Le APU future di AMD nasceranno in un centro in India

Ad Hyderabad, India, AMD ha appena inaugurato un centro di progettazione per lo sviluppo di soluzioni hardware e software dedicate alle APU, Accelerated Processing Unit. Ecco perché l'azienda di Sunnyvale punta sul paese indiano.

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a cura di Manolo De Agostini

Che il tempo del riscatto per AMD sia ormai dietro l'angolo? L'azienda l'aveva promesso a margine dell'ultima trimestrale (qui i conti), ma aldilà dei proclami certe svolte si possono captare anche da quelli che, all'apparenza, possono apparire come piccoli segnali.

Recentemente la casa di Sunnyvale ha annunciato l'apertura di un nuovo centro di progettazione ad Hyderabad, nella popolosa India. "Ad Hyderabad ha avuto notevole sviluppo l'information technology, la biotecnologia e l'industria farmaceutica", si legge su Wikipedia, quindi AMD s'insedia in uno dei poli più avanzati del paese, dove promette di generare nuove soluzioni per le proprie APU, sia sul fronte hardware che software.

Centinaia di ingegneri lavoreranno nel nuovo centro, che non rappresenta però l'unica presenza di AMD nel territorio indiano, dove opera già in un altro polo di progettazione nel distretto di Bangalore e con uffici vendite a Nuova Delhi e Mumbai.

Il nuovo investimento in India non è solo una buona notizia per AMD, che sembra voler invertire una tendenza fatta di tagli orizzontali, ma anche un ulteriore impegno in un paese in cui le cose la casa statunitense sembrano andare meglio che da altre parti. Insomma, l'investimento non è casuale.

Ad aprile 2012 AMD vantava vendite in India in crescita del 36 percento, qualcosa che l'azienda non è riuscita però replicare in giro per il mondo. I più recenti dati di IDC, risalenti al marzo di quest'anno, indicavano di una quota del 20,1 percento.

Com'è riuscita AMD a fare meglio in India rispetto al resto del mondo? Il sito Crn.in, cinque mesi fa, spiegava che è merito di Ravi Swaminathan, managing director, autore di un vero e proprio cambio di strategia. "Mentre il canale vendite chiedeva ad AMD di investire sul marchio e in pubblicità, Swaminathan faceva l'esatto opposto", scriveva Crn.

Swaminathan aveva infatti ben chiaro che l'appeal del marchio non era paragonabile a quello di Intel, e ha quindi preferito "investire in un team che forgiasse le relazioni con OEM, governi, grandi imprese e partner di primo piano sul canale vendite. Ha assunto diversi dirigenti di alto profilo, la maggior parte ex di HP Personal Systems Group".

Una decisione che ha pagato, anche perché AMD è riuscita a convincere chi dava gli appalti a fare una valutazione più approfondita dei prodotti, introducendo test come Sysmark di Bapco. L'azienda ha così sviato l'attenzione dal marchio per passare ai prodotti, e come stabilito dalle nostre prove le APU hanno una certa competitività con l'offerta Intel, e non solo sul fronte dei prezzi.

L'apertura del centro di progettazione ad Hyderabad permette quindi di consolidare i rapporti con le autorità del paese, e anche se non abbiamo dati più recenti sulla quota di AMD in India, è certo che in un paese in rapida espansione e con un pubblico tecnologicamente ancora da formare, l'azienda statunitense può giocarsi le proprie carte, arrivando a creare quell'appeal di brand che non è riuscita a stabilire altrove.

Nel resto del mondo agiscono altre dinamiche, e il settore dei computer è in frenata. I tablet con Windows 8 su cui AMD ha deciso di puntare si diffondono più lentamente del previsto, e l'apertura ad Android/Chrome OS rimane per ora solo nelle intenzioni (AMD apre ad Android e Chrome OS alle proprie condizioni).

L'arrivo dei prodotti Richland, Kabini e Temash sul mercato in maggiori volumi dovrebbe però dare la spinta giusta ad AMD per il terzo trimestre, e così anche l'ormai sicuro debutto di una nuova generazione di schede video consumer e professionali.

L'azienda ha comunque un'altra carta da giocare, con gli introiti provenienti dalla vendita delle console next-gen di Sony, Microsoft e Nintendo – in cui ritroviamo i chip AMD - che dovrebbero portare un'entrata in costante crescita nei prossimi anni. E poi c'è la Semi-Custom Business Unit, forse la mossa più coraggiosa dell'AD Rory Read, ma che se dovesse dare i frutti sperati potrebbe davvero riportare AMD nel gotha delle aziende che contano.