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Intel chiude un 2019 da record spinta dai datacenter

Intel chiude un ottimo anno dal punto di vista finanziario, nonostante la maggiore pressione da parte di AMD in ambito desktop e server.

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Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Pubblicato il 24/01/2020 alle 12:30

Intel ha chiuso l’anno fiscale 2019 con un risultato da record. Il fatturato del quarto trimestre ha raggiunto 20,2 miliardi di dollari, in crescita dell’8% su base annua, mentre quello dell’anno ha toccato 72 miliardi di dollari, un +2% figlio dell’ottimo andamento nel settore datacenter.

Nel quarto trimestre Intel ha fatto registrare un utile operativo di 6,8 miliardi di dollari e un utile netto di 6,9 miliardi di dollari, rispettivamente in crescita del 9% e del 33% sullo stesso periodo del 2018. Il margine lordo è sceso al 58,8% dal 60,2%. “Nel 2019 abbiamo guadagnato quote in un mercato indirizzabile in espansione che richiede maggiori prestazioni per processare, spostare e immagazzinare dati”, ha commentato Bob Swan, CEO di Intel.

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“Dopo un anno di esecuzione del nostro piano finanziario a lungo termine, abbiamo superato le nostre aspettative di fatturato e utile per azione. Per il futuro stiamo investendo per guidare i mutamenti tecnologici del futuro, giocare un ruolo maggiore nel successo dei nostri clienti e aumentare il ritorno per gli azionisti”. Intel si aspetta un fatturato per l’intero 2020 di circa 73,5 miliardi di dollari e un risultato approssimativamente di 19 miliardi nel primo trimestre.

Andando ad analizzare il comportamento delle differenti divisioni, vediamo che il Client Computing Group (CPU desktop, mobile, ecc.) ha raggiunto un fatturato di 10 miliardi di dollari nel quarto trimestre 2019, in crescita del 2%. Il risultato sull’anno è di 37,1 miliardi di dollari, lo stesso dell’anno scorso. Il dato trimestrale è attribuibile alla crescita delle vendite di modem e l’aumento dei volumi delle piattaforme desktop.

Quest’ultimo punto è di particolare importanza se pensiamo alla pressione imposta negli ultimi mesi da AMD con le piattaforme Ryzen 3000. Il volume di vendita delle piattaforme desktop Intel ha fatto segnare un +7% sul Q4 2018, ma un -6% nel confronto tra 2019 e 2018. Ciò è avvenuto a fronte di un prezzo medio di vendita in calo del 4% rispetto al Q4 2018, ma in aumento del 3% nel confronto tra 2019 e 2018.

I volumi di vendita notebook hanno invece fatto registrare un calo dell’1% sul Q4 2018 e del 5% su base annua. I prezzi medi di vendita mobile sono rimasti simili a quelli del trimestre dell’anno scorso, mentre sono saliti del 5% sul 2018.

Q4 2019 Q3 2019 Q4 2018
Fatturato 20,2 miliardi 19,2 miliardi 18,7 miliardi
Utile operativo 6,8 miliardi 6,4 miliardi 6,2 miliardi
Utile netto 6,9 miliardi 6 miliardi 5,2 miliardi
Margine lordo 58,8% 58,9% 60,2%
Fatturato Client Computing 10 miliardi +3% +2%
Fatturato Data Center 7,2 miliardi +12% +19%
Fatturato Internet of Things 1,16 miliradi +16% +16%
Fatturato Mobileye 229 milioni +14% +20%
Fatturato Non-Volatile Memory Solutions 1,2 miliardi -7.7% +10%
Fatturato Programmable Solutions 505 milioni identico -17%

Si tratta di risultati che subiscono l’inevitabile azione della carenza produttiva di microprocessori (il cosiddetto "shortage", per cui la produzione non riesce a soddisfare la domanda), che Intel ormai si trascina da tempo e che secondo l’azienda dovrebbe terminare entro la fine di questo anno fiscale.

Intel continua a far segnare ottimi risultati per quanto riguarda il Data Center Group, cresciuto del 19% a 7,2 miliardi di dollari sul Q4 2018. Il risultato su base annua è positivo, +2%, per un fatturato di 23,5 miliardi di dollari. La divisione ha venduto il 12% in più rispetto all'ultima parte del 2018, a un prezzo medio di vendita del 5% superiore. Rispetto al 2018 invece, Intel ha registrato volumi di vendita di datacenter in calo del 3%, ma con un prezzo medio di vendita in crescita del 5%.

La divisione Internet of Things (920 milioni, +13%), che include Mobileye (240 milioni, +31%), ha raggiunto un fatturato di 1,16 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 999 milioni di un anno fa. Il comparto delle memorie NAND e Optane ha visto aumentare le vendite del 10% a 1,2 miliardi. Infine, la divisione PSG (Programmable Storage Group, ossia FPGA, ecc.) è l’unica in cui l’azienda ha messo a segno un calo, con un -17% a 505 milioni.

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