Nel complesso mondo delle neuroscienze cognitive, pochi fenomeni catturano l'immaginazione quanto le illusioni che ingannano la nostra percezione corporea. Tra queste, l’illusione della mano di gomma rappresenta uno dei test più affascinanti per comprendere come il cervello costruisca la mappa del nostro corpo nello spazio. Ora, una scoperta rivoluzionaria proveniente dal Giappone dimostra che questo inganno percettivo funziona anche su creature marine dotate di otto braccia e di un'intelligenza sorprendente: i polpi.
L'intelligenza dei cefalopodi messa alla prova
I ricercatori Sumire Kawashima e Yuzuru Ikeda, dell’Università delle Ryukyu a Okinawa, hanno condotto un esperimento che sfida le nostre convinzioni sulla percezione corporea negli invertebrati marini. Utilizzando esemplari di Callistoctopus aspilosomatis, una specie di polpo dal corpo liscio, gli scienziati hanno ricreato in ambiente acquatico la celebre illusione che da decenni affascina i neuroscienziati.
La procedura sperimentale prevedeva il posizionamento di un braccio artificiale realizzato in gel morbido sopra uno dei tentacoli reali del polpo, nascosto alla vista. Attraverso calibri di plastica, i ricercatori accarezzavano simultaneamente sia l’appendice finta che quella autentica, creando una sincronizzazione sensoriale cruciale per il successo dell’illusione.
Quando l'inganno diventa realtà biologica
I risultati hanno superato le aspettative più ottimistiche. Dopo appena otto secondi di stimolazione sincronizzata, al momento del pizzicotto sul braccio finto con delle pinzette, tutti e sei i polpi coinvolti nei 24 test hanno mostrato reazioni difensive immediate: cambiamenti cromatici, ritrazione dell’arto e tentativi di fuga hanno dimostrato inequivocabilmente che questi molluschi percepivano l’appendice artificiale come parte integrante del proprio corpo.
La precisione dell’esperimento ha permesso di identificare le condizioni necessarie affinché l’inganno funzioni. Quando la stimolazione non avveniva in modo sincronizzato, oppure quando la postura del braccio finto non corrispondeva a quella reale, l’illusione svaniva completamente. Questo risultato sottolinea la sofisticazione del sistema di percezione corporea nei cefalopodi.
Vantaggi evolutivi e limiti neurologici
Secondo Ikeda, questa capacità rappresenta un paradosso affascinante dell’evoluzione neurologica. Da un lato, l’abilità di integrare informazioni sensoriali multiple fornisce strumenti preziosi per la sopravvivenza, permettendo ai polpi di anticipare eventi nell’ambiente circostante. Dall’altro, questa stessa caratteristica emerge come effetto collaterale di conflitti nei processi cerebrali, rivelando i limiti intrinseci del sistema nervoso.
Peter Godfrey-Smith, dell’Università di Sydney, ha espresso sorpresa per questi risultati, sottolineando come suggeriscano che i polpi possiedano una rappresentazione corporea molto più ricca di quanto si pensasse. Particolarmente significativo è che questi animali non cadano nell’inganno quando la postura dell’arto artificiale è incoerente con quella reale.
Un ponte evolutivo tra specie diverse
Kawashima evidenzia come questa ricerca aggiunga un tassello importante al mosaico delle similitudini cognitive tra esseri umani e polpi. La capacità di sviluppare un senso di proprietà corporea potrebbe rappresentare una notevole convergenza evolutiva, considerando la distanza filogenetica tra vertebrati e molluschi cefalopodi.
L’illusione della mano di gomma, scoperta negli anni Novanta e testata successivamente su mammiferi come i topi, trova ora conferma in una specie marina dall’architettura neurale completamente diversa. Questo parallelismo suggerisce che alcuni meccanismi di integrazione sensoriale potrebbero essere più universali di quanto si pensasse, aprendo nuove prospettive nello studio dell’evoluzione della coscienza corporea nel regno animale.