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La funzione 200S Boost di Intel è limitata su Linux

L'efficacia reale del "200S Boost" di Intel per i processori Arrow Lake appare decisamente limitata, soprattutto in ambiente Linux.

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a cura di Andrea Maiellano

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Pubblicato il 27/04/2025 alle 12:00

L'efficacia reale del "200S Boost" di Intel per i processori Arrow Lake appare decisamente limitata, soprattutto in ambiente Linux. Le analisi approfondite condotte da Phoronix hanno messo in luce come questa funzionalità, presentata con grande enfasi dal colosso californiano, offra miglioramenti di prestazioni quasi impercettibili quando non si investe anche in memorie DDR5 ad altissima velocità. Un quadro che conferma quanto già emerso nei test su ambiente Windows, dove i reali benefici derivano principalmente dall'overclock della memoria piuttosto che dalle ottimizzazioni del profilo stesso.

I chip Arrow Lake, lanciati circa sei mesi fa, hanno richiesto numerosi interventi post-lancio per esprimere il loro pieno potenziale. Intel ha dovuto rilasciare diversi aggiornamenti, iniziando con patch distribuite tramite Windows Update e BIOS aggiornati a dicembre, seguiti a gennaio dal microcodice 0x114 attraverso aggiornamenti del firmware ME19.0.0.1854v2.2. L'evoluzione è continuata questo mese con il programma IPO in Cina, consentendo agli integratori di sistemi di offrire configurazioni con potenze e frequenze superiori mantenendo la garanzia.

Il "200S Boost" rappresenta l'ultima incarnazione di questi sforzi: un preset BIOS opzionale disponibile globalmente che promette velocità superiori per fabric, connessioni die-to-die e trasferimenti di memoria rispetto alle configurazioni predefinite. Ma i risultati concreti raccontano una storia diversa.

La configurazione utilizzata da Phoronix per i test comprendeva componenti di alta gamma: un Core Ultra 9 285K, una scheda madre Asus ROG Maximus Z890 Hero (BIOS 1801), una GPU RX 7900 XTX e 32GB di memoria DDR5-6400. Tutti i test sono stati eseguiti su Ubuntu 25.04 con kernel Linux 6.14, creando un ambiente ideale per valutare l'impatto reale del profilo di boost.

Nel gaming, la situazione appare contrastante. Titoli come Counter-Strike 2 e Batman: Arkham Knight hanno mostrato miglioramenti marginali, mentre Dirt Rally 2.0 ha addirittura registrato un calo significativo delle prestazioni, passando da 456 FPS in configurazione standard a soli a 406 FPS con il profilo di boost attivato. Una riduzione del 10% che solleva interrogativi sulla stabilità complessiva della soluzione.

Il vero segreto delle prestazioni sta nella memoria e non nei profili preconfezionati.

Le applicazioni produttive non raccontano una storia molto diversa. I test di compilazione hanno evidenziato incrementi appena percettibili, mentre i carichi di rendering sono rimasti sostanzialmente invariati. Questo conferma quanto già emerso nei test su Windows, dove l'attivazione del profilo 200S Boost con lo stesso kit DDR5-6400 aveva portato a un aumento medio di appena lo 0,8% negli FPS su 16 giochi.

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Il vero catalizzatore delle prestazioni si conferma essere la velocità della memoria. Senza un upgrade a kit DDR5-7200 o DDR5-8000, i benefici derivanti dal solo overclock delle interconnessioni NGU o D2D risultano praticamente invisibili nelle applicazioni reali. Un dato che ridimensiona significativamente il valore aggiunto di questa funzionalità per chi non intende investire in memorie di fascia alta.

È importante sottolineare che questi profili di boost non garantiscono automaticamente la stabilità con RAM più veloci; offrono solo copertura in garanzia per configurazioni più spinte. Una distinzione sottile ma cruciale, considerando che molti utenti che acquistano kit DDR5-8000 probabilmente li utilizzano già alle velocità nominali tramite XMP, indipendentemente dall'esistenza di questi profili ufficiali.

Nonostante rappresenti un passo nella giusta direzione per l'ottimizzazione dei processori Arrow Lake (che potte trovare su Amazon), il 200S Boost di Intel sembra quindi più un'operazione di marketing che una reale rivoluzione prestazionale, almeno finché non viene abbinato a componenti di memoria di fascia premium. Un dettaglio non trascurabile che meriterebbe maggiore trasparenza nelle comunicazioni del produttore.

Fonte dell'articolo: www.tomshardware.com

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