Google sta accelerando il dispiegamento di Gemini nell'ecosistema domestico intelligente, aprendo le porte della seconda ondata di accesso anticipato alla piattaforma che sostituirà definitivamente Google Assistant su altoparlanti e display smart.
Si tratta di un passaggio epocale per l'azienda di Mountain View, che dopo anni di dominio di Assistant punta sull'intelligenza artificiale generativa per ridefinire l'interazione vocale in ambiente domestico.
Il programma beta, ancora confinato al territorio statunitense, rappresenta il banco di prova di una transizione tecnologica irreversibile che interesserà tutti i dispositivi Google Home rilasciati dal 2016 in poi.
La prima fase del lancio di Gemini for Home, avviata il 28 ottobre scorso, aveva lasciato la stragrande maggioranza degli utenti iscritti al programma di accesso anticipato in lista d'attesa.
Un sondaggio condotto agli inizi di novembre da Android Authority rivelava che l'88% dei partecipanti non aveva ancora ottenuto l'abilitazione al beta testing, evidenziando un rollout estremamente cauto da parte di Google.
La situazione sta ora cambiando: nelle ultime ore si moltiplicano le segnalazioni di utenti che hanno finalmente ricevuto la notifica di attivazione all'interno dell'app Google Home, confermando l'avvio di una seconda ondata più consistente.
L'accesso rimane subordinato all'iscrizione manuale al programma beta, accessibile attraverso l'app Google Home versione 4.1 o superiore. La procedura richiede di toccare l'immagine del profilo, accedere alle impostazioni della casa e selezionare la voce "Accesso anticipato".
Google ha però implementato una limitazione cruciale che merita particolare attenzione: una volta effettuata la migrazione a Gemini, non esiste possibilità di tornare indietro a Google Assistant.
Si tratta di una scelta unidirezionale che impone agli utenti di valutare attentamente la decisione, considerando che la nuova piattaforma AI potrebbe ancora presentare limitazioni funzionali rispetto al predecessore più maturo.
La procedura di configurazione iniziale di Gemini for Home prevede tre passaggi fondamentali: la configurazione dei filtri di risposta per contenuti sensibili, la selezione delle preferenze per la conversazione continua tra dispositivi diversi della stessa abitazione, e la scelta tra 10 profili vocali differenti.
Quest'ultimo aspetto rappresenta un'evoluzione rispetto a Google Assistant, offrendo maggiore personalizzazione nell'esperienza d'uso quotidiana. Una volta completata la configurazione, Gemini sostituisce completamente Google Assistant su tutta la gamma di altoparlanti intelligenti e display smart prodotti da Google dal 2016 in poi, includendo quindi modelli storici come i primi Google Home e Nest Hub.
La distribuzione geografica rimane al momento estremamente limitata: solo gli utenti statunitensi possono accedere al programma beta, mentre per il resto del mondo l'attesa si prospetta lunga.
Google ha comunicato che l'espansione internazionale di Gemini for Home è prevista soltanto per il 2026, lasciando gli utenti europei e di altri mercati chiave nell'incertezza per almeno un anno.
Questa tempistica riflette probabilmente la necessità di addestrare i modelli linguistici su idiomi diversi dall'inglese e di adattare le funzionalità alle normative locali, particolarmente stringenti in Europa con il Digital Markets Act e il AI Act.
Un dettaglio tecnico rilevante riguarda la gestione degli account con configurazioni multiple: l'attivazione di Gemini for Home avviene su base per-abitazione, non per account Google.
Questo significa che un singolo account associato a più abitazioni configurate nell'app Google Home potrebbe vedere l'aggiornamento disponibile in momenti diversi per ciascuna location.
La logica dietro questa scelta suggerisce che Google stia testando l'infrastruttura backend con un approccio estremamente graduale, probabilmente per monitorare il carico sui server e la stabilità del sistema prima di un rilascio più ampio.
La sostituzione di Google Assistant con Gemini rappresenta una scommessa strategica di grande portata per Google, che punta a portare le capacità della sua AI generativa più avanzata direttamente nelle case degli utenti.
Rispetto ad Assistant, Gemini promette comprensione contestuale più profonda, risposte più naturali e articolate, e potenzialmente integrazione con funzionalità multimodali che potrebbero sfruttare le fotocamere dei Nest Hub.
Tuttavia, la transizione comporta anche rischi: Google Assistant ha beneficiato di anni di ottimizzazioni specifiche per i comandi smart home, automazioni e integrazioni con dispositivi terzi che Gemini dovrà dimostrare di gestire con pari efficacia.
I prossimi mesi di beta testing saranno cruciali per valutare se il salto tecnologico corrisponderà a un effettivo miglioramento dell'esperienza utente o se l'ecosistema necessiterà di ulteriore maturazione prima del rilascio pubblico globale.