Intel negli smartphone Lenovo e Motorola con Medfield

Intel ha presentato la piattaforma Medfield per smartphone e tablet. Al centro Atom Z2460, un system on chip che promette alte prestazioni e bassi consumi. I primi partner dell'azienda statunitense sono Motorola e Lenovo che sbarcheranno sul mercato con nuovi dispositivi entro l'anno.

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a cura di Manolo De Agostini

Arriva Medfield e finalmente Intel entra nel settore degli smartphone e dei tablet. Ormai possiamo dirlo, dopo tante presentazioni e dichiarazioni d'intenti. L'azienda ha annunciato che Lenovo e Motorola saranno i primi due partner che offriranno i prodotti basati sulla nuova piattaforma con chip x86 a basso consumo.

L'azienda cinese ha svelato Lenovo K800, uno smartphone Android con schermo LCD TFT da 4.5" (720p), WiFi 802.11 b/g/n, Bluetooth 3.0, GPS e fotocamera da 8 megapixel che sarà disponibile in Cina nel secondo trimestre dell'anno con l'operatore China Unicom su rete HSPA+. Al CES è stato mostrato inoltre un prototipo di tablet, IdeaPad K2110, con Android 4.0 e schermo da 10 pollici.

Motorola ha invece annunciato un accordo pluriennale che porterà i propri frutti entro l'anno, con un prodotto che sarà nelle mani degli operatori di telefonia in estate, per poi arrivare poco dopo sul mercato. Non è stato comunicato se il prodotto sarà disponibile su scala mondiale o solo negli Stati Uniti, e comunque c'è da aspettarsi successivamente anche un tablet.

Atom Z2460 è il nome dell'unica versione finora annunciata che fa capo al progetto Medfield. Si tratta di una piattaforma a singolo chip, nome in codice Penwell (12mm x 12mm, prodotto a 32 nanometri) che al suo interno offre tutto ciò che serve in uno smartphone o un tablet, oltre chiaramente ai chip di supporto come quello per la connettività XMM 6260.

SoC Penwell - Clicca per ingrandire

Abbiamo un solo core x86 "Saltwell" con HT affiancato da 512 KB di cache L2, oltre a una GPU PowerVR SGX 540 con frequenza di 400MHz (capace di gestire il Full HD e decodifica 1080p30) e all'interfaccia di memoria dual-channel LPDDR2. Il core x86 è in grado di lavorare a diverse frequenze, a seconda dello stato C6. Al massimo raggiunge 1.6 GHz, in una sorta di modalità simile al Turbo Boost delle CPU desktop. La frequenza di base è pari a 1.3 GHz.

Un grande punto interrogativo riguarda la compatibilità della piattaforma con il software esistente. Intel ha lavorato su Android, in modo da farlo funzionare senza problemi con Medfield e ha lavorato anche con sviluppatori di terze parti per far sì che le applicazioni fossero ottimizzate. 

Le applicazioni Android scritte usando l'Android NDK (che produce codice nativo ARM) funzioneranno anche sui telefoni x86. Secondo Intel circa il 90 percento delle applicazioni native per architettura ARM (il 25 percento di quelle disponibili sull'Android Market, le altre usano il bytecode Java) funzionano senza problemi.

E per quanto riguarda prestazioni e consumi? I primi test che circolano in Rete, come quelli di Anandtech, sembrano far ben sperare, anche se si tratta di analisi non ancora approfondite soprattutto per quanto riguarda la richiesta energetica, il vero nodo su cui Intel si è arrovellata nello sviluppo di questa piattaforma negli ultimi anni.