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NASA ha perso 48 PC con le chiavi della stazione spaziale

La NASA ha perso 48 computer portatili con memorizzati i codici di controllo non cifrati della stazione Spaziale Internazionale, e ci sono poche speranze di ritrovarli. Gli ingegneri hanno dovuto cancellare parti di software in uso per tutelare la sicurezza, ma l'emergenza non sembra finita. Sono fuori controllo anche i dati sulla progettazione della navicella Orion, proprietà intellettuali e dati personali degli astronauti.

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Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Pubblicato il 02/03/2012 alle 13:56 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:38

La NASA ha perso i codici di controllo della stazione Spaziale Internazionale, insieme ad altre informazioni critiche che avrebbero dovuto restare segrete, come "proprietà intellettuali, i dati sulla progettazione della navicella Orion, e sul Programma Constellation", e persino "nomi e informazioni personali degli astronauti".  Erano memorizzati su 48 notebook che sono andati persi fra il 2009 e il 2011.

Il fatto ancora più grave è che non si sa se questi dati siano finiti nella mani sbagliate. Il caso emerge solo oggi, perché l'ispettore della NASA Paul K. Martin è stato chiamato a testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti in merito agli sforzi sostenuti dall'Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche in materia di sicurezza informatica, che si è rivelata un vero e proprio colabrodo.

La Stazione Spaziale Internazionale

Le colpe sono state addebitate solo ai tagli di bilancio, che avrebbero portato negli ultimi anni al collasso della sicurezza, ma non ci sembra una giustificazione plausibile per una condotta superficiale dei funzionari, che hanno seminato portatili chissà dove neanche fossero le briciole di Pollicino. Martin ha rivelato inoltre che solo l'1 percento dei computer portatili andati persi conteneva dati cifrati, quindi le informazioni sono alla berlina.

Gli ingegneri sono stati costretti a cancellare parti di software in uso nella stazione spaziale perché non sono ritenute sicure in seguito alla perdita dei codici. Martin ha anche spiegato che il numero dei portatili di cui si sono perse le tracce potrebbe essere superiore, e sebbene la NASA sia obbligata a rispettare le linee guida di sicurezza nazionale, ci sarebbe solo una "capacità limitata" di farlo in mancanza di "ogni sorta di dispositivo di gestione coerente".

Obama ha tutte le ragioni per disperarsi

A questo punto non c'è da stupirsi se gli hacker negli anni hanno preso ripetutamente di mira la NASA con attacchi di vario genere: sarà stata tutta farina del loro sacco, o hanno avuto qualche "aiutino" dai portatili dispersi? Fa quasi tenerezza Martin quando spiega che questi incidenti sono riconducibili a "imprese criminali ben organizzate, hacking a scopo di lucro, a intrusioni che possono essere state sponsorizzate dai servizi segreti stranieri", in realtà con i codici alla mano e un sistema di sicurezza da medioevo anche un ragazzo potrebbe riuscirci semplicemente per gioco. E in effetti è già successo, quando l'hacker TinKode aveva violato un sito NASA solo per vantarsi della sua impresa.

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