USA e UE accusano la Russia per i cyberattacchi contro l'Ucraina

L'accusa ufficiale nei confronti della Russia è stata fatta sia dall'Unione europea che dagli USA, ciò determinerà un aumento della tensione?

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a cura di Marco Doria

Dall'inizio del conflitto russo-ucraino, si è registrato un aumento di attacchi hacker di vario genere, dal phishing al ransomware, spesso connessi proprio alla guerra. Da un fronte all'altro, abbiamo assistito all'intervento di Anonymous contro vari bersagli russi, al sequestro di forum hacker di origine russa, ma soprattutto diversi tentativi di azioni ostili contro l'Ucraina in ambito informatico da parte della Russia.

In questo complessissimo scenario, sia l'Unione europea che il governo degli Stati Uniti hanno sollevato formalmente un'accusa nei confronti della Russia, circa una serie di attacchi malware perpetrata a danno di bersagli ucraini pubblici e privati. Gli attacchi hanno visto l'uso di un data wiper, ovvero un malware che cancella o rende comunque inutilizzabili i dati contenuti in un sistema, nonché di attacchi di tipo Distributed Denial of Service (DDoS).

In particolare, uno dei malware utilizzati è WhisperGate, un wiper in grado di infettare il master boot record dei sistemi Windows, mostrando all'utente una falsa nota di ransomware, andando però a rendere inutilizzabili i file agendo sulle estensioni. Questa è la dichiarazione ufficiale di Antony Blinken, Segretario di Stato degli USA: "Gli Stati Uniti sono giunti alla conclusione che gli operatori informatici dell'esercito russo hanno distribuito diversi tipi del devastante malware wiper, fra cui WhisperGate, a danno di reti governative e del settore privato in Ucraina".

A ciò si unisce la dichiarazione ufficiale del Consiglio dell'UE: "Questi inaccettabili attacchi informatici sono un ulteriore esempio del costante comportamento irresponsabile della Russia nel cyberspazio, che è inoltre parte integrante dell'invasione illegittima e ingiustificata dell'Ucraina".

La situazione è dunque molto tesa, ma continuiamo a sperare in una risoluzione pacifica del conflitto, sia sul campo di battaglia che sulla rete.