Apple pare sia stata obbligata dalla Cina a introdurre l'RCS

Il noto analista John Gruber ha suggerito che Apple è stata "effettivamente costretta" dalla Cina a implementare il supporto RCS

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a cura di Andrea Maiellano

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Il noto analista John Gruber ha suggerito che Apple è stata "effettivamente costretta" dalla Cina a implementare il supporto RCS (Rich Communication Services) sugli iPhone.

Per chi non lo sapesse, il Rich Communication Services (RCS) è un protocollo di comunicazione standard del settore, utilizzato per sostituire la messaggistica SMS e permette, tramite l'utilizzo di una connessione internet, di inviare messaggi di testo con allegati file multimediali, indifferentemente dall'operatore mobile o dal sistema operativo utilizzato.

La dichiarazione di Apple, giunta lo scorso novembre, che annunciava il supporto all'RCS è stata inizialmente sorprendente per molti e Gruber ora attribuisce questa decisione alle leggi cinesi.

Secondo Gruber, infatti, il governo cinese ha introdotto una nuova legge che richiede che i dispositivi 5G supportino l'RCS per ottenere la certificazione nel paese.

Le compagnie cinesi hanno a lungo sostenuto l'RCS e il governo cinese ha iniziato a introdurre nella legge la necessità di supportare tale protocollo per ottenere la certificazione per i nuovi dispositivi 5G.

Nonostante l'assenza di disposizioni per la crittografia nel protocollo RCS, il governo cinese sembra non essere preoccupato da questa mancanza. Gruber sostiene che l'introduzione del supporto al protocollo RCS su iOS è principalmente dovuta all'adesione di Apple ai requisiti del governo cinese per vendere i propri prodotti nel paese.

Apple avrebbe preferito evitare di supportare il protocollo RCS, poiché sostiene di non voler sostenere nuovi protocolli non crittografati. Tuttavia, la pressione del governo cinese sembra aver costretto Apple a seguire questa direzione.

La teoria iniziale, ion merito a questa decisione, suggeriva che la mossa di Apple fosse stata influenzata dal Digital Markets Act dell'Unione Europea, ma ora si conferma che iMessage non rientra nella competenza del DMA, secondo la versione ufficiale dell'atto stilato dalla UE.

Il caso solleva interrogativi sulla responsabilità delle aziende nei confronti delle leggi e delle regolamentazioni dei paesi in cui operano, il caso di Apple mette in luce la complessità delle dinamiche di mercato internazionali e di come l'evoluzione delle tecnologie di uso quotidiano, non sempre si allineano con le iniziali visioni a lungo termine di un'azienda.