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Commodore Omniabook, la workstation portatile di un brand storico | Test & Recensione

Commodore è viva e tutta italiana: ho provato il loro Omniabook, una workstation sottile che vanta un'altissima configurabilità.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Commodore esiste ancora. Se vi siete persi questa notizia, sappiate che lo storico brand del Commodore 64 è tornato sul mercato, ed è tutto italiano. Lo fa con diversi prodotti, sopratutto notebook, di cui ho provato il modello Omniabook, presentato come una workstation leggera e sottile.

Dotazione Hardware, fino a RTX 4070 e SSD da 8 TB

Vediamo meglio come è fatto, partendo dalla dotazione tecnica. Commodore Omniabook è basato su processori Intel, purtroppo di tredicesima generazione. Non è sempre semplice accedere a piattaforme aggiornate, soprattutto per i nuovi brand, ma a parte l’idea di acquistare un prodotto non basato sulle ultime tecnologie, dal punto di vista prestazionale non siamo davanti a differenze enormi. Potrete acquistare Omniabook in quattro configurazioni differenti: quella base è un Core i7-13620H e grafica Iris Xe integrata, mentre la versione con Core i7-13700H (che ha più core) può essere scelta senza grafica dedicata (quindi sempre con la Iris Xe integrata), o abbinato a una RTX 4060 o una RTX 4070. Il nostro modello era quello con i7 e RTX 4060.

La memoria è disponibile in tre tagli, da 16, 32 e 64 GB. Interessante il fatto che Commodore permette molte scelte di configurazione e soprattutto esplicita anche il produttore. Ad esempio potete scegliere tra 16 GB di DDR5 Crucial o Samsung. Lo stesso vale per l’SSD M.2, avrete ben 15 opzioni differenti, di diversa capienza ma anche marca e modello. Nel nostro caso l’Omniabook era equipaggiato con Samsung 980 Pro da 1 Terabyte. Potrete aggiungere un secondo M.2 in un altro slot. Potrete scegliere il layout della tastiera, togliere il modulo Wi-Fi e Bluetooth e scegliere il sistema operativo. Dal ricevere l’Omniabook senza alcun OS installato, a Linux o Windows in differenti versioni. C’è anche un’opzione per ricevere un secondo OS installato su una macchina virtuale.

L’unica cosa che non potrete cambiare è lo schermo, un modello da 16” con risoluzione di 2560x1600 pixel (16:10), e frequenze di refresh da 240 Hz.

I due anni di garanzia sono la base, ma potrete scegliere un’estensione fino a 5 anni. Ogni opzione che selezionerete avrà un costo, un po’ come quando acquistate un MacBook e trovate il costo aggiuntivo dell’upgrade che selezionerete, che si andrà a sommare al costo base.

Il prezzo di partenza per l’Omniabook è di 1588 euro. Abbiamo giocato con il configuratore per vedere quale fosse il prezzo massimo, un po’ come si fa con Apple quando esce un nuovo prodotto, e abbiamo raggiunto la cifra di 4004 euro. Ma in questo prezzo abbiamo incluso tutte le opzioni più costose, dai 64 GB di RAM alla RTX 4070, doppio SSD (il modello più costoso) da 4 TB l’uno, licenza per Windows 11 Pro ed estensione di garanzia massima. L’unica cosa che non ci è chiara è il motivo per cui il secondo SSD, a parità di modello, costa un po’ di più.

Come è fatto

Dotazione hardware a parte, vediamo come è fatto l’Omniabook. Lo chassis è fatto in magnesio, una scelta costosa per un involucro resistente e leggero. Tuttavia la parte superiore che incornicia lo schermo è un plastica. Le dimensioni sono di 354 mm di larghezza, 245 mm di profondità per uno spesso di 17 mm. Il peso è di circa 1,5 kg. Non è male, dopotutto, considerando che all’interno è possibile impacchettare un processore e una scheda grafica di fascia alta.

La qualità costruttiva è buona, non ci sono imprecisioni o altri dettagli mal riusciti da sottolineare. C’è anche da dire che il design è molto semplice, forse anche un po’ anonimo, se non fosse per il logo di Commodore sul pannello posteriore. È stato deciso di mettere il logo completo, quindi con anche la scritta “Commodore”. Personalmente avrei fatto una scelta differente, avrei messo unicamente il logo, e lo avrei fatto anche trasparente o di qualche materiale riflettente. Dopotutto è qualcosa di storico, perché non sfoggiarlo?

Il sistema di raffreddamento è concentrato nella parte alta del notebook, con feritoie nella parte inferiore (in aspirazione) e posteriore (per espellere l’aria). È una buona scelta che evita getti d’aria calda ai lati, ma di certo tenerlo sulle gambe potrebbe non sempre essere una buona idea. Nella mia prova non ho notato situazioni tragiche, ma durante test o videogiochi la temperatura si alza, e se può essere piacevole d’inverno, meno lo sarà d’estate. In ogni caso dovrete cercare di tenerlo sempre su una superficie piana se non vorrete evitare di diminuire il flusso d’aria bloccando le feritoie inferiori.

La dotazione di porte è buona per gli standard attuali. Nel bordo sinistro abbiamo una porta USB-C / Thunderbolt 4, una USB-A 3, un lettore di memory card SD e il connettore jack per cuffia / microfono. Sulla destra abbiamo le stesse porte USB trovate sull’altro lato, una porta HDMI e il connettore per l’alimentazione. L’alimentatore ha dimensioni moderate, tutto si può portare nella custodia morbida fornita con l’Omniabook, bianca e nera con tanti piccoli disegni, molto simpatica.

La tastiera è completa, con tasti ad isola, dall’attivazione ottima, ma ne parleremo fra poco. Il touchpad è ampio, e in grado di sfruttare tutta la zona lasciata libera dalla tastiera.

Esperienza d’uso

Lo schermo, con copertura opaca, non è niente male. La risoluzione di 2560x1600 pixel, su una diagonale da 16”, è l’ideale. Di meno sarebbe stato sprecato, di più sarebbe stato troppo, soprattutto considerando le configurazioni con RTX 4060 e, soprattutto, con RTX 4070, dove è possibile sfruttare questa risoluzione ottenendo ottime prestazioni. Certo non è un portatile pensato per videogiocare, considerando che Commodore stessa la presenta come una “workstation sottile”, ma la verità è che può tranquillamente essere considerato un notebook da gaming, almeno per quanto riguarda le prestazioni raggiungibili.

Direttamente dalla tastiera è possibile selezionare la modalità di funzionamento, silenziosa e performance. Ovviamente quest’ultima imposta il sistema per le massime prestazioni. Durante l’uso normale la ventola funzionerà sempre, e si sentirà, anche se creerà un sottofondo che sparirà se metterete un po’ di musica o lo userete in un ambiente con rumorosità ambientale moderata, come può essere un ufficio.

La tastiera è retroilluminata, potrete scegliere due livelli o anche spegnere la retroilluminazione. I tasti ad isola sono piacevoli, il supporto della tastiera è abbastanza solido e rigido da non creare problemi, l’attivazione dei tasti è secca e la corsa è giusta. Si scrive bene come su una tastiera Apple, una Logitech MX o un qualsiasi notebook di fascia alta dotato di un’ottima tastiera. La presenza di una tastiera completa di tastierino numerico è ben accetta su un prodotto di questa fascia.

Il touchpad è molto ampio e cliccando negli angoli è possibile disattivarlo o disattivarne solo metà. Personalmente non ho mai avuto la necessità di disattiva mezzo touchpad, ma è anche vero che durante una prova non si può andare nel profondo di ogni aspetto, magari usandolo per più tempo troverei la situazione in cui voler disattivare una parte del touchpad. In ogni caso, sappiate che è possibile farlo.

La dotazione di porte è più che sufficiente, soprattuto in uno scenario attuale dove è praticamente obbligatorio considerare sempre, o quasi, un adattatore o moltiplicatore di porte. Nel caso dell’Omniabook non dovrete, quattro porte USB, una HDMI e anche un lettore di schede SD saranno sufficienti a molti.

Alla prova con alcuni videogiochi, è possibile raggiungere i 30 FPS a risoluzione Full HD con titoli del calibro di Horizon: Zero Dawn, con impostazioni massime. Con Cyberpunk, abilitando il Ray Tracing, ma a livello basso, è possibile avere una media di 30 FPS sempre a risoluzione Full HD. Quindi una macchina da gioco discreta.

Con applicazioni professionali si può apprezzare lo schermo ampio e la risoluzione moderatamente alta. Non credo che abbia senso effettuare test specifici in questo caso, dato che le prestazioni sono quelle dettate dalla piattaforma e cambiando drasticamente in base al software. Il Core i7-13700H è in grado di offrire abbastanza potenza per molti scenari attuali, anche se rimane circa il X percento più lento rispetto al nuovo di 14esima generazione.

Insomma, la piattaforma, al prezzo a cui è proposta, è valida.

Autonomia

L’autonomia può cambiare drasticamente su un portatile di questo tipo, poiché è in grado di gestire un’attività da ufficio leggera così come dei videogiochi o delle applicazioni professionali. Usandolo unicamente con attività da ufficio, con tastiera retroilluminata e una luminosità dello schermo che è andata da bassa a media, abbiamo registrato un’autonomia di circa 5 ore, a cui forse era possibile aggiungere un’altra ora circa di autonomia abbassando totalmente la luminosità e con lavoro leggero. Questa autonomia si dimezza con attività impegnative.

Omniabook non è il notebook da portare con se tutto il giorno senza caricatore per mail e internet, ma è piuttosto il computer da lavoro impegnativo che si presta a sessioni più leggere lontano dal caricatore, per poi tornare su una scrivania e collegare la spina.

Verdetto

Di Omniabook mi è piaciuto molto la possibilità di una configurazione dettagliata, dove è anche possibile scegliere non solo il taglio di disco o memoria, ma anche il produttore dell’hardware. Insomma, la trasparenza e possibilità di scelta è senz’altro da premiare. La qualità in generale del notebook è buona, sia per costruzione che scelta dei materiali. Ottima la tastiera, mentre migliorabile il touchpad che ogni tanto mi ha fatto inviare un input non voluto. Solo sufficiente la webcam, condizione oggi condivisa da molti notebook.

Le prestazioni sono quelle attese dalla configurazione provata, e non voglio dare un giudizio definitivo, poiché ovviamente la versione con RTX 4070 offrirà di più sotto il profilo prestazionale, così come la versione con grafica integrata offrirà di meno. Avrei desiderato, invece, un po’ di più dall’autonomia, che è solo discreta. Non sarà un problema se state cercando un notebook da usare con un mix di movimento e postazione fissa, mentre non è il prodotto ideale se cercate un notebook da usare tutto il giorno lontano dalla spina.

Il prezzo è allineato al mercato, con notebook basati su configurazioni simili venduti allo stesso prezzo. Addirittura, in alcuni raffronti, c’è anche un vantaggio, ad esempio dato dalla scocca in magnesio.

Se quindi Omniabook è un prodotto valido, venduto al giusto prezzo, secondo me Commodore avrebbe dovuto osare un po’ di più nel design. Questo notebook è assemblato in Germania da Tuxedo Computer, che chiaramente offre degli standard in termini di componenti, ma come mostra la scocca posteriore lascia spazio ai partner per delle personalizzazioni. Insomma, il marchio Commodore dovrebbe fare maggiormente breccia nel cuore degli appassionati con qualcosa di più spinto. Forse un notebook color grigio / marrone come il vecchio Commodore 64 sarebbe stato un po’ troppo? Una scocca con angoli molto arrotondati? Richiamare i solchi paralleli nella parte superiore del vecchio Commodore 64? Io ci proverei.

Voto Recensione di Commodore Omniabook



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Possibilità di configurazione

  • Tastiera

  • Qualità costruttiva

  • Scocca in magnesio

Contro

  • Autonomia non stellare

  • Avrei osato un po’ di più sul design

Commento

Il Commodore Omniabook è un notebook di qualità, che offre possibilità di configurazione e scelta dei componenti molto difficili da trovare sul mercato. Ha buone prestazioni e una scocca in magnesio leggera e resistente, ma il design è un po' anonimo e l'autonomia non è delle migliori. 

Informazioni sul prodotto

Immagine di Commodore Omniabook

Commodore Omniabook