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a cura di Dario D'Elia

Gli Stati Uniti hanno deciso di mettersi nelle mani degli universitari, almeno nel settore della sicurezza. Una notizia, che almeno da noi, potrebbe risultare sconvolgente. E’ anche vero che i laboratori dei più importanti college statunitensi dispongono di budget che da soli potrebbero rimettere in sesto le finanze dissestate dei nostri poveri atenei, ma tant’è… continuiamo pure a dire che le "teste" non ci mancano – ed è effettivamente riconosciuto anche dai ricercatori stranieri -, ma non deprimiamoci se poi dobbiamo dotarci di fazzoletti per salutarli quando prendono il mare per lidi lontani.

Ebbene, la National Science Foundation sponsorizzerà un progetto da 19 milioni di dollari, distribuiti in cinque anni, che farà nascere l’ennesimo centro di cybersicurezza. Sotto il nome di TRUST (Team for Research in Ubiquitous Secure Technology) i ricercatori della Berkeley University of California, insieme ad altri colleghi prelevati dai migliori laboratori della Cornell University, Mills, Stanford University e molte altre, si concentreranno nello studio di nuove soluzioni di protezione informatica, sia hardware, che software.

L’approccio inizialmente sarà puramente analitico: verranno esaminate tutte le attuali falle che rendono le piattaforme informatiche vulnerabili. Poi, in una seconda fase verranno ingegnerizzati nuovi componenti e implementati software che migliorino la gestione delle informazioni sensibili.

"Il nostro programma sarà il più ampio possibile, dato che gli stessi computer, e la loro sicurezza,- ha spiegato William Noxon, portavoce della NSF – hanno un grandissimo impatto sul nostro quotidiano ed effetti importanti anche sull’economia". "Fondamentalmente dobbiamo prevenire i problemi di sicurezza, eliminando fin dall’inizio le possibili debolezze di un qualsiasi sistema: questo sarà il nostro obiettivo per i prossimi cinque anni".

Questo progetto sulla carta sembra essere vincente non solo per il coinvolgimento di centri di ricerca avanzati, e aziende private come Microsoft , Hewlett-Packard, IBM , Sun Microsystems, Symantec, ma anche perché parte dell’investimento sarà devoluto alla formazione. Già, come non avviene certo in Italia, verranno istituiti stage e corsi per le Elementari, Medie e Superiori. Il primo pensiero potrebbe essere legato all’età: un bambino come può essere in grado di comprendere tali progetti? La risposta è semplice, l’età media degli hackers non è poi così alta. L’ansia dell’età giusta è esclusivamente un patema italico, che protegge ovviamente i posti di maggiore responsabilità. Fra 10/20 anni ce ne renderemo conto, quanto mancherà un’intera classe dirigente, che attualmente invece di “farsi le ossa” sul campo saltabecca da un incarico all’altro facendo fotocopie, quando è presente ovviamente.