pubblicità potrebbe alienare la base utenti, particolarmente sensibile alle implicazioni etiche dell'AI.
La vicenda illustra le sfide che attendono le aziende di intelligenza artificiale nel bilanciare sostenibilità economica e trasparenza. Mentre concorrenti come Google hanno una consolidata esperienza nella gestione di ecosistemi pubblicitari, OpenAI proviene da una tradizione di ricerca no-profit che rende più delicato qualsiasi passaggio verso modelli più aggressivamente commerciali.
La questione assume particolare rilevanza in Europa, dove il Digital Services Act impone requisiti stringenti sulla trasparenza dei contenuti sponsorizzati e sulla profilazione pubblicitaria, vincoli che qualsiasi futuro sistema pubblicitario di ChatGPT dovrebbe necessariamente rispettare.
L'episodio segnala che OpenAI sta esplorando diverse modalità di integrazione commerciale senza ancora definire una strategia definitiva. Le integrazioni applicative rappresentano un compromesso interessante: offrono valore aggiunto agli utenti facilitando azioni concrete, generano potenziali ricavi attraverso partnership con retailer e fornitori di servizi, ma rischiano di confondersi con pubblicità tradizionale se non comunicate con estrema chiarezza.
Il prossimo banco di prova sarà la capacità di OpenAI di implementare controlli utente sufficientemente granulari e meccanismi di trasparenza che distinguano nettamente funzionalità utili da contenuti promozionali.