image/svg+xml
Logo Tom's Hardware
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Tom's Hardware Logo
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Forum
  • Sconti & Coupon
% Black Friday
%
Accedi a Xenforo
Immagine di Asma grave, arriva una terapia davvero game-changing Asma grave, arriva una terapia davvero game-changing...
Immagine di Artrite: scoperta la fase “fantasma” che nessuno vede Artrite: scoperta la fase “fantasma” che nessuno vede...

Maya, il vero motivo dietro la fine delle loro città

Siccità, conflitti e infrastrutture agricole spinsero i Maya verso le città, ma furono condizioni migliori a rendere vantaggioso tornare alla vita rurale.

Advertisement

Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 27/11/2025 alle 08:35

La notizia in un minuto

  • Una ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences rivela che l'urbanizzazione Maya fu determinata dall'interazione tra siccità, conflitti e investimenti in infrastrutture agricole che rendevano vantaggiosa la concentrazione urbana
  • Contro ogni aspettativa, l'abbandono delle città Maya avvenne durante fasi di miglioramento climatico, quando i benefici della vita urbana non compensavano più i costi della degradazione ambientale periurbana
  • Lo studio integra record climatici ad alta risoluzione e modelli di ecologia delle popolazioni, offrendo un framework interpretativo applicabile alle dinamiche urbane contemporanee

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

Quando acquisti tramite i link sul nostro sito, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più

La nascita e il declino delle città precolombiane del periodo classico Maya rappresentano uno dei grandi enigmi dell'archeologia mesoamericana. Per decenni, gli studiosi si sono interrogati su cosa spingesse comunità prevalentemente agricole, che traevano vantaggio dalla dispersione territoriale, a concentrarsi in densi centri urbani nonostante i costi elevati: maggiore esposizione alle malattie infettive, competizione per le risorse, crescente disuguaglianza sociale. Oggi, una ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences fornisce una risposta sorprendente, applicando modelli di ecologia delle popolazioni a dati archeologici, climatici e demografici raccolti nell'arco di oltre un decennio.

Il team guidato da Douglas Kennett, archeologo dell'Università della California a Santa Barbara, ha identificato una complessa interazione tra tre fattori chiave che determinarono l'urbanizzazione nelle Lowlands Maya del periodo Classico. Il primo elemento consiste nei periodi di deterioramento climatico, con particolare riferimento a fasi di siccità prolungata. Il secondo fattore riguarda l'intensificazione dei conflitti tra gruppi, che rendeva più sicura la concentrazione in insediamenti fortificati. Il terzo, e forse più rilevante, è rappresentato dalle economie di scala generate dagli investimenti in infrastrutture agricole, che permettevano di sostenere popolazioni più dense attraverso sistemi complessi di irrigazione, terrazzamenti e gestione delle risorse idriche.

La metodologia adottata dai ricercatori integra diverse linee di evidenza scientifica. Dal 2012, il gruppo ha sistematicamente compilato dati archeologici relativi a dinamiche demografiche, tracce di conflitti armati e testimonianze di sistemi agricoli intensivi nelle città Maya. L'elemento innovativo è stata la disponibilità di record climatici ad alta risoluzione ricavati da carote sedimentarie e altri indicatori paleoclimatici, combinati con sofisticati modelli computazionali che consentono di analizzare le relazioni tra variabili ambientali, sociali ed economiche con una precisione senza precedenti.

L'abbandono delle città avvenne durante fasi di miglioramento climatico, rovesciando la tradizionale interpretazione basata sulla siccità prolungata

Il risultato più inatteso della ricerca riguarda proprio le dinamiche di deurbanizzazione. Contrariamente a quanto ipotizzato per anni, l'esodo dalle città Maya non coincise con il peggioramento delle condizioni climatiche, ma si verificò paradossalmente durante fasi di amelioramento ambientale. "La scoperta più sorprendente è stata che l'abbandono delle città avvenne in condizioni climatiche in miglioramento", spiega Kennett. "Abbiamo a lungo pensato che il declino delle città Maya classiche fosse parzialmente causato da un periodo esteso di siccità. Si rivela essere una storia molto più complicata e interessante."

La spiegazione proposta dai ricercatori si basa sul concetto di analisi costi-benefici applicata su scala temporale estesa. Durante le fasi di stress climatico e conflitti intensi, i vantaggi della vita urbana – sicurezza, accesso a infrastrutture produttive, reti di scambio – superavano i costi elevati. Tuttavia, quando il clima migliorava e la pressione dei conflitti diminuiva, il bilancio si invertiva. La degradazione ambientale nelle aree periurbane, causata da secoli di sfruttamento intensivo, rendeva insostenibile la vita nelle città, mentre le zone rurali tornavano attrattive offrendo maggiore autonomia, libertà decisionale e accesso a terre non esaurite.

Il modello elaborato dal team riconcilia teorie precedentemente considerate in competizione tra loro – pressioni ambientali, conflitti, dinamiche economiche – all'interno di un framework unico basato sull'ecologia delle popolazioni. Questo approccio permette di comprendere perché società agrarie, che normalmente beneficiano dalla dispersione territoriale per ridurre i tempi di spostamento verso i campi, decidessero di concentrarsi in città nonostante i significativi svantaggi finanziari e sanitari. La chiave risiede nell'evoluzione congiunta di urbanesimo, disuguaglianza sistemica e relazioni patron-cliente, processi interconnessi che si rinforzavano reciprocamente.

Le implicazioni di questa ricerca vanno ben oltre la comprensione delle civiltà precolombiane. Identificando i principi generali che influenzano la concentrazione e la dispersione delle popolazioni, lo studio offre strumenti interpretativi applicabili all'evoluzione urbana in diverse epoche e contesti geografici. Nel momento in cui le moderne metropoli affrontano sfide legate a pressioni economiche, congestione, inquinamento e, più recentemente, eventi sanitari di portata globale, comprendere le dinamiche profonde che storicamente hanno regolato i flussi migratori urbani acquisisce una rilevanza particolare per le politiche territoriali contemporanee e future.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite . Vuoi accedere?

Invia

Per commentare come utente ospite, clicca cerchi

Cliccati: 0 /

Reset

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.

Segui questa discussione

Advertisement

Ti potrebbe interessare anche

Artrite: scoperta la fase “fantasma” che nessuno vede
1

Scienze

Artrite: scoperta la fase “fantasma” che nessuno vede

Di Antonello Buzzi
Asma grave, arriva una terapia davvero game-changing
1

Scienze

Asma grave, arriva una terapia davvero game-changing

Di Antonello Buzzi
Acqua fredda: il “biohack” che cambia il cervello
2

Scienze

Acqua fredda: il “biohack” che cambia il cervello

Di Antonello Buzzi
Un doppio trapianto blocca (e ribalta) il diabete tipo 1

Scienze

Un doppio trapianto blocca (e ribalta) il diabete tipo 1

Di Antonello Buzzi
Marte era ghiacciato: le nuove immagini lo confermano

Scienze

Marte era ghiacciato: le nuove immagini lo confermano

Di Antonello Buzzi

Advertisement

Advertisement

Footer
Tom's Hardware Logo

 
Contatti
  • Contattaci
  • Feed RSS
Legale
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Cookie
  • Affiliazione Commerciale
Altri link
  • Forum
Il Network 3Labs Network Logo
  • Tom's Hardware
  • SpazioGames
  • CulturaPop
  • Data4Biz
  • TechRadar
  • SosHomeGarden
  • Aibay

Tom's Hardware - Testata giornalistica associata all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013 - Direttore: Andrea Ferrario

3LABS S.R.L. • Via Pietro Paleocapa 1 - Milano (MI) 20121
CF/P.IVA: 04146420965 - REA: MI - 1729249 - Capitale Sociale: 10.000 euro

© 2025 3Labs Srl. Tutti i diritti riservati.