Il peso eccessivo delle schede grafiche di punta sta mettendo a dura prova i connettori PCIe, con conseguenze potenzialmente disastrose per i consumatori. Un caso emblematico emerso su Reddit sta sollevando interrogativi sulla responsabilità dei produttori quando componenti da migliaia di euro mostrano cedimenti strutturali, e sulla sottile linea che separa i difetti di fabbricazione dai danni causati dall'utente finale.
L'utente Reddit kromz ha condiviso la sua esperienza frustrante con la procedura di RMA di una ASUS ROG Astral GeForce RTX 5090, una delle schede grafiche più potenti e costose attualmente sul mercato. Dopo aver riscontrato schermate nere intermittenti e riavvii improvvisi del sistema, l'utente ha identificato la scheda grafica come causa del problema e l'ha inviata ad ASUS per la riparazione in garanzia. La risposta del produttore taiwanese, però, è stata un rifiuto secco.
ASUS ha declinato la richiesta di garanzia citando una "irregolarità superficiale", nello specifico una piccola crepa vicino alla linguetta di bloccaggio PCIe. Il dettaglio che ha scatenato la controversia è che questa microfrattura non è visibile ad occhio nudo e sarebbe stata rilevata solo attraverso un'ispezione microscopica. L'azienda ha classificato il danno come causato dal cliente, proponendo una riparazione al costo di 4.661 dollari canadesi, equivalenti a circa 3.357 dollari USA o 3.100 euro al cambio attuale.
Le dimensioni della ROG Astral GeForce RTX 5090 rivelano l'entità del problema: con misure di 357,6 x 149,3 x 76 millimetri e un peso di 3,01 chilogrammi, questa scheda grafica è un vero colosso hardware. L'utente ha però sottolineato di aver installato il componente con estrema cura, utilizzando costantemente la staffa di supporto inclusa nella confezione e di non aver mai spostato il sistema dopo l'installazione iniziale. "Tutto quel peso è sostenuto da un singolo punto di stress sul PCB", ha commentato kromz, aggiungendo: "Onestamente, è un difetto di progettazione che aspetta solo di manifestarsi".
Il paradosso economico della situazione è evidente: accettare la riparazione proposta da ASUS costerebbe più dell'acquisto di una nuova scheda grafica. Anche nel mercato canadese, dove l'hardware risulta tradizionalmente più costoso, il modello overclockato si aggira sui 4.059 dollari canadesi. Dopo mesi di comunicazioni con il servizio clienti, l'utente è riuscito a far escalare il caso alla supervisore Peggy Lee, che ha offerto uno sconto del 50% sulla riparazione, portando il costo a circa 1.679 dollari USA, cifra comunque superiore ai 1.999 dollari della Founders Edition di NVIDIA.
Il problema delle PCB che si fessurano nelle schede grafiche non è una novità assoluta nel panorama hardware. Esistono precedenti, in particolare con alcuni modelli Gigabyte di qualche anno fa, che hanno mostrato cedimenti proprio nella zona della linguetta di bloccaggio PCIe. La causa principale risiede nell'evoluzione delle schede grafiche di fascia alta, sempre più affamate di energia e conseguentemente dotate di sistemi di raffreddamento massicci che aumentano significativamente il peso complessivo.
Gigabyte aveva risposto al problema ridisegnando la linguetta di bloccaggio PCIe con una superficie maggiorata e rinforzando gli slot PCIe sulle proprie schede madri per supportare carichi fino a 58 chilogrammi. Nonostante questi interventi, casi isolati di fratture del PCB si sono comunque verificati, confermando che il problema strutturale persiste nell'industria.
Le procedure di RMA rappresentano spesso un campo di battaglia tra produttori e consumatori. Da un lato, le aziende devono proteggersi da richieste fraudolente e danni effettivamente causati da maneggiamento improprio. Dall'altro, i consumatori investono cifre considerevoli in hardware di fascia alta e si aspettano che componenti da oltre 3.000 euro resistano alle condizioni normali di utilizzo, inclusa l'installazione standard in un case desktop.
Nel mercato europeo, queste dinamiche sono ulteriormente complicate dalle normative sulla garanzia, che offrono maggiori tutele rispetto al Nord America ma che possono rivelarsi difficili da far valere con produttori extraeuropei.