Ladri di notebook "presi" su Facebook, storia di solidarietà

I social network sono per molti dei semplici strumenti di svago, ma è bello sapere che a volte si possono trasformare in strumenti di pubblica utilità grazie alla solidarietà degli utenti.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Ecco come è andata. Lo scorso weekend si è tenuta la Milan Games Week, manifestazione milanese dedicata ai videogiochi, che ha visto il polo fieristico di Rho Fiera invaso da appassionati di tutte le età.

C'eravamo anche noi, assieme ad AK Informatica, partner con cui collaboriamo non solo per gli eventi, ma anche per alcune attività su Tom's, come ad esempio le configurazioni PC del mese.

AK gestiva un'ampia zona della fiera, dove erano stato preparate un sacco di postazioni PC e notebook, a disposizione dei visitatori per sfidarsi nei videogiochi.

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Bello il portatile, soprattutto se non lo paghi...

Tutto è accaduto durante gli ultimi minuti della fiera, quando gli addetti alla sicurezza invitavano i visitatori a dirigersi verso l'uscita, e le aziende iniziavano a smontare gli stand e ritirare le attrezzature.

Due furbetti hanno avuto la brillante idea di sfruttare la confusione a loro vantaggio e, probabilmente non contenti dei gadget ricevuti, hanno rubato tre notebook. D'altronde da una fiera come la Games Week, dove era anche possibile acquistare prodotti, uscire con dei notebook gaming sotto braccio non era affatto sospetto.

Peccato che i furbetti, baldanzosi della loro impresa, non abbiano atteso nemmeno un minuto per vantarsi del misfatto. Un altro visitatore che ha captato la conversazione ha pensato bene di fare una foto ai ladri, e di inviarla ad alcuni responsabili dell'azienda (usando la marca dei notebook come riferimento).

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In pochi minuti la notizia si è diffusa tra gli addetti al lavoro, che hanno pubblicato la foto sui rispettivi profili Facebook, chiedendo aiuto per rintracciare i malfattori, non facilmente riconoscibili dalla foto scattata per via dell'inquadratura.

La macchina social si è subito messa in moto e in pochissimo tempo quella richiesta di aiuto ha raggiunto le quasi mille condivisioni, con un reach di mezzo milione di persone. Non è passato molto di più perché qualcuno fornisse maggiori informazioni utili a rintracciare i furbetti.

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Com'è finita? Per fortuna bene. I ragazzi, ormai smascherati, hanno riconsegnato la merce e si sono pentiti delle loro azioni. Certamente ci penseranno due volte prima di rifare un'altra volta un'idiozia del genere, considerando che hanno rischiato ben più che una tirata d'orecchie.

La morale della storia non è solo che non bisogna rubare, questo è scontato. Piuttosto è stato interessante notare come uno strumento come Facebook, per molti unicamente ludico, se usato in maniera corretta possa aiutare e velocizzare la risoluzione di un problema che, altrimenti, avrebbe richiesto settimane o mesi per essere risolto. Forse.