Google accelera la transizione da Assistant a Gemini, eliminando progressivamente ogni riferimento al vecchio assistente vocale dall'interfaccia Android. L'analisi della versione 16.46.61 dell'app Google rivela che il colosso di Mountain View sta completando il rebranding anche nelle sezioni più radicate del sistema, trasformando il classico "Hey Google" in un comando direttamente associato all'intelligenza artificiale Gemini. Si tratta di un cambio di paradigma significativo, che sancisce la fine di un'era per uno degli assistenti vocali più diffusi al mondo.
Il flusso di configurazione del riconoscimento vocale rappresenta il fronte più evidente di questa metamorfosi. Dove un tempo campeggiava il marchio Google Assistant, ora appare sistematicamente il logo Gemini, accompagnato da nuove animazioni che enfatizzano l'identità visiva dell'AI generativa. La schermata "Hey Google & Voice Match" viene ribattezzata "Talk to Gemini hands-free", un nome che esplicita meglio la natura conversazionale dell'interazione e si distacca dalla formula ormai datata dell'assistente tradizionale.
Anche le impostazioni interne subiscono una revisione completa. La nuova schermata "Manage Voice Match" introduce controlli rinnovati per la gestione dei profili vocali, sempre sotto l'egida del branding Gemini. L'intero processo di setup è stato ridisegnato con grafiche coerenti con l'estetica della famiglia Gemini, dalle schermate di benvenuto fino alla configurazione finale del Voice Match. Le animazioni mostrano un linguaggio visivo più fluido e moderno, in linea con l'interfaccia già adottata nell'app standalone di Gemini.
La questione cruciale rimane tuttavia sotto traccia: questi cambiamenti sono puramente cosmetici o implicano una reale evoluzione tecnologica? Difficile stabilirlo con certezza. Google non ha fornito dettagli ufficiali sull'architettura sottostante al nuovo sistema di riconoscimento vocale. Potrebbe trattarsi di un semplice restyling dell'interfaccia che continua a sfruttare i modelli di machine learning di Assistant, oppure di una transizione effettiva verso i large language model di Gemini per gestire anche i comandi vocali di base. L'opacità della funzione rende impossibile un'analisi tecnica approfondita senza dichiarazioni ufficiali.
Il lancio di Gemini 3 Pro dimostra comunque che Google sta investendo massicciamente sull'evoluzione della sua piattaforma AI, migliorando capacità di ragionamento e contestualizzazione. L'integrazione profonda nell'ecosistema Android rappresenta il passo logico successivo, trasformando l'assistente vocale da semplice esecutore di comandi a interlocutore conversazionale avanzato. La scadenza di marzo 2026 per la dismissione definitiva di Assistant crea una finestra temporale precisa entro cui completare questa migrazione, suggerendo che le modifiche identificate nel codice potrebbero entrare in produzione già nei prossimi mesi.
Per gli utenti Android, la transizione dovrebbe risultare trasparente dal punto di vista funzionale, almeno nelle operazioni basilari come l'avvio di timer, chiamate o controllo della domotica. Le vere differenze emergeranno probabilmente nelle interazioni complesse, dove i modelli linguistici avanzati di Gemini potrebbero offrire comprensione contestuale superiore e risposte più articolate. Resta da vedere come Google gestirà la compatibilità con le routine esistenti e le integrazioni di terze parti sviluppate negli anni per Assistant, un ecosistema ormai consolidato che coinvolge milioni di dispositivi smart home e applicazioni di terze parti.