L'inganno si nasconde dietro la cornetta del telefono e colpisce con una precisione chirurgica che lascia poco spazio alla casualità. Quando squilla il telefono di casa e dall'altra parte una voce cortese si presenta come il vostro fornitore di energia, le probabilità che si tratti di una menzogna sono schiaccianti. I numeri raccontano una realtà allarmante che coinvolge migliaia di famiglie italiane ogni giorno, vittime inconsapevoli di un sistema che ha trasformato la vendita energetica in una vera e propria caccia al contratto.
Le cifre che emergono dall'analisi condotta da Consumerismo No profit sul Portale Antitruffa disegnano un quadro inquietante della situazione nazionale. Su oltre diecimila segnalazioni raccolte dai consumatori, emerge che il 97% delle chiamate commerciali per le forniture energetiche contiene elementi ingannevoli. Un dato che supera ogni aspettativa e che dimostra come l'eccezione sia diventata ormai rappresentata dalle rare telefonate oneste.
La strategia più diffusa tra gli operatori disonesti consiste nel fingersi l'attuale fornitore del cliente contattato. Questa tecnica, utilizzata nel 47,9% dei casi, permette ai venditori di abbattere immediatamente le difese dell'interlocutore, creando un falso senso di familiarità e fiducia. La sostituzione di persona diventa così lo strumento principale per aggirare le resistenze naturali dei consumatori verso le vendite telefoniche non sollecitate.
Gli espedienti utilizzati dai call center vanno ben oltre la semplice falsificazione dell'identità aziendale. Nel 7,2% delle telefonate registrate, gli operatori si spacciano addirittura per rappresentanti dell'Autorità per l'energia (Arera), sfruttando il prestigio e l'autorevolezza dell'ente regolatore per convincere i cittadini. Una percentuale simile, il 6,8%, vede i venditori presentarsi come membri di associazioni dei consumatori, ribaltando completamente il loro ruolo da potenziali truffatori a presunti difensori dei diritti degli utenti.
Il panorama delle false identità si completa con il 4,6% di operatori che inventano l'esistenza di un fantomatico "Gestore Nazionale dell'energia", creando dal nulla un'istituzione inesistente ma dal nome sufficientemente ufficiale da ingannare i meno esperti del settore energetico.
Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No profit, inquadra il fenomeno in una prospettiva giuridica che va oltre le semplici scorrettezze commerciali.
"Oltre agli aspetti legati alla privacy, tali forme di telemarketing scorretto realizzano dei veri e propri reati penali, dalla frode alla truffa, passando per la sostituzione di persona", sottolinea il responsabile dell'associazione.
La gravità della situazione richiede interventi che vadano oltre le sanzioni amministrative tradizionali.
La proposta avanzata dall'organizzazione punta a una soluzione radicale: dichiarare illegittimo il telemarketing nel settore energetico italiano, togliendo validità legale ai contratti di luce e gas siglati attraverso le vendite telefoniche.
"L'unica possibilità per arginare il fenomeno e limitare i danni per i consumatori è quella di dichiarare illegittimo il telemarketing in Italia nel settore energetico", argomenta Gabriele, evidenziando come le misure parziali si siano rivelate insufficienti.
La risposta dei cittadini italiani alla proposta non si è fatta attendere. La petizione online lanciata per dire "stop al telestalking" ha già raccolto quasi centomila firme, dimostrando quanto il problema sia sentito dalle famiglie italiane. L'iniziativa non si limita a chiedere il divieto delle vendite telefoniche nel settore energetico, ma propone anche l'istituzione di un fondo dedicato alle vittime del telemarketing scorretto.
Il successo della raccolta firme riflette una frustrazione diffusa che attraversa tutti gli strati della popolazione. Le chiamate indesiderate non rappresentano più un semplice fastidio domestico, ma sono diventate un vero e proprio fenomeno sociale che mina la tranquillità delle abitazioni e la fiducia dei consumatori nel mercato energetico. La richiesta di maggiori tutele per gli utenti nasce quindi da un'esigenza concreta e ampiamente condivisa di riappropriarsi della propria privacy domestica.